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Magliano Romano, discarica a servizio di Roma: il sì della Regione scatena le proteste

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La Regione Lazio ha detto “sì” alla Valutazione di Impatto Ambientale  (Vas) dichiarando la compatibilità ambientale del progetto “discarica per rifiuti speciali non pericolosi” a Magliano Romano, territorio di quasi 1.500 anime che confina  con Calcata, Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Mazzano Romano, Morlupo, Rignano Flaminio, Sacrofano. Vicina a Fiano Romano e Capena. Qui, al momento, c’è una discarica per materiale edilizio, autorizzata nel 2007, sulla quale pende da anni una richiesta di trasformazione in discarica per rifiuti speciali non pericolosi, sebbene per legge il procedimento avrebbe dovuto chiudersi in 120 giorni. Neppure la protesta dei sindaci, circa un mese fa in Regione sembra essere servita per fermare un iter che di fatto sembra quasi concluso.

La questione interessa la comunità dal luglio 2014, da quando, cioè, la società che gestisce la discarica per inerti, ha presentato un progetto di riclassificazione a discarica per rifiuti speciali non pericolosi, allegando uno Studio di Impatto Ambientale al quale sono state presentate moltissime osservazioni.

In questi otto anni, la società ha anche avanzato sette richieste in Regione Lazio per ottenere l’ampliamento dei codici delle tipologie di rifiuti. Le richieste sono state tutte autorizzate dalla Regione ma bocciate dal TAR Lazio. Tra queste la possibilità di conferire in discarica altre tipologie di rifiuto, di realizzare un impianto di trattamento chimico-fisico del percolato, di avere una deroga ai valori limite per l’accettabilità dei rifiuti.

LE REAZIONI

“Che tempismo! Come nelle peggiori tradizioni politiche, la Direzione Rifiuti della Regione Lazio si è affrettata a rilasciare il parere favorevole alla riclassificazione da inerti a rifiuti speciali non pericolosi della discarica di Magliano Romano, prima della seduta della commissione trasparenza, convocata in data odierna, che avrebbe dovuto chiarire le anomalie del procedimento aperto nel lontano 2014”.

É quanto dichiara in una nota Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega, che ha richiesto la commissione trasparenza per la vicenda di Magliano Romano.

“Spiace constatare – prosegue – che ormai si stia cercando di spostare l’attenzione su emendamenti delle opposizioni al piano rifiuti, fantasiosamente interpretati, con il solo scopo di alleggerire le responsabilità degli uffici e dell’amministrazione regionale, che dovrebbe invece vigilare sulla vicenda, alla luce delle capriole e retromarce che ne hanno consentito il parere favorevole. Ci sono fattori escludenti così tassativi da non lasciare dubbi alla possibilità di riclassificare la discarica di Magliano Romano, pertanto procederemo a sostenere l’amministrazione comunale, le associazioni, i comitati, i cittadini e chiunque voglia opporsi politicamente e attraverso la via giudiziaria per fare giustizia, dopo le precedenti censure del Tribunale amministrativo del Lazio in cui la Regione Lazio è stata perente 7 volte su 7. Un’altra ragione per rafforzare il nostro impegno affinché i cittadini possano liberarsi di una delle peggiori amministrazioni mai avute dal Lazio, che dopo anni –  conclude Giannini – è costretta a soluzioni di emergenza per non essere stata in grado di soddisfare i fabbisogni in tema di raccolta rifiuti”.

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Formello, terremoto in Comune: nasconde detonatori per bombe in casa: arrestato il marito di una Consigliera comunale di maggioranza

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Nasconde in casa due detonatori per bombe non facili da reperire sul mercato e tre cartucce per fucili. Per questo motivo è stato arrestato Domenico Verbicaro, marito di Anna Stella, quest’ultima consigliera comunale che siede tra i banchi della maggioranza nel comune di Formello situato alle porte di Roma.

L’uomo è accusato di detenzione illegale di armi

Tutto è nato da una perquisizione fatta lo scorso 4 marzo dai carabinieri della Stazione di La Storta in casa della consigliera comunale a seguito di una segnalazione relativa la presunta detenzione di sostanze stupefacenti.

Nell’abitazione, i militari hanno trovato una piccola quantità di marijuana nella disponibilità del figlio 33enne della coppia e notavano un atteggiamento insofferente da parte di Domenico Verbicaro che tentava di nascondere una scatola. A quel punto i carabinieri hanno preso in mano il pacco e trovato all’interno i due detonatori grandi quanto un chiodo lungo e le tre cartucce. Per Verbicaro è quindi scattato l’arresto con l’accusa di detenzione illegale di armi.

L’uomo è poi risultato avere una parentela con un nipote in rapporti con i clan della ‘ndrangheta stanziali a Roma nord e interrogato dagli investigatori non ha voluto spiegare la provenienza di quel materiale compromettente.

È stato quindi condotto in carcere dove si trova tuttora in attesa di sviluppi investigativi che dovranno ricostruire per quale motivo avesse nella sua disponibilità gli inneschi di bombe che possono essere anche al tritolo. L’accusa al momento è detenzione abusiva di munizionamento e di materiale esplodente.

Il sindaco della cittadina Gian Filippo Santi al momento non ha preso alcuna decisione, anche se in consiglio comunale la notizia dell’arresto ha fatto molto rumore, se non altro per le implicazioni che potrebbe avere sul piano politico.

L’operazione dei carabinieri del Gruppo di Ostia è stata portata a termine all’inizio del mese nell’ambito di un’indagine più vasta.

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Campagnano Romano, dammi i soldi o ti brucio il locale: in manette 33enne del posto

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CAMPAGNANO ROMANO (RM) – In manette un 33enne di Campagnano Romano accusato di estorsione. Ad arrestare l’uomo, lo scorso mercoledì, i Carabinieri della locale Stazione.

Il 33enne si è presentato presso un noto ristorante di Campagnano e, in evidente stato di alterazione, ha iniziato a minacciare il gestore del locale pretendendo che gli consegnasse del denaro. Nonostante il fermo rifiuto opposto dalla vittima, l’uomo non ha desistito dai propri intenti, minacciando di bruciare il locale qualora non avesse ottemperato alla richiesta.

Nel tentativo di evitare che il 33enne passasse dalle parole ai fatti la vittima ha consegnato all’uomo una somma di denaro che, sebbene esigua, è servita a placarne la violenza.

Nel frattempo però il titolare del ristorante aveva avvertito i Carabinieri dell’accaduto e i militari, intervenuti immediatamente, sono riusciti a bloccare il 33enne mentre cercava di allontanarsi con i soldi appena intascati e lo hanno arrestato.

Lo scorso 17 marzo l’uomo è stato giudicato con rito direttissimo presso il Tribunale di Tivoli, che ha convalidato l’arresto applicando la misura degli arresti domiciliari.

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Sacrofano, in manette titolare di una azienda agricola: coltivava piante di marijuana

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SACROFANO (RM) – Al termine di un’attività info-investigativa, i Carabinieri della Stazione di Sacrofano hanno fatto scattare un controllo all’interno di un’azienda agricola che ha permesso di scoprire un capannone dove il titolare, un 56enne del posto, coltivava piante di marijuana.
I militari all’interno dello stabilimento hanno rinvenuto e sequestrato, circa 40 kg di infiorescenze secche di marijuana; 2,5 kg di piante di marijuana essiccate e 50 piante di marijuana di altezza compresa tra i 15 e i 40 cm.
Il titolare dell’azienda agricola, è stato arrestato dai Carabinieri ed è gravemente indiziato del reato di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
L’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.



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