Manuel Bortuzzo, 16 anni agli autori dell’aggressione e poi la bella notizia: “Questa notizia non mi ridà le gambe”

“La lesione midollare non è completa. Una notizia pazzesca, come tutto quello che ho fatto in questi nove mesi e ho sempre voluto tenere per me. Quando si parla di cose di cui non si è sicuri, con la medicina è sempre meglio andarci con calma”. Lo ha detto Manuel Bortuzzo, il nuotatore triestino vittima di una sparatoria alla periferia di Roma nel febbraio 2019 che gli ha provocato una lesione midollare, a Che Tempo che fa su Rai 2.

Bortuzzo ha parlato del suo libro ‘Rinascere’, nelle librerie dal 5 novembre: “In questo libro ho voluto annotare tutti i miei progressi, i miei miglioramenti”, ha detto ricordando che si era dato 10 anni per tornare a camminare. “Mio padre mi sostiene nella vita e mi sostiene anche in piedi”, ha poi aggiunto il giovane atleta, commentando una foto pubblicata su Instagram, in cui il padre lo aiuta a stare in piedi.

Gli autori dell’aggressione al nuotatore Manuel Bortuzzo e alla fidanzata sono stati condannati a 16 anni. Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano erano accusati di duplice tentato omicidio. Il gup ha riconosciuto la premeditazione.

“La sentenza non cambia le cose: non mi restituirà certamente le gambe – commenta Manuel -. In questo momento penso esclusivamente a riprendermi, consapevole che la giustizia debba fare il suo corso. Non mi importa sapere se chi mi ha fatto del male sia punito con 16 o 20 anni di prigione. Nessuna sentenza mi può fare ritornare come prima. Il mio sogno è tornare a camminare; mi sto impegnando ogni giorno per realizzarlo”.