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di Simonetta D’Onofrio
Manziana (RM) – Ormai è uno degli eventi più attesi dai cittadini e dai fans che ogni Capodanno si incontrano a Manziana, nella Chiesa di S. Giovanni Battista, per ascoltare il coro St. John Singers, che organizza il tradizionale concerto gratuito di Buon Anno. Intensità di significato insieme a un ottimo livello di qualità canore hanno contraddistinto uno straordinario programma musicale interpretato dai cantanti che si sono ispirati ai testi del repertorio della musica afro-africana, secondo i canoni tradizionali della musica gospel.
Il coro formato da venti elementi è nato a Manziana nel 1991 e rappresenta un riferimento fondamentale per il comune, il quale supporta l’impegno e la bravura che hanno dimostrato in questi anni di intensa attività. Sinonimo di successo l’associazione culturale "Il Cantiere dell’Arte” ha ricevuto plausi e sostegni prestigiosi in tutta Italia e anche all’estero. Hanno collaborato con organizzazione internazionali tra cui l'ONU, la FAO, l'UNICEF, l'UNESCO, la Caritas, Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Telethon, Ambasciata degli Stati Uniti in Roma, Ambasciata di Haiti presso la Santa Sede. Tra le tappe recenti ricordiamo ai lettori la data del 27 dicembre all'Auditorium dell'Aquila e il 15 novembre, quando si sono esibiti all’Auditorium “Parco della Musica” di Roma.
Proprio sull’esperienza aquilana abbiamo ascoltato Adriana Rasi, fondatrice del coro e Presidente dell’associazione Cantiere dell’Arte, che per i suoi meriti nella diffusione della cultura musicale ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica:
Cosa ha significato per voi cantare in un contesto come L’Aquila?
Abbiamo visto una città fantasma. La città, al centro si salva, ma poi la delegazione che è andata in visita a Onna l’hanno trovata così “impacchettata”, è stato un trauma, perché tutto si può pensare, tranne che sia rimasto tutto così, senza nessun cenno di speranza, di rinnovamento, c’è la carrozzina con le bambole dei bambini, ancora lì. È stata una cosa incredibile. Noi abbiamo fatto molto, abbiamo creato questo evento, abbiamo fatto il tutto esaurito. Pensi che quattro giorni prima di noi sono andati Santa Cecilia, coro e orchestra, e sono andati a vederli poche persone.
Voi a novembre avete cantato anche all’auditorium Parco della Musica. Anche quel contesto per un coro è emozionante.
Si, però siamo abituati. Abbiamo cantato quattro volte dal Papa, in aula Nervi, davanti al Presidente della Repubblica al Quirinale, al Parlamento Europeo. Certo, cantare lì emozionante per il posto, però questo è un coro che ha ventiquattro anni di vita, e siamo stati i primi a portare il Gospel in Italia.
Certo, anche il repertorio particolare aiuta.
Sicuramente fa il suo effetto.
Al concerto era presente il sindaco di Manziana Bruno Bruni, che ha voluto offrire un commosso saluto ai coristi, annunciando la possibilità di assegnare loro una sede, perché negli anni precedenti non è stato possibile destinare un locale idoneo per le attività del coro.
Abbiamo chiesto al sindaco, che ha accompagnato la compagine nella trasferta aquilana, le sue impressioni:
Quanto è importante per una città come Manziana, aver trovato anche un repertorio originale, una via propria?
Il Gospel per Manziana non è nuovo, sono anni che il Cantiere dell’Arte opera a Manziana con questa particolare musica, che è molto profonda. Dà l’impressione di essere molto leggera, allegra, però ha temi profondi, per chi crede, ha il dono della fede, è importantissima, perché è molto vicina a Nostro Signore. Pure per chi non crede, però, perché esprime parole di fratellanza, di pace, che non si possono che condividere.
Proprio sul tema della fratellanza. Lei ha accompagnato il coro a L’Aquila. Cosa ha significato questo viaggio?
Ha portato moltissima emozione. Personalmente ho visto le condizioni di Onna, perché un conto è sentire raccontare delle persone quelle situazioni, noi l’abbiamo viste e toccate con mano. Onna ha un silenzio assordante. Si nota che c’è una sofferenza viva, nonostante siano passati più di cinque anni, ad aprile saranno sei. È stato bello anche come hanno risposto gli aquilani, e gli abitanti di Onna, il teatro era pieno, addirittura hanno dovuto aggiungere delle sedie.
Lei ha accennato un possibile gemellaggio di Manziana con L’Aquila.
È un’idea, ma ci vuole molto lavoro per poterlo portare a compimento, vedremo cosa si potrà fare.
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