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MARCO PANTANI: ODORE DI CAMORRA NELLA VERSIONE DI VALLANZASCA

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Tempo di lettura < 1 minuto Secondo Vallanzasca Marco Pantani è stato vittima di un complotto

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Redazione

Renato Vallanzasca, il capo della "Banda della Comasina" che terrorizzo' Milano negli anni '70, ha risposto in carcere alle domande dei carabinieri in merito alla riapertura del caso Pantani. La delega ai carabinieri arriva dal pm di Forli' che sta indagando sulla morte del "Pirata". In particolare, Vallanzasca aveva riferito di alcune voci raccolte in carcere su un presunto complotto per alterare le analisi del sangue di Marco Pantani ed escluderlo cosi' dal Giro d'Italia del 1999. Vallanzasca aveva raccontato di essere stato avvicinato all'epoca da un uomo della camorra, detenuto come lui nel carcere di Opera, che gli avrebbe suggerito di scommettere sul Giro d'Italia ma non su Pantani, che in quel periodo stava inanellando una serie continua di vittorie. Il camorrista anonimo, secondo Vallanzasca, escludeva categoricamente che Pantani avrebbe concluso il giro, profezia che si sarebbe poi puntualmente avverata quando il campione fu trovato positivo ai test antidoping il 5 giugno 1999.

Come riportato sulla Gazzatta, quel test eseguito a Pantani si sarebbe potuto annullare con un semplice ricorso. Perché? I medici avevano violato il protocollo del Comitato Olimpico (che deve seguire anche l’Unione ciclistica internazionale): la provetta dove è stato riposto il sangue di Pantani è stata scelta a caso dal medico. Non si poteva e non si può fare: spetta all’atleta questo gesto perché il flaconcino deve essere al di sopra di ogni sospetto. L’ispettore di Campiglio, Coccioni, nel libro In nome di Marco, spiega: "Il test poteva essere cassato. Ma nessuno sollevò il problema…".

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