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Roma

Marino a Cinque Stelle, il Comune. "Finita l'epoca del mattone"

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Tempo di lettura 4 minuti Stiamo lavorando per progettare il territorio puntando alla qualità della vita delle persone, degli spazi pubblici, dei servizi, dell’ambiente

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Marino ha strumenti urbanistici disastrati nel concepimento e disastrosi negli effetti, per arrivare al punto in cui siamo e complicare una situazione urbana già complicata alla fine degli anni ‘90 ci sono voluti almeno 15 anni di atti tecnico-amministrativi. Le gru e i cantieri che negli ultimi cinque anni e ancora oggi connotano il paesaggio nel nostro territorio sono il risultato di anni pregressi di pianificazione concepita solo in base ad un aumento sconsiderato di edifici. L’amministrazione in carica ha il difficile compito di porre rimedio a questa annosa e grave situazione nel più breve tempo possibile. La sfida è difficile ma non impossibile, su questa difficoltà alcuni concittadini puntano affinché tutto torni come prima e si possa proseguire con il solito modo di fare affare sul territorio, facendo poi ricadere nella vita quotidiana di ognuno di noi i conseguenti disagi e disservizi. I cittadini di Marino devono essere coscienti di queste dinamiche e per questo chiediamo a tutti di partecipare attivamente ai radicali processi di risanamento che stiamo attuando con enormi sforzi. Al di là della valutazione degli attuali strumenti urbanistici che verranno profondamente rivisti con i necessari tempi tecnici, crediamo sia importante chiarire le finalità delle azioni che stiamo mettendo in campo viste anche il gran numero di richieste di orientamento che riceviamo giornalmente sui temi urbanistici.

Noi lo diciamo chiaramente così come lo dicevamo chiaramente prima delle elezioni, con noi finisce il metodo attraverso il quale si è gestito per anni il territorio, a Marino il mattone non è più un affare d’oro, almeno inteso come finora le attività edilizie hanno trasformato i luoghi. Stiamo lavorando quotidianamente per ripristinare il principio già sancito dalla legge fondamentale dell’urbanistica la Legge 1150/42 per la quale l’azione edificatoria non è consentita per fini speculativi ovvero in forza di una semplice domanda di mercato ma può essere esercitata e giustificata solo da un documentato e provato aumento demografico della popolazione e dunque su una necessità abitativa reale dei cittadini. Il suolo è una risorsa non rinnovabile, una volta compromesso non si recupera se non ad elevatissimi costi economici e sociali. La F.A.O. in diversi rapporti ufficiali negli anni ha sempre evidenziato come la conservazione del suolo sia fondamentale per la sicurezza alimentare e il nostro futuro sostenibile. La Comunità Europea in diversi studi riconosciuti ha messo in guardia contro un uso sconsiderato del territorio in relazione alla salute pubblica. Su questi livelli e con questa visione si sta concependo la nuova pianificazione di Marino. Oggi la nostra sfida è la sobrietà e la responsabilità sociale che, se per i mercati significa l’evoluzione dalla “economia lineare” (produco, consumo, butto), alla “economia circolare” (produco, consumo, recupero) per l’urbanistica significa passare dall’edificazione di palazzine residenziali senza preoccuparsi delle conseguenze del carico antropico al progetto equilibrato tra gli edifici e la tutela del territorio con un uso responsabile delle risorse naturali. Questo il criterio che applicheremo alla panificazione urbana che rappresenta lo strumento di disegno del territorio, di un territorio unico e finito che dobbiamo valorizzare e non consumare senza possibilità di ritorno. Il progetto urbano è sempre un progetto economico, il paesaggio è la rappresentazione sintetica dell’economia di un luogo, è la rappresentazione iconografica del modo di vivere e sostentarsi di una comunità.

Oggi vogliamo investire in progetti e attività coerenti con i nuovi principi dell’economia circolare un termine utilizzato per definire un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. L'espressione fa riferimento sia a una concezione della produzione e del consumo di beni e servizi alternativa rispetto al modello lineare (ad esempio attraverso l'impiego di fonti energetiche rinnovabili in luogo dei combustibili fossili), sia al ruolo della diversità come caratteristica imprescindibile dei sistemi resilienti e produttivi. Questa amministrazione per quanto nelle sue possibilità, data la forte antropizzazione del territorio, punta a restituire identità ad un paesaggio che si confonde ogni giorno di più con le anonime periferie metropolitane delle nostre città contemporanee.
La costruzione di edifici seriali con pochissima qualità architettonica e con nessuna identità o relazione con l’ambiente è frutto di logiche puramente speculative, intendendo come speculazione l'attività di un operatore finanziario che entra sul mercato nel momento presente effettuando un qualche tipo di investimento e presumendo degli sviluppi ad alto rischio il cui esito, positivo o negativo, dipenderà dal verificarsi o meno di eventi su cui egli ha formulato le sue aspettative iniziali. Se l'evento aleatorio si manifesterà in linea con le aspettative, l'operazione speculativa avrà esito positivo, cioè produrrà un profitto, nel caso contrario si avrà una perdita. Il caso dell’urbanistica di Marino è l’esempio più palese di pianificazione avvenuta solo in base a questi principi economici che vedono protagonisti solo interessi privati senza la necessaria armonizzazione dell’interesse pubblico che urbanisticamente è stato del tutto dimenticato.

Trasformare il territorio solo in base a meccanismi puramente economici è aberrante e non è la visione dell’attuale amministrazione, il momento storico e culturale che attraversiamo ci ha già messo in guardia sui nefasti effetti di queste logiche. Finanche Papa Francesco parla di una "economia che uccide" come un'economia che genera scarti, che si estende alla vita delle persone che tanto introiettano questa condizione loro assegnata dal ciclo produttivo da sentirsi gettati direttamente nella spazzatura del nulla ed in questo stato non c'è speranza nella solitudine di ognuno, ma solo nella condivisione di una comunità. La comunità però necessita di spazi per esprimere le sue potenzialità e i suoi benefici effetti sulle vite delle persone e su questo metteremo tutto il nostro impegno. È nostra ferma intenzione far riferimento alla Direttiva Europea n° 2004/35/CE che afferma: «Il suolo è un bene d’interesse comune per la Comunità, anche se è principalmente di proprietà privata, e che, se non viene tutelato, indebolirà la sostenibilità e la competitività a lungo termine dell’Europa».

Il legame tra suolo e comunità è indissolubile e necessario alla vita, le persone e lo spazio formano un unicum identitario che vogliamo ricostruire e valorizzare. Per alcune culture come quella dei nativi americani era inconcepibile la vita privata delle terre in cui erano nati e consapevolmente si sono fatti annientare pur di non vivere questa privazione, facciamo tesoro degli errori del passato e mettiamo in atto le soluzioni per il futuro.

"Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, Voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato" (Toro Seduto, capo della tribù dei Sioux)

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Cronaca

Roma, Tor Sapienza: Rider picchiato e derubato della bici elettrica da banda di ragazzini

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ROMA – I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Sapienza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza della custodia cautelare del collocamento in comunità, emessa dal G.I.P. del Tribunale per i minorenni di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica per i minorenni, nei confronti di 4 indagati, gravemente indiziati a vario titolo dei reati di rapina e lesioni personali aggravate in concorso nonché, per uno dei soggetti coinvolti, di minaccia aggravata con finalità di discriminazione o di odio etnico.
L’episodio è avvenuto in Piazzale Pino Pascali, periferia Est della Capitale, lo scorso 12 novembre 2023, ai danni di un rider di origine africana, senza fissa dimora. Nella circostanza, lo straniero è stato accerchiato da un gruppo di 5 giovani minorenni che, dopo il primo approccio hanno iniziato a picchiarlo colpendolo ripetutamente con calci e pugni e anche a bastonate al volto e al corpo, lasciando dolorante e sanguinante a terra, rubandogli anche la bicicletta elettrica.
Il rider, tuttavia, è riuscito a comporre il numero di emergenza 112, e a fornire una preliminare descrizione di alcuni componenti della banda alla pattuglia dei Carabinieri intervenuta sul posto.
A seguito delle immediate ricerche in zona, dopo pochi minuti, i militari sono riusciti a identificare 2 ragazzi minorenni, corrispondenti alle sommarie informazioni fornite dalla vittima, entrambi con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, i quali fin da subito non sono riusciti a fornire una valida giustificazione sulla loro presenza in zona. Accompagnati per accertamenti, giunti in caserma, alla vista del rider, hanno iniziato subito ad inveirgli contro, pronunciando frasi a sfondo razziale e minacce di morte.
Nel prosieguo delle indagini, le rivelazioni dei minori sottoposti a controllo, corredate da riscontri e riconoscimenti fotografici degli altri coetanei, con i quali gli stessi si accompagnavano la sera dell’aggressione, hanno consentito di delineare un quadro chiaro circa le dinamiche del pestaggio e le responsabilità in capo a ciascuno dei relativi autori.
L’Autorità Giudiziaria concordando l’attività condotta dai Carabinieri, ha disposto la custodia cautelare presso I.P.M per due dei cinque teenagers, riconosciuti quali componenti del gruppo di minori italiani e stranieri autori dell’azione criminosa, in virtù della relativa spregiudicatezza e pericolosità sociale. A due degli indagati, ai quali è stato riconosciuto un ruolo minoritario nella commissione del reato, saranno collocati in una Comunità individuata dal Centro per la Giustizia Minorile di Roma, mentre l’ultimo partecipante, anch’esso individuato ed identificato, non è risultato di alcun provvedimento in quanto non imputabile.
Il rider, invece, a causa delle lesioni subite durante l’agguato, trasportato presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Umberto I° di Roma, i medici hanno riscontrato contusioni multiple al capo, al gomito, al piede e polso destro con una prognosi di 20 gg.

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Castelli Romani

“Firmitas, utilitas, venustas”: a Frascati il convegno per la rinascita di un’architettura umana

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Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile

“Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza.
Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza parsimonia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso; bellezza, infine quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie”

Vitruvio nel “De Architectura” sviluppa un concetto costruttivo che può essere racchiuso in tre semplici parole “Firmitas, utilitas, venustas” – solidità, funzione, bellezza – e partendo proprio da queste tre espressioni l’accademia Vivarium Novum di Frascati, nell’incantevole cornice di Villa Falconieri dal 26 al 28 aprile, terrà un Convegno dal titolo “Firmitas, utilitas, venustas: per la rinascita di un’architettura umana”.

Iniziativa estremamente lodevole patrocinata da School of Architecture della Notre Dame University, dal movimento internazionale New traditional architecture, dall’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, dal FAI – Fondo per l’ambiente italiano – Delegazione di Roma, dall‘Ordine degli architetti PPC di Roma e provincia, dall’Ordine degl’ingegneri di Roma, da Pulchria, dallo Studio ACAM, dal Festival dell’innovazione di Frascati.

Un “nuovo approccio della concezione architettonica” si legge nelle parole del Comunicato stampa diffuso in occasione di questo convegno che evidenzia, inoltre, la necessità di individuare “criteri e approcci architettonici e urbanistici rispondenti alle reali necessità materiali e spirituali dell’uomo, che da un lato aspira a proporzione ed equilibrio, dall’altra richiede socialità piena e vitale desiderosa di spazi da condividere con altri” – prosegue il comunicato stampa.

L’architettura deve tornare ad esprimere armonia con i luoghi ed, assieme alla solidità, offrire spazi capaci di rispondere ai bisogni sociali delle persone.

Lo scopo di Accademia Vivarum Novum punta ad una profonda “riflessione che possa approdare ad un rinnovamento delle pratiche culturali, artistiche e architettoniche, affinché esse pongano la naturale disposizione umana verso l’armonia e la bellezza al centro del loro operato, perseguendo inoltre un’idea di continuità, piuttosto che di rottura, coi paesaggi naturali e culturali costruiti attraverso i secoli”.

Un rinascimento architettonico che porti di nuovo l’Uomo al centro di ogni arte.

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Redazione Lazio

Roma, disservizio al centralino dell’Ospedale Sant’Andrea: cittadini frustrati dall’impossibilità di comunicare con i medici

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Nell’era della comunicazione istantanea, il contatto telefonico rimane un’ancora fondamentale per la salute pubblica. Tuttavia, per molti cittadini romani, ottenere assistenza medica attraverso il centralino dell’Ospedale Sant’Andrea si è trasformato in un incubo. Numerose segnalazioni riportano disservizi persistenti che impediscono ai pazienti di raggiungere i medici desiderati.

Uno degli ostacoli principali risiede nella fase iniziale della chiamata. I cittadini, quando cercano di inserire il nome e il cognome del medico con cui desiderano parlare, si trovano improvvisamente interrotti da un crollo improvviso della linea. Stessa storia quando si intende inserire tra le scelte proposte, il solo cognome del medico. Questo malfunzionamento, seppur apparentemente banale, assume proporzioni significative quando si considera l’urgenza delle comunicazioni mediche.

La frustrazione dei cittadini è palpabile, con molti che hanno riportato di aver tentato di contattare il centralino più volte, solo per essere continuamente interrotti nel loro intento.

L’accesso ai servizi sanitari è un diritto fondamentale, e il persistere di queste difficoltà mina la fiducia nella capacità del sistema sanitario di fornire assistenza tempestiva e adeguata.

Un aspetto particolarmente sconcertante è rappresentato dal fatto che alcuni pazienti hanno registrato la loro esperienza, documentando il disservizio.

In alcune di queste registrazioni si può sentire chiaramente il momento in cui la linea cade, dopo che l’utente ha inserito la scelta di poter del nome e cognome del medico desiderato. Questa evidenza tangibile solleva interrogativi sulla natura e la portata del problema, evidenziando la necessità di un’indagine approfondita.

Il Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea rappresenta un punto di accesso cruciale per i pazienti in cerca di assistenza medica. Pertanto, è essenziale che vengano adottate misure correttive immediate per risolvere questo problema. La trasparenza e la comunicazione aperta con il pubblico sono altrettanto importanti. I cittadini devono essere informati sui progressi nella risoluzione del disservizio e sulle misure adottate per evitare che si ripeta in futuro.

In un momento in cui la salute pubblica è al centro dell’attenzione globale, è imperativo che le istituzioni sanitarie agiscano con tempestività ed efficacia per garantire che i servizi essenziali siano accessibili a tutti i cittadini. La situazione al Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma richiede un intervento immediato e coordinato per ripristinare la fiducia del pubblico e garantire che nessun paziente venga lasciato senza assistenza a causa di problemi tecnici evitabili.

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