MARINO? C’E’ SOLO IL FRASCATI…

di Chiara Rai

Roma – Il cappotto in Campidoglio è quello di un lungo viaggio che farà Marino in Australia, meta da lui bramata, perché la sua carriera da sindaco è terminata e al Pd toccherà fare lo “sporco” lavoro di mandarlo a casa perché lui non vuole scrostarsi dalla poltrona. Con 19 consiglieri del Pd non è poi una operazione così difficile quella di arrivare a quota 25.

La scena delle dimissioni continue è una lenta, triste e inesorabile macchietta: Causi ed Esposito hanno elegantemente salutato, Marco Rossi Doria ha preferito tornare a fare il maestro insomma ognuno ha avuto la sua leggerissima giustificazione per lasciare solo con se stesso il marziano nelle sue ultime ore prima della caduta. La chiamata alle armi di Renzi è stata preannunciata e Marino sa benissimo che si possono trovare i 25 consiglieri per sciogliere il Comune. La sua è stata una questione d’onore e soprattutto di convenienza piuttosto che altro perché il fotofinish era noto a tutti, a Ignazio in primis. Però questa dinamica cambia molto agli occhi degli elettori: Marino non li ha traditi esce da marziano martire facendo capire ai romani che il suo stesso partito lo ha cacciato contro la sua volontà che non dimentichiamoci essere stata, qualche giorno fa, di volersi dimettere perché altra strada non c’era per uscire da quell’imbarazzante ennesima pantomima degli scontrini, che poi non è altro che una enorme bolla di sapone soffiata da bravi artigiani della comunicazione al tempo giusto. Il personaggio c’era e allora perché non approfittarne.

Oggi si riempiranno tutti la bocca: “Renzi non vuole quella persona onesta di Marino” e sarà già stato archiviato tutto il resto. E cioè sarà stato già dimenticato che per Roma neppure Marino è stato capace di fare nulla. “Non ne ha avuto il tempo” la risposta del controcoro e allora sì che l’alieno potrà brindare per gli ottimi risultati ottenuti: il premier messo in cattiva luce, il Pd ancora più malvagio e lui neanche a dirlo “poverino”. Peccato però che si brinda con un vino diverso e a mescere e festeggiare, alla fine dei conti, non è Ignazio perché è un rosso paonazzo sfuso. E allora la memoria torna indietro al celebre film di Dino Risi “Stra
ziami, ma di baci saziami”.

Indimenticabili le battute tra Marisa e Marino seduti al tavolo in pizzeria. Marisa dice a Marino: “Quando non c'eri ti pensavo e dicevo "Marino Marino voglio Marino" Il cameriere con il vino in mano: “Mi dispiace signora, abbiamo solo questo Frascati”. Marino al cameriere: “No guardi, lei non può capire”. Il cameriere: “Se lo dice lei”. Lo dimo noi, o mejo, l’ha detto lui “er Matteo de noantri”.