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Roma

MARINO: ESCE PER ANDARE A GIOCARE ALLE SLOT MACHINE LASCIANDO IL FIGLIO DI 18 MESI SOLO IN CASA.

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Tempo di lettura < 1 minuto data la situazione d’urgenza – il pianto del bambino si udiva anche in strada – gli agenti hanno forzato la porta d’ingresso e con l’ausilio dei Vigili del Fuoco sono riusciti ad entrare.

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Redazione

Marino (RM) – Ha lasciato il figlio solo in casa – un bimbo di 18 mesi –  per andare a giocare alle slot-machine.

La donna, una 31enne cittadina rumena, è stata denunciata dalla Polizia per il reato di abbandono di minore.

L’episodio è accaduto nel primo pomeriggio del 24 maggio a Marino, presso un’abitazione di via delle Valli, quando i vicini, sentendo il pianto ininterrotto di un bambino, hanno avvertito le Forze dell’Ordine.

Sul posto sono giunti immediatamente gli agenti del Commissariato di Marino; data la situazione d’urgenza – il pianto del bambino si udiva anche in strada – hanno forzato la porta d’ingresso e con l’ausilio dei Vigili del Fuoco sono riusciti ad entrare.

Il bimbo si trovava sul letto in lacrime; controllato e visitato da personale del 118 – appositamente in precedenza allertato – è stato trovato in buone condizioni di salute.

I poliziotti del Commissariato – coordinati dal dr. Valter Di Forti – si sono poi mesi alla ricerca dei genitori.

Dai primi accertamenti, anche ascoltando le testimonianze dei vicini, si è potuto apprendere che il padre – un operaio – come di consueto era al lavoro; mentre la madre, che dove prendersi cura del piccolo, era andata a giocare alle slot-machine in un locale poco distante da casa.

La donna pertanto appena rintracciata, è stata accompagnata preso gli Uffici di Polizia e denunciata per abbandono di minore.

Castelli Romani

Bufera in Regione Lazio, finanziamenti “sospetti” a comuni di centrodestra. Il Pd alza la voce: “Righini si dimetta, risposte insufficienti’”

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Giancarlo Righini: “Nessun uso improprio di fondi pubblici, tutto documentato’”

L’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Giancarlo Righini, ha giurato sulla sua integrità e ha difeso la correttezza della delibera che destina 16 milioni di euro a quasi 50 comuni del Lazio per interventi urbanistici e manutenzione stradale. Respinge con fermezza le accuse di favoritismi mosse dall’opposizione, in particolare dal Pd, che lo ha convocato in commissione Trasparenza, accusandolo di avvantaggiare amministrazioni di centrodestra, spesso in collaborazione con l’assessora ai Lavori Pubblici, Manuela Rinaldi.

Discussione in commissione Trasparenza

La seduta di martedì 5 novembre ha avuto come tema centrale la delibera presentata in giunta il 22 ottobre, definita “fuori sacco”. Questa decisione, anticipata in modo inusuale da un post Facebook della compagna di Righini, poi cancellato, ha scatenato reazioni accese, soprattutto dal Pd e da altre forze politiche, tra cui alcuni membri di Forza Italia. Alcuni comuni si sono lamentati di essere stati trascurati nella distribuzione dei fondi.

La posizione di Righini

Righini ha sostenuto che la presentazione fuori sacco non implicava un’assenza di trasparenza, affermando che la delibera era già nota agli altri membri della giunta. Ha spiegato che l’urgenza di approvarla risiedeva nella necessità di trasmettere i documenti al ministero entro i termini di legge. Ha aggiunto che i criteri di assegnazione dei fondi erano stati fissati in una delibera precedente di settembre e successivamente certificati da Astral, l’ente regionale per i lavori pubblici.

Critiche del Pd e reazioni

Il presidente della commissione, Massimiliano Valeriani (Pd), si è dichiarato insoddisfatto delle spiegazioni, sollevando dubbi sulla trasparenza e la metodologia adottata, con particolare riferimento ai comuni esclusi o sfavoriti nei finanziamenti. Valeriani ha promesso ulteriori verifiche e richiesto la documentazione relativa ai comuni beneficiari e a quelli esclusi.

Focus sull’assessora Rinaldi

Il consigliere regionale Daniele Leodori ha sottolineato una presunta sproporzione nei finanziamenti verso la provincia di Rieti, territorio dell’assessora Rinaldi, e ha chiesto maggiore chiarezza sulla distribuzione delle risorse. Leodori ha precisato che, pur volendo evitare la perdita dei fondi, è necessario correggere gli squilibri rilevati.

Righini e il caso Rocca di Papa

Righini ha ribadito la propria correttezza amministrativa, citando come esempio passate delibere sotto le giunte di centrosinistra, nelle quali venivano prese decisioni simili per rispondere alle esigenze locali.

Il caso Biordi e le accuse personali

Lorella Biordi, compagna di Righini ed ex consigliera comunale, è finita al centro di speculazioni dopo aver annunciato con anticipo la delibera, causando l’accusa di visite istituzionali non giustificate. Righini ha smentito categoricamente di aver utilizzato fondi pubblici a fini personali, esibendo documentazione a supporto e dichiarando di coprire di tasca propria le spese durante le missioni ufficiali.

Richiesta di dimissioni e difesa di Fratelli d’Italia

Il capogruppo del Pd, Mario Ciarla, ha chiesto al presidente Rocca di valutare le dimissioni di Righini, sottolineando la mancanza di risposte esaustive. Fratelli d’Italia, invece, ha ribadito la fiducia nei confronti di Righini e Rinaldi, difendendo la legittimità della delibera.

Reazioni del M5S e di AVS

Il Movimento 5 Stelle ha criticato duramente l’audizione, definendola deludente e accusando la giunta di scarsa trasparenza nella gestione dei fondi pubblici. Anche Alleanza Verdi-Sinistra ha attaccato la maggioranza, descrivendo una situazione di crisi interna e rivalità politiche che ostacolano il lavoro del Consiglio regionale.

Questa vicenda mette in luce tensioni e accuse reciproche che coinvolgono non solo i rapporti politici, ma anche la percezione di correttezza nella gestione dei fondi pubblici in Regione Lazio.

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Cronaca

Contrasto alla droga tra i minori: due adolescenti denunciati a Palombara Sabina e Montelibretti

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Una nuova operazione di contrasto allo spaccio di droga tra i minori ha portato a una svolta significativa nei comuni di Palombara Sabina e Montelibretti, dove i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno intensificato i controlli all’esterno degli istituti scolastici per combattere il dilagante fenomeno dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i più giovani.

Nel corso delle attività di monitoraggio, i Carabinieri della Sezione Radiomobile hanno fermato un ragazzo di 16 anni davanti a un istituto superiore di Palombara Sabina. Il giovane, sorpreso mentre si aggirava nei pressi della scuola, è stato trovato in possesso di circa 70 grammi di hashish, già suddivisi in diversi pezzi e accompagnati da materiale per il confezionamento delle dosi. Alla vista dei militari, il ragazzo ha manifestato un mix di sorpresa e rassegnazione.

Di fronte agli investigatori, il sedicenne ha espresso dispiacere per quanto accaduto, spiegando che la decisione di entrare nel mondo dello spaccio era stata dettata dalle difficoltà economiche che la sua famiglia stava affrontando dopo che il padre aveva perso il lavoro. Una scelta disperata, portata avanti all’insaputa dei genitori, nella speranza di contribuire al sostentamento familiare.

Poco dopo, a Montelibretti, una nuova scoperta ha portato alla denuncia di un altro minore, un ragazzo di 15 anni. Fermato nei pressi di un altro istituto scolastico, il giovane nascondeva nello zaino 25 grammi di hashish, anch’essi già suddivisi in dosi pronte per lo smercio. Anche in questo caso, i Carabinieri hanno rinvenuto materiale utilizzato per il confezionamento, confermando la diffusione di un sistema ben organizzato, anche tra i giovanissimi.

Entrambi i ragazzi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica dei Minori di Roma e riaffidati alle famiglie. L’intervento dei Carabinieri rappresenta un segnale forte per il territorio: l’attenzione delle forze dell’ordine rimane alta, determinata a porre un argine a un fenomeno sempre più preoccupante che coinvolge adolescenti in età scolastica.

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Castelli Romani

Sconvolgente aggressione scolastica a Marino: una 12enne accoltella un compagno

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Ieri mattina, nel cortile della Scuola Secondaria di I Grado “A. Vivaldi” a Marino, un comune dei Castelli Romani, si è consumato un drammatico episodio che ha lasciato sotto shock l’intera comunità. Una ragazzina di 12 anni ha accoltellato un compagno di classe poco prima delle 8:00. La lite, scaturita da screzi recenti legati a un’accusa di copiatura in un compito, ha portato la giovane a compiere un gesto estremo. Il ragazzo ferito, soccorso prontamente dal preside e dal personale scolastico, è stato trasportato in codice giallo all’ospedale pediatrico Bambin Gesù; le sue condizioni, per fortuna, non sono gravi.

Una Tensione Crescente Finita in Dramma

Secondo le prime ricostruzioni, la tensione fra i due era nata nei giorni scorsi quando la ragazza accusava il coetaneo di aver fatto la spia raccontando all’insegnante che lei aveva copiato. Questa mattina, la disputa verbale si è trasformata in un’aggressione fisica: la dodicenne ha colpito il compagno con un coltello da cucina per poi fuggire. In un atto di disperazione e forse di pentimento, è stata proprio lei a chiamare i Carabinieri, in lacrime, per confessare quanto avvenuto e consegnare l’arma.

Il Racconto dei Testimoni e la Reazione delle Istituzioni

Gli studenti presenti hanno descritto un momento di confusione e incredulità. “C’era del sangue per terra e la maglietta era insanguinata. Prima non ci eravamo accorti di nulla”, ha riferito un gruppo di compagni. La scena ha scosso tutti, sollevando interrogativi profondi sulla sicurezza e sul clima sociale all’interno delle scuole.

Le prime reazioni non si sono fatte attendere. Il sindacato dei presidi, DirigentiScuola, ha espresso la sua preoccupazione: “L’episodio di accoltellamento è inaccettabile e fallimentare, come quello accaduto dopo la proiezione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Siamo costretti a riflettere sul ruolo educativo delle istituzioni e sulla direzione verso cui stiamo andando”. La dichiarazione evidenzia una crisi di valori che sta minacciando la capacità della scuola di promuovere un modello educativo positivo e non violento.

Anche il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha commentato l’accaduto, esprimendo la sua preoccupazione per la crescente violenza giovanile. “Questa mattina una ragazzina ha portato un coltello a scuola e ha ferito un compagno. Dobbiamo dire basta a questo diffondersi della violenza fra i giovani. Abbiamo approvato nuove norme sulla condotta, e quest’anno entreranno in vigore. Vogliamo ripristinare l’autorità dei docenti nelle classi e proteggere i nostri giovani”.

Una Crisi da Affrontare: Violenza e Educazione

L’episodio di Marino non è solo un caso isolato, ma l’ennesimo campanello d’allarme di una società in difficoltà nel gestire l’emotività dei giovani e il loro rapporto con la disciplina. Si discute sempre più della necessità di interventi strutturali che vadano oltre la sola introduzione di norme. Serve un dialogo aperto tra scuole, famiglie e istituzioni per comprendere e prevenire comportamenti violenti, restituendo alla scuola il suo ruolo fondamentale di luogo sicuro, di crescita e di rispetto reciproco.

Questa aggressione ci obbliga a guardare in faccia una realtà scomoda e a interrogarci su come ristabilire una cultura del rispetto e della responsabilità, facendo della scuola non solo un luogo di apprendimento, ma un vero baluardo contro la violenza.

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