MARINO LAZIALE, RIFIUTI E AMBIENTE: TUONA IL SEGRETARIO IDV MARCO COMANDINI

di Marco Comandini – Segretario Idv Marino Laziale

Marino Laziale (RM) – Dover intervenire e rispondere su temi ambientali e sulla nettezza urbana anche a chi diceva: ”che per la morfologia del territorio non poteva essere attuata la raccolta porta a porta”, mi prova imbarazzo e quasi offende la mia intelligenza, ma tant’è, proveremo ad argomentare anche a questi soggetti blateranti di querele e cause civili, (che aspetto ardentemente), evidentemente non potendo suffragare con dati le loro tesi. 

Iniziamo a dire che secondo noi, gli impianti aerobici, sono di gran lunga preferibili ai “digestori anerobici”, prima di tutto perché chiudono il ciclo dei rifiuti, non necessitando di discariche o termovalorizzatori. Impianti che sono già utilizzati e positivamente in altre città delle nostre dimensioni in modo efficace efficiente ed economico. Impianti che non hanno contrindicazioni a livello ambientale e sulla salute. Essendo tutto svolto in maniera naturale seguendo il ciclo vitale dei prodotti, nel nostro caso dell’umido. Impianti che generano terriccio, molto richiesto perché di gran qualità in agricoltura.
I digestori anaerobici invece producono un rifiuto: il digestato che va portato in discarica, quindi non chiude il ciclo dei rifiuti.

Le nostre critiche ai digestori anaerobici, partono da studi e da esperienze empiriche, le critiche da noi mosse non sono altro che quelle fatte da illustri studiosi della materia, come il Prof. Mario Corti, docente di zootecnia di montagna all'università di Milano , il quale afferma che:” La co-digestione di matrici organiche di ogni tipo, animali e vegetali, di Forsu (Frazione Organica del rifiuto solido urbano) e – come succede già in alcuni paesi – dei fanghi di depurazione delle acque luride pone gravi rischi di contaminazione, in primo luogo biologica, a carico dei terreni agricoli utilizzati per la produzione di alimenti per gli animali e per l'uomo”. Sempre il Prof. Corti e non un becero dipietrista continua dicendo: “…aumentano le probabilità che in entrata ci siano substrati contaminati e, in uscita, quelle di contaminare una grande varietà di terreni agricoli. È proprio vero che la società della tarda modernità è la società del rischio. Rischio come presupposto di profitto, rischio negato, rischio gestito da esperti di parte cointeressati al business con le agenzie governative a rimorchio”. …e continua ancora:  “Funghi, batteri, virus non sono inattivati completamente né dal trattamento di digestione anaerobia né dalla pastorizzazione. I virus sono in gran parte inattivati ma ve ne sono non pochi resistenti al calore. Tra questi gli adenovirus e il virus dell'epatite A (Gerba et al. 2001). Monteith et al. (1986) hanno verificato che gli enterovirus e i parvovirus bovini sono resistenti ai trattamenti anaerobi mesofili e che il trattamento termofilo aerobio è di gran lunga più sicuro di quello anaerobio per inattivare questi virus. Derbyshire et al. (1986) hanno evidenziato come il trattamento di digestione anaerobia distrugga solo maggior parte dei parvovirus suini”…quindi non tutti creando fattori di rischio anche per l’uomo.

Ed ho citato solo alcune delle tante critiche rivolte ai “digestori anaerobici”. Se il centrodestra, o qualche consiglierucolo forzista, pensa di intimidirci, con minacce di querele o cause, è sulla cattiva strada, che ci intimidisca se puo’ con i contenuti, magari spiegandoci perché anche se fosse giusto per la nostra città ricorrere ad un “digestore anaerobico”, e per noi non lo è,  perché farne uno nuovo, quando ce n’è già uno a Velletri ed Ariccia che sono anche sovradimensionati. Che ci spieghino… “Cui Prodest”?

Oggi leggo dal candidato Silvagni, in un articolo online che il digestore anaerobico produce gas, gli ricordo che insieme al gas produce un rifiuto: il digestato cosa che omette sempre di dire, almeno a quanto leggo.
Sempre per la cronaca: che in mezzo ai pasti della mensa scolastica si sia ritrovato un bacarozzo, un pinguino o una figurina, non sposta i termini della questione, c’era qualcosa che non ci doveva essere. Mi vergognerei solo a ricordare un episodio come quello. E’ evidente che la supponenza e l’arroganza di questa destra è senza limiti.