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Roma

MARINO ZECCHE A CAVA DEI SELCI, I CITTADINI: SIAMO OFFESI SI, MA DALL'ABBANDONO DELLE ISTITUZIONI

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Tempo di lettura 3 minuti Dopo la denuncia dei residenti a L'osservatore laziale scoppia la bagarre politica

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Una residente: "Se in molti erano a conoscenza del problema, che come apprendo dalle dichiarazioni del Pd 'è diffuso su tutto il territorio'', mi chiedo: come mai prima della nostra denuncia, nessuno si è preso carico della questione? I cittadini sono offesi, sì, ma dall'abbandono delle istituzioni, di qualsivoglia partito politico esse siano."

 

C.R.

L’ allarme colonie di zecche in Cava dei Selci a Marino diventa campo di duello tra Idv e Pd mentre i cittadini sono alle prese con i parassiti che come ben sappiamo non hanno colore politico. La scorsa settimana, alcuni residenti di cui si è fatta portavoce Rita L. hanno segnalato a L’osservatore laziale il gravissimo problema dell’invasione di zecche in un intero condominio e in un giardinetto pubblico. Le colonie di questi pericolosi insetti che possono portare alla morte, si concentrano a piazzale dello Sport. Marco Comandini, segretario Idv di Marino ha evidenziato il fatto che Cava dei Selci non può essere considerata una zona di serie B da frequentare solo per le elezioni e ha invitato  l’assessore alla sanità del Comune di Marino ad intervenire in via urgente. E così è stato, il Comune tre giorni fa ha effettuato una prima disinfestazione della zona garantendo il prossimo intervento tra 15 giorni. E nel frattempo è scoppiata la bagarre tra i partiti politici locali. A dare il “la” è stato il Pd il quale ha tenuto a sottolineare che il problema delle zecche riguarda tutto il territorio e che, sostanzialmente, l’Idv avrebbe offeso i cittadini di Cava dei Selci, “popolazione che si è sempre contraddistinta – scrive il Pd locale in una nota – per il suo alto grado di educazione, serietà e pulizia”. Immediata la replica di Comandini il quale ribatte: “Duole constatare che il Pd, in questi ultimi giorni, contravvenendo anche a regole di bon ton politico tra partiti che dovrebbero localmente collaborare, dapprima dice cose false alludendo con un comunicato che Idv avrebbe offeso i cittadini di Cava dei Selci sul problema delle zecche, cosa palesemente falsa, e tra l’altro colgo l’occasione per ringraziare i cittadini che si sono mostrati solidali con noi per quelle parole insensate”. Ma queste scaramucce politiche, soprattutto i punzecchiamenti del Pd, non toccano i residenti: “Tengo a precisare che la cittadinanza tutta – scrive in una nota la residente di Marino Rita L. – ha a cuore il suo benessere e che nessuno può attribuire nessun colore politico a questa vicenda, ne tanto meno strumentalizzarla a proprio beneficio. Se in molti erano a conoscenza del problema, che come apprendo dalle dichiarazioni del Pd 'è diffuso su tutto il territorio'', mi chiedo: come mai prima della nostra denuncia, nessuno si è preso carico della questione? I cittadini sono offesi, sì, ma dall'abbandono delle istituzioni, di qualsivoglia partito politico esse siano. Parlando con la gente del posto ho potuto rilevare che il malcontento sia generalizzato così come la rassegnazione. Ho raccolto gli sfoghi del fruttivendolo, il parrucchiere all'angolo e via dicendo, un coro unanime: ''Siamo abbandonati a noi stessi!. Nessuno dà peso alle nostre lagnanze'! ?? pensano solo a costruire dormitori ma per il resto nessuno fa nulla! Quella dei cittadini è la voce degli inascoltati, al punto tale che hanno anche smesso di protestare cercando di adattarsi il può possibile, ma non garantire neanche le condizioni igienico sanitarie basilari perchè una comunità possa dirsi civile bhè questo è troppo! Siamo nel 2012 e non nel Medioevo,ci fregiamo del titolo di società civile ma cosa facciamo davvero per esserlo a tutti gli effetti? Come i cittadini hanno la responsabilità civile di pagare le tasse così il Comune ha la responsabilità di garantire i servizi alla cittadinanza! in fede Rita. L.”.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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