Mario Monti perde pure il marchio "Scelta civica" Zanetti e Verdiniani esultano

di Paolino Canzoneri

ROMA – Verrebbe da dire "tecnicamente" non ha neanche più il nome. Ed è proprio cosi, l'ex presidente del Consiglio Mario Monti, il tecnico che avrebbe dovuto salvare l'Italia dal disastro del governo Berlusconi, non solo ha perso la sfida per costruire il terzo polo ma si è visto strappare l'originario marchio dal nuovo gruppo alla Camera costituito dal viceministro all'economia Enrico Zanetti che dopo aver lasciato Scelta Civica aveva creato il gruppo "Scelta Civica verso Cittadini d'Italia"; Denis Verdini e quattro deputati dissociatisi da Scelta Civica vincendo la battaglia per il nome nonostante il no del fondatore Mario Monti. Il contenzioso si era aperto a luglio scorso quando Zanetti aveva deciso di inglobare i verdiniani di Ala facendo storcere il naso al fondatore contrario all'ingresso del senatore Verdini giudicato da Monti stesso come lontano dallo spirito originario del progetto. Monti aveva inviato una missiva all'ufficio di Presidenza rivendicando d'essere il proprietario del simbolo ma l'ufficio di presidenza invece ha accolto la richiesta di costituzione di un gruppo parlamentare autonomo in deroga al numero minimo di 20 deputati necessario per tale compimento e ne è stata autorizzata la permanenza in vita del gruppo che raccoglieva 15 deputati di Scelta Civica che non si erano dissociati dalla lista che ha dovuto però rinunciare al nome originario che sarà "Civici e Innovatori". Il contenzioso sul marchio avviene nel momento in cui la lista accusa una serie di crolli di consensi mai risultati alti negli ultimi passaggi elettorali, basi pensare alla caduta dal 10% del 2013 fino a gli ultiimi numeri ridotti a "zero virgola". Una lista forse inutile scarna costituita da sedici deputati montiani e il resto vediniani dal nome Civici e Innovatori a configurare l'ennesimo gruppo politico stretto alle poltrone con un nuovo consenso da ottenere e con un programma da "innovatori" da creare. Il deputato Gianfranco Librandi si è scagliato contro chi vuole usare il marchio di Monti: "Zanetti dovrebbe riconoscere a Monti i suoi meriti senza null’altro aggiungere. Con pochi mezzi e tanto senso dello Stato è stato in grado di creare un progetto politico capace di raccogliere oltre 3 milioni di consensi". Stranamente però Librandi stesso viene dalle liste di Forza Italia e PD ma il deputato ne fà una questione di rispetto: "Noi apprezziamo lo sforzo compiuto da tanti di consolidare la maggioranza parlamentare, di renderla solida e ampia, ma questo condivisibile obiettivo non ha bisogno della strumentalizzazione del nome di Scelta Civica. Tanto più se chi prova a farlo, Enrico Zanetti, ha con sé uno sparuto numero di parlamentari, non certo i circa 60 iniziali di Scelta Civica e nemmeno i 35 di quando è stato eletto segretario. La mia proposta è: rinunciamo tutti a quel nome e a quel simbolo e noi lo faremo a malincuore, per rispetto di noi stessi e del professor Monti. Zanetti e i suoi usino “Cittadini per l’Italia” e noi useremo una nuova denominazione"