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Cronaca

MARSALA: L'ISOLA LUNGA E' UNA BOMBA ECOLOGICA

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Tempo di lettura 2 minuti Le 90 foto shock nel reportage de L'Osservatore d'Italia sulla riserva naturale meta di turisti e bagnanti

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di Angelo Barraco

Marsala (TP)
– La riserva naturale dell’Isola Lunga è una discarica a cielo aperto di fibrocemento, vetroresina, eternit e materiali che ricordano l'amianto. Dopo lo scandalo della spiaggia di San Teodoro del lido La Torre di cui ci siamo occupati e ci stiamo occupando, Marsala torna prepotentemente a occupare le nostre colonne con un luogo che è poco distante da quella spiaggia ed è meta fissa di turisti.

L’isola è raggiungibile a piedi da San Teodoro, attraversando un mare cristallino che bagna appena le caviglie.  Noi de L’Osservatore D’Italia siamo quindi andati sull’Isola Lunga in seguito ad una segnalazione che riguardava la spazzatura presente sull’oasi.

Ecco cosa abbiamo visto: Non appena si arriva sull’isola si attraversa un cancello e guardando a destra c’è una struttura abbandonata e le pareti crollate, presumibilmente utile in passato per il sale. La struttura può sembrare soltanto un vecchio rudere, invece all'interno sono presenti diverse cisterne che ricordano l'amianto, alcune anche in evidente stato di corrosione. Lo scenario che abbiamo immortalato nel reportage fotografico, che alleghiamo con questo articolo di denuncia, ci ha letteralmente scioccati poiché il luogo si trova vicino al mare e le polveri possono quindi sollevarsi e disperdersi facilmente nell'ambiente circostante.

Dopo questa scoperta inaspettata, almeno per noi, abbiamo deciso di proseguire l’esplorazione dell’isola per vedere se nel resto della riserva naturale ci fosse altra presenza di amianto. Ispezionato quindi l’altro lato dell’edificio e dopo aver letto un cartello con su scritto “Pericolo di crollo”, abbiamo notato due enormi cisterne delle quali una, si trova all’interno di una fatiscente struttura in legno. Sul tetto è presente una cisterna instabile poggiata addirittura su dei tubi. Pochi metri più avanti il mare, e abbandonato sulla spiaggia un frigorifero.

Sempre vicino la struttura, inoltrandoci, abbiamo visto e immortalato un cimitero di vasche sotto uno scheletro di barre di legno. Il materiale è spaccato, corroso ed è veramente tanto, troppo per una riserva naturale. Sbalorditi, abbiamo deciso di proseguire la nostra esplorazione verso zone più aperte, vicino al mare, a sinistra dall’entrata quasi di fronte alle vasche vuote.

Abbiamo trovato dei macchinari, posizionati in acqua, molto vecchi e pieni di ruggine.
Come si fa a lasciare un elemento tanto pericoloso e che può portare alla contaminazione delle acqua di una riserva in questo stato? Quando pensavamo che più scempio di così non avremmo potuto vedere ecco che sulla nostra sinistra, proprio a ridosso dell’acqua, ci appare un'altra discarica a cielo aperto. Le parole sono venute a mancare. Quello che ci chiediamo noi è se l’isola è una riserva naturale o una riserva di degrado e rifiuti, viste le abnormi quantità presenti.

Quelle acque circondate da rifiuti, strutture fatiscenti, frigorifero e bottiglie in plastica sono meta costante di turisti e bagnanti. L'isola necessita assolutamente di una bonifica altrimenti si rischia di compromettere l'intero ecosistema e di inquinare irreversibilmente un angolo di paradiso naturalmente protetto.

Continueremo a seguire da vicino anche questa questione!
Ha collaborato David Sciacca
 

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Andria, blitz nei negozi e ristoranti: boom di “lavoratori in nero”

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Numerosi i controlli effettuati dai militari dell’Arma a diversi esercizi commerciali bar e ristoranti nel centro di Andria dove sono state rilevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di circa 20.000 euro.
Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Andria, coadiuvati da personale del Nucleo
Ispettorato del Lavoro eseguivano delle attività ispettive in alcuni ristoranti del comune di
Andria dove venivano riscontrate diverse violazioni del Testo Unico Sicurezza sul Lavoro,
entrato in vigore nel 2008, che costituisce indubbiamente il principale riferimento legislativo sul tema della sicurezza dei lavoratori.
Gli articoli contestati sono diversi e riguardano principalmente l’omessa sorveglianza sanitaria e la formazione dei lavoratori nonché la presenza di alcuni lavoratori senza relativo contratto, i cosiddetti “lavoratori in nero”, privi della tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie
professionali.
Sono state elevate sanzioni amministrative e ammende pari a circa 20.000 euro e nel contesto
ispettivo veniva applicato anche il provvedimento della sospensione dell’attività imprenditoriale a seguito degli accertamenti dei lavoratori irregolari e gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Continueranno nei prossimi giorni i controlli da parte dei militari in tutta la Provincia BAT al
fine di ridurre, soprattutto con l’inizio della stagione estiva, il fenomeno del lavoro a nero.

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Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Settimo Milanese, tenta di violentare due minorenni : in manette un 22enne

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A Settimo Milanese, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato, in esecuzione ad una ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, un ventiduenne di nazionalità ecuadoriana, ritenuto responsabile del reato di tentata violenza sessuale ai danni di due minori, una classe 2010 e l’altra 2012, entrambe residenti in quel centro.

La misura scaturisce dall’attività investigativa, avviata dalla Stazione di Settimo Milanese nel mese di gennaio del 2023, che ha consentito di ricostruire in maniera dettagliata due distinti episodi avvenuti rispettivamente il 30 gennaio 2023 ed il 19 febbraio 2024 e che hanno visto quali vittime le due ragazze.

Dalle indagini condotte si è accertato che la prima vittima, mentre stava passeggiando con il proprio cane, veniva pedinata dall’uomo che dopo averla raggiunta all’interno dello stabile condominiale in cui la stessa vive, la avvicinava in prossimità dell’ascensore ed improvvisamente iniziava a stringerla a sé con la forza. In tale circostanza solo la pronta reazione della ragazza che riusciva a divincolarsi dalla presa riusciva ad interrompere il proposito delittuoso dell’uomo.

Nel secondo caso gli accertamenti investigativi espletati hanno consentito di appurare che lo stesso soggetto, con un’azione criminale pressoché identica, aveva avvicinato un’altra ragazza minore all’uscita da scuola, pedinandola fino all’ingresso del condominio in cui la stessa abita e dopo essere salito con quest’ultima all’interno dell’ascensore, all’apertura delle porte l’uomo, con una mossa repentina, la afferrava per il maglione tentando di tirarla verso di sé. Anche in questo caso la pronta reazione della minore, che riusciva a guadagnare la fuga, aveva consentito di evitare ulteriori conseguenze.

L’arrestato è stato condotto presso la propria abitazione e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria.

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