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Cronaca

MARSALA: NASCONDEVA PISTOLA IN CASA, ARRESTATO

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Tempo di lettura < 1 minuto Marsala si estende su un territorio molto vasto e per contrastare l’increscioso espansionismo d’illegalità è stato necessario l’intervento dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Calabria”

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Redazione
 
Marsala (TP) – Le Forze dell’Ordine stanno svolgendo su tutto il territorio marsalese un lavoro capillare che mira all’individuazione e all’annullamento di  fonemi illeciti che vanno dalla detenzione illegale di armi alla coltivazione di marijuana. Quest’ultimo fenomeno  sembra essersi esteso a macchia d’olio su tutto il territorio e ha richiesto un’ulteriore azione di contrasto con il fine ultimo di impedirne la diffusione. Marsala si estende su un territorio molto vasto e per contrastare l’increscioso espansionismo d’illegalità è stato necessario l’intervento dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Calabria”. Proprio costoro, insieme ai Carabinieri di Marsala, nel corso di uno dei tanti controlli e delle numerose perquisizioni alla ricerca di armi illegali,hanno trovato a casa del 35enne Daniele Crimi una pistola semiautomatica cal. 6.35 con la matricola abrasa .E’ stata trovata anche una pistola calibro 8 senza tappo rosso. Crimi viene portato in un primo momento presso “Villa Araba”, successivamente viene tratto in arresto con l’accusa di detenzione illegale di arma da sparo. L’operazione è da considerarsi estremamente importate poiché rappresenta un’importante risposta attiva delle forze dell’ordine al mercato nero delle armi. Importanti novità riguardano anche l’individuazione di marijuana nel territorio. I Poliziotti di Marsala hanno tratto in arresto il pregiudicato di 57 anni Paolo Girgenti, colto in fragranza di reato. Tale operazione ha impedito che una grande quantità di sostanza stupefacente venisse venduta. Gli inquirenti hanno sequestrato la piantagione e arrestato l’uomo. 

Cronaca

Roma, esplode una bombola del gas nel quartiere di Torre Angela: gravemente ferita una persona, evacuato il Centro di accoglienza

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Nel primo pomeriggio di oggi, alle 16:30, il quartiere di Torre Angela è stato scosso da una violenta esplosione avvenuta all’interno di una palazzina di tre piani in via Rocco Pozzi, sede di un Centro di accoglienza. L’esplosione, causata da una bombola del gas, ha provocato danni significativi alla struttura e lasciato alcuni feriti, tra cui uno in codice rosso, trasportato d’urgenza al Policlinico di Tor Vergata.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza lo stabile, collaborando con i Carabinieri della Stazione di Tor Bella Monaca e la Polizia di Roma Capitale. Quest’ultima ha coordinato la gestione del traffico nella zona, mentre l’Italgas ha escluso che l’esplosione sia stata causata da problemi legati agli impianti di loro competenza.

Le indagini proseguono per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente

Un residente della zona, Marco D., ha raccontato gli attimi di paura: “Ero a casa quando ho sentito un boato fortissimo, pensavo fosse un terremoto. Sono corso in strada e ho visto fumo e detriti ovunque. È stato spaventoso, soprattutto perché ci sono molte famiglie con bambini che vivono qui.”

Anche Lucia B., che abita poco distante dall’edificio colpito, ha espresso il suo sgomento: “La situazione era caotica, non sapevamo cosa fosse successo. Ho visto i soccorsi arrivare subito, ma la paura era tanta. Spero che chi è rimasto ferito possa riprendersi presto.”

Attualmente, l’intera palazzina è stata evacuata per motivi di sicurezza e i residenti sono stati trasferiti temporaneamente in altre strutture. Le autorità locali stanno ora valutando i danni e decidendo i prossimi passi da intraprendere per assicurare che l’edificio non rappresenti un ulteriore rischio per la comunità.

L’esplosione ha riportato alla luce il problema della sicurezza legata all’uso delle bombole di gas nei contesti residenziali. Un portavoce dei Vigili del Fuoco ha sottolineato l’importanza della corretta manutenzione degli impianti: “Incidenti come questo possono essere evitati con una manutenzione regolare e il rispetto delle normative sulla sicurezza.”

La comunità di Torre Angela, sotto shock, si stringe attorno alle persone coinvolte nell’incidente, in attesa di ulteriori aggiornamenti sullo stato di salute del ferito più grave e sulla stabilità dell’edificio colpito.

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Castelli Romani

Morte sul lavoro ad Ariccia, i lavoratori di Grottaferrata in lutto: “Più attenzione alla sicurezza”

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Cobas Lavoro Privato: “Serve un impegno concreto per proteggere la vita dei lavoratori”

I lavoratori dell’igiene urbana di Grottaferrata, rappresentati dal sindacato Cobas Lavoro Privato, hanno espresso in una nota ufficiale la loro vicinanza alla famiglia dell’operaio deceduto ad Ariccia mentre era impegnato nelle operazioni di raccolta dei rifiuti.

“Esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia del collega di Ariccia, scomparso tragicamente mentre svolgeva il proprio lavoro”, si legge nel comunicato. Il sindacato sottolinea con forza la necessità di un impegno più incisivo per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. “Auspichiamo, insieme al Cobas Lavoro Privato, che gli organi preposti intensifichino la vigilanza per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.”

Il tragico incidente ha scosso profondamente la comunità dei lavoratori, che si unisce nel cordoglio e nel richiamo urgente a una maggiore attenzione alle condizioni di sicurezza, soprattutto in un settore delicato come quello della raccolta rifiuti, dove spesso operazioni quotidiane nascondono rischi gravissimi. Il sindacato ha ribadito che la tutela della vita umana deve essere una priorità assoluta, richiedendo controlli più rigidi e misure preventive più efficaci nei luoghi di lavoro.

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Cronaca

Addio a Totò Schillaci: Il mondo del calcio italiano piange un eroe di Italia ’90

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Gli occhi indimenticabili di Totò Schillaci, simbolo delle notti magiche di Italia ’90, si sono spenti per sempre. Stamattina è morto all’ospedale Civico di Palermo. Nonostante i recenti aggiornamenti che lasciavano intravedere un miglioramento, il suo stato di salute è peggiorato improvvisamente nelle ultime ore, portandolo al decesso. La camera ardente sarà allestita allo stadio Renzo Barbera, nella sala stampa, dalle 16 di oggi fino alle 22 e domani dalle 7 alle 22, per permettere a tutti di dare l’ultimo saluto al campione.

È difficile accettare la sua scomparsa, perché Totò sembrava sfidare il tempo. Anche a 59 anni aveva l’energia di un ragazzo, come se fosse capace di invertire il naturale scorrere degli anni, proprio come il protagonista di Benjamin Button. Eppure, anche gli eroi del pallone devono fare i conti con la realtà della vita, cruda e inesorabile. Dalle memorabili notti di Italia ’90, con la mascotte “Ciao” che accompagnava i sogni degli italiani, fino alla sua recente partecipazione a Pechino Express, Schillaci è rimasto un’icona: sempre in bilico tra la gloria sportiva e la semplicità dell’uomo comune, vicino a tutti noi.

Totò era una figura amata da tutti, anche in momenti inaspettati, come quel giorno in cui fu avvistato alla clinica La Maddalena, lo stesso giorno in cui Matteo Messina Denaro venne arrestato. Lì, come tanti siciliani, Totò stava cercando di combattere un nemico invisibile e terribile: il cancro. “Queste malattie non fanno distinzione”, aveva commentato con amarezza dopo la scomparsa di Gianluca Vialli. All’epoca, nessuno sapeva pubblicamente che anche lui stava affrontando lo stesso calvario. Aveva già combattuto contro questo terribile avversario, raccontando di aver avuto paura, ma di aver superato la prova, come fosse un dribbling riuscito contro il male. Sembrava aver segnato il gol più importante della sua vita, ma purtroppo la partita non era finita.

Il cancro è tornato, più spietato e crudele, un avversario più feroce di Caniggia in quella fatidica notte di luglio che interruppe il sogno italiano. Chissà, forse ora Totò potrà parlare di quella partita con Diego (Maradona), Luca (Vialli) e Paolo (Rossi), tutti scomparsi troppo presto, proprio come lui.

Il Mito di Italia ’90

Schillaci non era uno dei protagonisti più attesi della Nazionale italiana nel 1990. Arrivato a sorpresa nel gruppo guidato da Azeglio Vicini, grazie a una brillante stagione con la Juventus, Totò entrò in campo nella fase a gironi contro l’Austria, segnando il gol decisivo che gli avrebbe cambiato la vita. Da quel momento, Schillaci divenne il volto dell’Italia ai Mondiali, segnando 6 gol e vincendo il titolo di capocannoniere del torneo, oltre al Pallone d’Oro del Mondiale.

La semifinale contro l’Argentina e la successiva sconfitta ai rigori segnò la fine del sogno azzurro, ma Schillaci fu comunque l’eroe di quell’estate, il volto della speranza e della gioia di un’intera nazione.

Il Ricordo del mondo del calcio

Alla notizia della sua scomparsa, tantissimi messaggi di cordoglio sono arrivati da ogni parte d’Italia e dall’estero. L’ex allenatore della Nazionale italiana, Roberto Mancini, ha dichiarato: “Schillaci è stato l’incarnazione della passione e della determinazione. Non dimenticherò mai le emozioni che ha regalato a tutti noi in quei Mondiali. È stato un eroe per tanti giovani e rimarrà per sempre un simbolo del calcio italiano.”

Anche l’ex capitano della Nazionale, Paolo Maldini, compagno di squadra in quella memorabile avventura, ha voluto esprimere il suo dolore: “Totò era un uomo umile, un vero combattente. In campo sapeva trasmettere una carica incredibile. Abbiamo vissuto momenti straordinari insieme e il suo ricordo rimarrà sempre con noi.”

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha reso omaggio all’ex attaccante: “Con la scomparsa di Totò Schillaci, il calcio italiano perde una delle sue leggende. Non sarà mai dimenticato per ciò che ha rappresentato, non solo per il calcio ma per tutto il nostro Paese.”

Una carriera di successi

Dopo il trionfo personale di Italia ’90, la carriera di Schillaci proseguì tra alti e bassi. Dopo aver giocato per Messina e Juventus, dove vinse una Coppa Italia e una Coppa UEFA, passò all’Inter e poi chiuse la carriera in Giappone, con la maglia del Jubilo Iwata, tra i primi italiani a giocare in terra nipponica.

Tornato in Italia, Schillaci si dedicò ad attività imprenditoriali e progetti legati al mondo dello sport. Rimase sempre legato alla sua terra, la Sicilia, e alla città di Palermo, dove aveva anche aperto una scuola calcio per giovani talenti.

L’Uomo dietro l’eroe

Oltre alle gesta calcistiche, Totò Schillaci è stato ricordato per la sua umiltà e la sua semplicità. Un uomo che non ha mai dimenticato le sue origini modeste e che, nonostante la fama improvvisa, è rimasto sempre se stesso. Gianluca Vialli, altro ex compagno di nazionale, ha raccontato: “Totò era un uomo buono, genuino. Ricorderò sempre il suo sorriso sincero, la sua forza d’animo. In un mondo così frenetico e pieno di pressioni, lui sapeva mantenere la sua umanità.”

L’Italia in lutto

La morte di Totò Schillaci rappresenta una perdita incolmabile per il calcio italiano. In suo onore, la FIGC ha deciso di far osservare un minuto di silenzio su tutti i campi durante la prossima giornata di campionato.

Oggi, l’Italia si stringe attorno alla sua famiglia e ricorda un uomo che, per un’estate, fece sognare un’intera nazione. Totò Schillaci, con la sua grinta e il suo talento, rimarrà per sempre nei cuori degli italiani.

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