MARSALA, SAN TEODORO: IL GIALLO DEI CAMION ALL'ISOLA LUNGA


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di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) – Lo scorso mese di agosto ci siamo recati presso la riserva naturale Isola Lunga a Marsala, attraversando quella lingua di mare che la separa dalla spiaggia di San Teodoro e salendo il piccolo molo in legno, che ormai è diventato l’ingresso principale per i turisti che visitano questa riserva naturale in maniera assidua, quello che si è presentato dinnanzi ai nostri occhi ci ha letteralmente sorpresi.
 
Fibrocemento, vetroresina, materiale che ricorda l'eternit e che qualora la notizia trovasse conferma si tratterebbe di un pericolo amianto, è quanto abbiamo visto sull’isola, non appena varcato l’ingresso, Visitando l’area abbiamo trovato cisterne e altro materiale accatastato, ma anche frigoriferi e copertoni abbandonati vicino al mare. Quanto visto e documentato su quella che dovrebbe essere una riserva naturale ci ha spinti ad approfondire l’argomento e così abbiamo deciso di contattare la direzione ambiente del Libero Consorzio Comunale di Trapani che in merito alla situazione della riserva naturale ci ha riferito che non si esclude la presenza di amianto.
 
Inoltre è emerso che L’Ente Consorzio ha indetto una gara negoziata per bonificare l’area dall’amianto che è stata vinta con un singolare ribasso d’asta del 52,2%  dall'associazione temporanea di imprese (ATI) UGRI S.N.C. di Urso Massimiliano & C. – I.S.E.A. S.R.L.
 
E’ emerso inoltre che per partecipare al bando indetto dall’ex Provincia, per bonificare l'area, era necessario essere iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali in cui sono comprese le categorie di raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi, di bonifica di siti contenenti amianto: materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi e di attività di bonifica di beni contenenti amianto.
 
Le saline che si trovano all’interno della Riserva Naturale versano in uno stato di completo abbandono 

Pochi giorni fa ha avuto luogo presso il Tribunale di Marsala la terza udienza del processo che vede imputata  per violenza privata e occupazione abusiva la signora Ombretta Nizza, titolare del lido Tre Torri di San Teodoro a Marsala e difesa dall’Avvocato Giacomo Frazzitta. La decisione di portare in aula di Tribunale la Signora Nizza è stata presa dalla Procura della Repubblica di Marsala per i reati  già citati.

Il tutto è scaturito in seguito ad una denuncia dell’Avvocato Scimemi. La vicenda ha avuto inizio nel 2011 quando la Sosalt non riusciva ad attraversare il tratto di mare che collega San Teodoro e l’Isola Lunga poiché la Signora Nizza, a quanto afferma la ditta, non rimuoveva i giochi in acqua e le altalene che ostruivano il passaggio. In aula è stato ascoltato il Sergente Mancuso, assenti invece i testi Arena e D’Alì. Il primo step di domande lo ha fatto il Pubblico Ministero chiedendo il tipo di accertamento svolto, l’estensione del lembo di occupato dalla Signora Nizza e se fu fatta un’ingiunzione di sgombero. L’aula si riempie, c’è silenzio e l’Avvocato Frazzitta inizia a porre diverse domande partendo da un semplice quesito, ma fondamentale, perché ci si reca presso la signora Nizza a fare i controlli? Le domande incalzano e si cerca di capire meglio come mai in una riserva naturale si facciano passare i camion, l’avvocato chiede se la zona è una riserva naturale è il Sergente conferma. 
 
Nel corso dell’intervista fatta ai gestori del lido dove spiegavano le vicissitudini subite negli anni, ci hanno mostrato le foto dei camion che attraversavano la spiaggia di San Teodoro in direzione Isola Lunga e alcuni di questi prendevano fuoco in mare con la conseguenza di disperdere il carburante in un'area naturale protetta..
 
Il passaggio generava enormi solchi e gravi danni all’ecosistema marino poiché i camion in questione non erano idonei all’attraversamento e inoltre, faceva notare in maniera molto arguta l'avvocato Frazzitta, non è previsto nel codice della navigazione che un camion possa attraversare il mare, soprattutto una riserva naturale.
 
In seguito a quanto emerso e alla vicenda che stiamo seguendo con molta attenzione, abbiamo fatto un salto indietro ad agosto di quest’anno, quando abbiamo fatto il reportage presso l’Isola lunga. Ispezionando il territorio in quell’afoso pomeriggio siamo giunti nella zona centrale, precisamente in una costruzione edile, dove nel retro, poco visibili ai meno attenti abbiamo trovato e fotografato tre camion. Questi mezzi erano della stessa tipologia mostrataci in foto dai proprietari del lido.
 
Uno dei camion era sprovvisto di targa e un altro aveva una targa soltanto sul vetro anteriore, il terzo invece aveva le targhe posizionate in maniera regolare. In seguito ad alcune verifiche che abbiamo svolto abbiamo scoperto che i camion appartengono alla società Renda, che si occupa di trasporto. I camion sono alimentati a gasolio ergo altamente inquinanti per l’ecosistema dell’isola. Per quanto riguarda la presenza dei camion e di altri dettagli ne abbiamo parlato in un’accurata intervista fatta all’avvocato Frazzitta qui in basso. Da evidenziare infine che oltre ai camion c’erano mezzi che vengono normalmente utilizzati per asfaltare le strade. Come mai si trovano in una Riserva Naturale?
 
Intervista all’Avvocato Giacomo Frazzitta
 
E’ stata la Sosalt Srl a portare in aula di Tribunale la Signora Nizza?
No, a portare in aula di Tribunale la Signora Nizza è la Procura della Repubblica di Marsala per il reato di violenza privata e occupazione abusiva. E’ chiaro che tutto scaturisce da una denuncia dell’Avvocato Scimemi che lamentava che le altalene davano fastidio per i camion. Quindi praticamente queste altalene davano fastidio ai camion Euro1 anzi -1. Sul lido c’è stato un sequestro che è durato un paio d’anni, io sono riuscito a far dissequestrare l’anno scorso, quindi dal 2012 al 2014 sono stati chiusi. Io poi nel frattempo, in questo momento, stiamo preparando un’opposizione alla richiesta d’archiviazione e la Procura di Trapani ha svolto un lavoro eccellente di verifica di tutte le questioni amministrative che erano sospese a questo passaggio dei camion, rilevando che la salvaguardia dell’ambiente è stata in realtà dagli enti che avrebbero dovuto tutelarlo, ed è un fatto di una gravità inaudita, perché tra la salvaguardia dell’ambiente con –per esempio- gli studi geologici d’impatto di questo passaggio di camion, il ripristino del molo, tutte questo non veniva fatto dalla Sosalt, la Sosalt continuava a ricevere per ogni anno, un’eccezionale autorizzazione dall’ARPA che sarebbe l’ente regionale che si occupa di risorse ambientali e di tutela dell’ambiente e l’ARPA rilasciava eccezionalmente ogni anno questa autorizzazione a discapito di tutte le attività recettivo-turistiche che invece, nel momento in cui si  creava un’ostruzione elementare al passaggio dei camion venivano immediatamente revocate. Con una velocità e con un’attenzione da parte degli organismi di tutela dell’ambiente esagerata se messa a confronto con l’inosservanza plateale e macroscopica delle norme alla salvaguardia che invece venivano sottomesse alla volontà della Sosalt. Se noi pensiamo che il sequestro è cominciato con l’immobile. Nel 2011 la Capitaneria di Porto avevano riscontrato che c’erano questi giochi, queste attrezzature ludiche che potevano ostruire, contestualmente avveniva questo e contestualmente la Procura di Marsala richiedeva che venissero tolti questi mezzi e che anche si procedesse a consentire ai camion di passare, contestualmente la stessa Procura faceva un’indagine nel febbraio del 2011 poiché era stato rilevato che il punto di passaggio dal mare all’isola da parte dei camion era stato fatto con uno scivolo di cemento armato abusivo. 
 
Lei ha chiesto al militare nel corso dell’udienza se fosse a conoscenza di un’indagine in merito alla costruzione di un illecito proprio sull’Isola, in merito a questa costruzione di un illecito citata in sede processuale volevo chiederle se si riferiva a qualcos’altro
No mi riferivo esclusivamente a questo e soprattutto la tempistica in cui ciò avveniva cioè mentre la Procura stessa interveniva per far passare i camion, allo stesso momento la Procura stessa era a conoscenza, attraverso dei sub che avevano fatto degli accertamenti il 17 febbraio 2011, era a conoscenza del fatto che c’era uno scivolo abusivo. Tutto questo mi sembra veramente incredibile perché se c’è uno scivolo abusivo e se dei camion passano attraverso il guado e cioè in una zona marina protetta è evidente che siamo di fronte ad una macroscopica violazione di tutte le norme, e tutto ciò ha determinato un vantaggio in questi anni per la Sosalt, perché è chiaro che la Sosalt in questa maniera risolveva mille problemi, non andava a fare il ripristino del molo. E’ chiaro che tutto questo veniva messo da parte per l’interesse della Sosalt a proseguire in questo percorso altamente inquinante. La Sosalt, vedendo le condizioni dell’Isola Lunga, perché non segnalava quelle condizioni all’autorità Giudiziaria.
 
Avvocato un’altra domanda, lei quando ha rivolto le domande al Militare ha parlato della Capitaneria di Porto; la Capitaneria di Porto che ruolo ha in questa vicenda?
La Capitaneria di Porto ha avuto un ruolo di gestione del traffico in mare da parte degli automezzi terrestri non anfibi e quindi regolamentava questa randagia. Per cui diciamo che c’è tutta una serie di inerzie, di trascuratezza, di disattenzione, in cui fa da contraltare una condotta di disciplina severa nell’attenzione dell’attività recettiva turistica condotta dalla Signora Nizza, cioè c’è questo bianco e nero che salta in evidenzia leggendo gli atti d’indagine che la Procura di Trapani ha adesso posto in discovery perché ha fatto la richiesta di archiviazione reputando non sussistente il reato di abuso d’ufficio nei confronti di tre dirigenti tra cui anche il dirigente dell’ARPA e un dirigente della Provincia regionale di Trapani. Però noi stiamo proponendo opposizione alla richiesta di archiviazione poiché reputiamo; uno ritenendo fondato l’illecito, la Procura di Trapani tuttavia ritiene non integrato il reato di abuso d’ufficio. L’interpretazione è errata per cui abbiamo proposto opposizione anche chiedendo non solo che si proceda al rinvio a giudizio nei confronti di chi ha commesso questi gravi reati, ma inoltre di valutare l’opportunità di fare un approfondimento ulteriore. Quindi diciamo che questo è il quadro in questo momento della vicenda che è in evoluzione in senso positivo, noi ci auguriamo che il gip che assumerà l’incarico di valutare la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione ci dia ragione perché significherebbe che partirebbe un processo per abuso d’ufficio ma forse anche processi per reati più gravi, sempre contro la pubblica amministrazione e contro chi si è macchiato di questi abusi che hanno a loro volta causalmente determinato un grado d’inquinamento della zona marina protetta. 
 
Lei chiede al Militare come avveniva il trasporto del sale e il Militare ha risposto che il trasporto del sale era autorizzato dall’ex provincia. Esiste questa autorizzazione?
Certo che esiste, era un’autorizzazione che in alcuni anni veniva meno, rimanendo quella dell’ARPA, poi alcuni anni c’era quella dell’ARPA, quella della Provincia Regionale e quella della Capitaneria, poi alcuni anni c’era quella dell’ARPA e quella della Capitaneria, insomma i pareri e le autorizzazioni e i provvedimenti di regolamentazione di questi trasporti in ogni caso erano sempre, o abusivi evidentemente o mancanti addirittura di tutto. La cosa che mi stupisce è che la Procura della Repubblica di Marsala imbastisce il secondo provvedimento contro Nizza, il primo era per tentata estorsione addirittura nei confronti del marito e sono stati assolti tutti e ha subito pure sei mesi di carcerazione nel 2008 il Signor De Vita e poi assolto. Quindi se la Procura, non intendo necessariamente questa Procura ma in generale i sostituti che si sono succeduti dal 2008 ad oggi, all’analisi di questa vicenda, diciamo che i sostituti hanno avuto poca attenzione all’analisi di questi atti per cui direi hanno avuto, direi, una disattenzione. E’ chiaro che avranno avuto le loro ragioni ma se avessero preso tutta la documentazione acquisita dalla procura di Trapani forse ne sarebbe uscito un quadro differente sul trasporto di questi automezzi perché in ogni caso sia la prima volta che la seconda i procedimenti erano occupazione abusiva, per estorsione e oggi per violenza privata cioè sempre riconducibili al trasporto dei camion.
 
Avvocato ma allo stato attuale i camion possono stare sull’Isola Lunga?
I camion non possono stare sull’isola, c’è un problema proprio di abbandono di carcasse quindi credo sia una responsabilità non indifferente. C’è un reato penale grave, carcasse abbandonate addirittura in una zona marina protetta, dovrebbero indignarsi tutti di questo, ma continuano a guardare semplicemente se l’ombrellone della Signora Nizza è messo dritto o è messo storto.
 
Quindi a prescindere dal fatto se l’isola sia di un privato o meno un camion li non può starci
Certo, neppure a casa nostra può stare un camion abbandonato con perdita di olio, di idrocarburi o di altro. Non esiste. Tu non puoi a casa tua inquinare il tuo pezzo di terreno. La norma sull’inquinamento è particolarmente restrittiva, le norme attuali sono particolarmente restrittive, quelle varate ultimamente. Siamo dinnanzi ad una condizione che seppur in un ambiente privato è comunque reato, a maggior ragione se l’ambiente privato è inserito in un contesto di area protetta.