Connect with us

Editoriali

MATERA: OMBELICO DELLA CULTURA D'ITALIA NONOSTANTE LE STERILI POLEMICHE

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 6 minuti Molti sono i giudizi che si esprimono sulla diretta RAI da Matera nella notte del Capodanno 2015/2016

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 6 minuti
image_pdfimage_print

di Domenico Leccese

Matera – Il costo complessivo per l’operazione che prevede di portare a Matera circa cinquantamila turisti è di 585.000,00 euro iva compresa (cioè 480.000,00 euro). Fondi stanziati dalla regione Basilicata presi dai programmi Fesr 2013/2017 dell’unione Europea. La delibera di giunta è la numero 1616 del 15 dicembre 2015 che ha come obiettivo quello di potenziare la promozione turistica della Basilicata mediante, cosi dice l’atto normativo, l’organizzazione di un grande evento nella città di Matera – Capitale europea della cultura 2019. La delibera ha fatto seguito ad uno stretto accordo della Regione Basilicata con la Rai radiotelevisione italiana per 4 anni cioè 2015/2019. Il documento presentato qualche tempo fa a Roma, negli studi Rai, alla presenza del Presidente della giunta regionale lucana Marcello Pittella, prevede, per tutto il periodo, la possibilità di trasmettere il programma televisivo in diretta in prima serata ogni 31 dicembre.

Quello di quest’anno, sempre, secondo gli accordi, appare come la punta di diamante di una collaborazione più ampia. Infatti sono stati programmati non solo due interventi di circa 6/7 minuti ciascuno all’interno del programma Community e simili. Ma anche momenti di promozione del territorio della regione all’estero trasmessi su Rai Italia Prevista l’istituzione di un tavolo con il compito di valutare l’ipotesi di coproduzioni nell’ambito della tecnologia digitale tra la stessa regione Basilicata, Rai e Fondazione Matera 2019. Importante appare la circostanza che entro il 31 luglio prossimo la Regione Basilicata dovrà comunicare per iscritto alla  Rai, la volontà di collaborare alla realizzazione del programma per le annualità 2016, 2017, 2018, 2019 impegnandosi a versare all’azienda nazionale per ciascun anno di vigenza contrattuale una somma non inferiore a 585.600,00 euro.

La Regione Basilicata per i 4 anni di vigenza contrattuale sborserà circa due milioni di euro. Molti si chiedono, la spesa vale l’impresa?. Avremo un ricavato superiore alla spesa? Si potevano diversificare gli accordi con altre aziende programmando diverse iniziative turistiche? {i buoni giornalisti, prima di scrivere, si informino, la delibera è qui: http://www.basilicatanet.it/basilicatanet/files/docs/DOCUMENT_FILE_3005365.pdf

In 50mila a Matera, anche la logistica ha funzionato senza sbavature: Sono state oltre 50 mila le persone che a Matera (Capitale europea della Cultura 2019) hanno assistito alla trasmissione di Capodanno “L’anno che verrà” di Rai 1: i conduttori Amadeus e il lucano Rocco Papaleo hanno salutato e fatto gli auguri a Claudio Lippi, assente sul palco di piazza Vittorio Veneto a causa di un lieve malore che lo ha colpito nel  pomeriggio dell'ultimo dell'anno.Il 70enne conduttore è sotto osservazione presso l’Unità di terapia intensiva coronarica dell’ospedale Madonna delle Grazie della Città dei Sassi. In migliaia hanno festeggiato il nuovo anno nel centro storico e nel “presepe” dei rioni Sassi, anche ben oltre il termine della diretta televisiva.

Non è stato registrato alcun problema di ordine pubblico: ha funzionato la macchina organizzativa attivata dalla Prefettura, dalle forze dell’ordine e dall’amministrazione comunale, che si è avvalsa anche di numerosi volontari. Il pubblico (gran parte degli spettatori aveva riempito piazza Vittorio Veneto già dalle prime ore del pomeriggio) ha raggiunto in maniera disciplinata i punti di accesso all’area dello spettacolo, lasciando l’auto a casa o nei parcheggi consentiti, e rispondendo pienamente all’invito di non portare petardi e bottiglie di vetro. Il resto lo hanno fatto i controlli discreti e la sapiente dislocazione di tre maxischermi nella stessa piazza Vittorio Veneto, in piazza San Francesco d’Assisi e in piazzetta Pascoli, dove hanno trovato sistemazione quanti hanno deciso di raggiungere comunque i luoghi del maxiconcerto, anche da fuori regione, dopo aver cenato o dopo gli auguri di mezzanotte.

Le polemiche sul capodanno Rai a Matera. Non ho mai seguito il capodanno in Tv, sempre troppo impegnato a mangiare per poi uscire, per cui non saprei fare un confronto. Una cosa, però, mi salta all'occhio immediatamente, a mia memoria il capodanno Rai è sempre stato fatto in paesi del nord Italia, a mia memoria è la prima volta che il capodanno Rai ai festeggia nella colonia interna meridionale. Anche in questo piccolo simbolo Matera è la bandiera di un sud che si riscatta, che non ne può più dell'immagine piagnona e dimenticata da Cristo che si è fermato ad Eboli. Trovo normale che la grande stampa  del nord, la televisione, la politica dei poteri forti attacchino il capodanno materano notando che il conto alla rovescia sia,partito dieci secondi prima, evidenziando che è sfuggita una parolaccia ed una bestemmia fra gli sms mandati da casa (quanta sensibilità da parte di organi che difendevano le bestemmie,di Charlie), fanno il loro dovere, difendono i loro padroni. Trovo grottesco che la stessa cosa, in nome di un malcelato e patetico campanilismo, accada in Basilicata e al Sud. Ascari involontari, mosche nocchiere, servi non pagati scatenano la propria inconsapevolezza e, invece di essere felici, che tutta Italia ha ammirato quella che un tempo era una vergogna dell'umanità si affezionano ai propri difetti. Anche da Matera the South Will Rise Again. Sicuramente si è trattato di un evento importante perché ha lanciato Matera sulla ribalta internazionale e anche perché ha dimostrato che la città è pronta ad affrontare, dal punto di vista organizzativo, i grandi eventi che la caratterizzeranno nei prossimi anni. Ho letto anche critiche sull'errore RAI nel conteggio dei minuti (non sparate sulla croce rossa però….), e c'è anche il tentativo, pur di parlare contro Matera, di denigrare l'evento con mille argomenti speciosi, tra cui spiccano, in tutta la loro debolezza, le critiche per non aver mai nominato durante l'evento la città capoluogo e la sua funzione. Bisognerebbe invece partire proprio dal successo mediatico dell'iniziativa e dalla risposta della città per proporre alcune riflessioni.

Matera è stata scelta come Capitale europea della cultura e non come Capitale europea della “Industria culturale” e dei suoi meccanismi di mercato. Per me Matera meritava un concerto migliore nella sua qualità artistica. Alcuni eventi importanti sono già stati organizzati a Matera (Carreras, Mannoia e tanti altri); eventi che hanno  caratterizzato l'impegno culturale di quella città. Proporre a Capodanno un concerto di quel tipo può avere avuto una larga dimensione mediatica, ma della qualità meglio non parlarne.

Non so chi ha trattato con la RAI nazionale la presenza degli ospiti e dei conduttori, ma si legge con chiarezza la debolezza, che da tempo si scorge,  di strutture importanti regionali di adeguamento agli indirizzi e alle scelte dell'industria culturale italiana e europea. E' questa la scelta su Matera 2019? spero proprio di no. Per non parlare di questo personaggio, Rocco Papaleo, che continua a imperversare sulle scene lucane per rappresentare una visione della Basilicata e del lucano che sta solo nei suoi ricordi d'infanzia, ma non nella realtà. Qualcuno gli dica che non ne abbiamo bisogno,  per cui eviti di esibirsi in una dimensione astratta e senza professionalità. Altri artisti lucani affermati hanno più rispetto per questa terra, penso ad Arisa a Dino Paradiso, a diversi attori e scrittori che ben ci rappresentano e che quando parlano della Basilicata lo fanno con dignità, con sentimenti veri e senza malizia alcuna. Si parta, quindi, da questo evento per rilanciare la qualità del ruolo di una capitale europea della cultura, della sua capacità di presentarsi come luogo di costruzione di una dimensione culturale che rimanga negli anni e sia visibile a tutto il mondo.

Gli anni non hanno tempo  "La televisione ha detto che il nuovo anno, porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando", cantava Lucio Dalla. Alla domanda più inflazionata di un quadro che tenta invano di spiegare la profondità dell' astratto: "Con quale desiderio Lei entra nell'anno nuovo?" Karl Kraus rispondeva "Con il desiderio di essere risparmiato da domande del genere". Avrei risposto anch' io la stessa cosa. Per Cesare Pavese tutti gli anni erano stupidi, ma diventavano interessanti solo una volta trascorsi, probabilmente per la quantità di avvenimenti che nel preciso istante in cui accadevano venivano frivolamente sottovalutati, in attesa di occasioni che non si sono poi mai presentate. Victor Hugo salutava il nuovo anno che invecchia le amicizie senza invecchiare il nostro cuore, ammesso lo si abbia da qualche parte. Un anno è fatto di numeri, ma al contrario del denaro, che altro non è che una serie di numeri stampati, il tempo non si può possederlo però si può ugualmente usarlo, non si può conservarlo però si può spenderlo, una volta che lo si è perso purtroppo non puoi si può più averlo indietro, forse per questo è così prezioso, più del denaro. Anche ad Harvey MacKay bisogna dunque dar ragione, senz' ombra di dubbio. Per Wheeler il tempo è ciò che impedisce alle cose di accadere tutte in una volta, il che è una fortuna, considerando che esiste chi non riesce a gestire nemmeno un' emozione per volta, bella o brutta che sia, perchè tenta di controllare anche le emozioni come tutto quello che per ragioni di importanza crede sia a lui sottoposto. Il fatto certo, che si fa strada svirgolando tra tutte queste grandi riflessioni senza tempo, è che ad ogni inizio d' anno si stila nella mente la lista patinata dei classici nuovi propositi, che diventano ancor più interessanti nel momento in cui nessuno di questi verrà mantenuto, perchè a parole il mondo si ferma, ma nella realtà continua a girare quasi sempre nella stessa direzione. Si tenta di trovare accordi: nella vita, nelle relazioni, nella politica, ma spesso tutto continua a viaggiare spostandosi in direzioni uguali e contrarie a quelle del passato, ma sempre sui binari del disaccordo, e così si finisce sempre col pensare che gli unici accordi universalmente riconosciuti siano quelli scritti su un pentagramma. C'è chi vorrebbe regalare a tutti un mondo diverso per il nuovo anno che verrà, ma purtroppo non ha niente nemmeno per sè, se non la voglia di cambiare e le tasche piene della generosità di pensare in grande e di pensare a tutti, generosità che certamente rende oltre che nelle parole nel volto e negli occhi luminosi e puliti, ormai una rarità. Ogni minuto che passa è un'occasione per rivoluzionare tutto completamente, ed è proprio questa l' essenza del gusto di vivere il tempo, al di là dei buoni propositi o di qualsiasi discorso basato sulla progettazione della vita a scadenza, perchè non c'è una scadenza per le cose importanti, ogni cambiamento importante ha il suo tempo e l' orologio per scandire questo tempo non è in un numero che aumenta, ma nell' aumentare della nostra persistenza nel luogo esatto in cui abbiamo deciso di raggiungere un preciso obiettivo, che piccolo o grande che sia è per noi importante. (del Dott. Patrice Makabu V./Presidente Associazione Culturale Borgo Antico Portasalza)
 

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Editoriali

Da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni: 80 anni di percorso tra continuità e cambiamenti della destra italiana

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

La politica italiana ha sempre ospitato una serie di correnti e movimenti, con la destra che ha attraversato varie fasi e trasformazioni nel corso del tempo. Da Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (FdI), la destra italiana ha attraversato un percorso complesso, caratterizzato da cambiamenti ideologici, sociali e politici.

L’eredità di Giorgio Almirante e il Movimento Sociale Italiano (MSI)

Giorgio Almirante è stato una figura di spicco della destra italiana nel secondo dopoguerra. Come fondatore e leader del MSI, Almirante incarnava un nazionalismo conservatore e anti-comunista. Il MSI, nato nel 1946, era erede del Partito Fascista di Benito Mussolini e rappresentava un’ala estrema della politica italiana. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, sotto la guida di Almirante, il MSI cercò di rinnovare la sua immagine, cercando di allontanarsi dall’etichetta di “fascista” e di inserirsi nel panorama politico mainstream.

Il passaggio dall’MSI a Alleanza Nazionale

Negli anni ’90, con la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo, la destra italiana subì un cambiamento significativo. Nel 1995, il MSI si trasformò in Alleanza Nazionale (AN), sotto la leadership di Gianfranco Fini. Fini cercò di allontanare il partito dagli elementi più estremisti e fascisti, adottando una retorica più moderata e democratica. AN divenne parte integrante del sistema politico italiano, entrando a far parte di coalizioni di governo e accettando i principi della democrazia pluralista.

La rinascita della destra con Fratelli d’Italia

Tuttavia, il vento della destra italiana ha continuato a soffiare, e nel 2012 è stato fondato Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (Fdl-AN), guidato da Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Ignazio La Russa. Il partito si è posizionato come l’erede ideologico dell’AN e ha abbracciato un nazionalismo conservatore e identitario. Meloni, in particolare, ha portato una ventata di freschezza alla destra italiana, attrattiva soprattutto per i giovani e per coloro che si sentono trascurati dalle élite politiche tradizionali.

L’ascesa di Giorgia Meloni e la nuova destra italiana

Giorgia Meloni, nata nel 1977, rappresenta una nuova generazione di leader della destra italiana. Con una retorica forte e decisa, Meloni ha saputo capitalizzare sul malcontento verso l’establishment politico e sulle preoccupazioni riguardanti l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale. Fratelli d’Italia ha ottenuto risultati significativi nelle elezioni politiche, consolidando la sua posizione come uno dei principali partiti di destra in Italia.

La destra italiana nel contesto europeo

Il percorso della destra italiana, da Almirante a Meloni, riflette anche le tendenze più ampie all’interno della destra europea. La crescente preoccupazione per l’immigrazione, l’identità nazionale e la sovranità statale ha alimentato la salita di partiti di destra in molti paesi europei. Tuttavia, ciascun paese ha le sue specificità e la sua storia politica unica, che influenzano il modo in cui la destra si presenta e agisce.

La Frammentazione della Destra Italiana: Un’Analisi Politica

La politica italiana è stata da sempre caratterizzata da una molteplicità di partiti e movimenti, ognuno con la propria ideologia e visione politica. Tra questi, la destra italiana non è stata immune dalla frammentazione, che ha avuto un impatto significativo sul paesaggio politico del Paese.

Origini della Frammentazione

Per comprendere appieno la frammentazione della destra italiana, è necessario analizzare le sue origini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha visto la nascita di una serie di partiti politici di destra, che spaziavano dall’estrema destra nazionalista a movimenti conservatori più moderati.

Tuttavia, nel corso degli anni, la destra italiana ha subito numerose scissioni e divisioni interne, spesso dovute a conflitti personali, divergenze ideologiche e lotte di potere. Questi fattori hanno contribuito alla creazione di una serie di partiti e movimenti di destra, ognuno con il proprio leader carismatico e seguaci devoti.

Le Principali Fazioni

La frammentazione della destra italiana ha portato alla creazione di diverse fazioni e gruppi politici, ciascuno con le proprie caratteristiche e obiettivi. Tra i principali vi sono:

  1. Forza Italia: Fondato da Silvio Berlusconi nel 1994, Forza Italia è stato uno dei principali partiti di centro-destra in Italia per diversi decenni. Tuttavia, nel corso degli anni, il partito ha subito diverse scissioni e ha visto la nascita di nuove formazioni politiche.
  2. Lega Nord: Originariamente un movimento separatista del Nord Italia, la Lega Nord si è trasformata in un partito nazionale di destra sotto la leadership di Matteo Salvini. La Lega Nord è nota per le sue posizioni anti-immigrazione e euroscettiche.
  3. Fratelli d’Italia: Un partito di destra nazionalista fondato da Giorgia Meloni nel 2012, Fratelli d’Italia è diventato uno dei principali attori della destra italiana. Il partito si basa su un nazionalismo conservatore.
  4. Movimento Sociale Italiano (MSI): Originariamente un partito neofascista fondato nel dopoguerra, il MSI è stato successivamente trasformato in Alleanza Nazionale e infine assorbito da Forza Italia. Tuttavia, una parte dei suoi ex membri ha continuato a operare all’interno di movimenti di estrema destra.

Impatto sulla Politica Italiana

La frammentazione della destra italiana ha avuto un impatto significativo sulla politica del Paese. Innanzitutto, ha reso difficile per la destra italiana presentare un fronte unito e coeso, spesso conducendo a coalizioni fragili e instabili.

Inoltre, la frammentazione ha alimentato la polarizzazione politica in Italia, con i vari partiti di destra che competono per attirare l’elettorato con discorsi populisti e promesse di cambiamento. Questo ha contribuito a una maggiore instabilità politica e ha reso difficile per il Paese affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali.

Prospettive Future

Il futuro della destra italiana rimane incerto, con molte domande sulla sua capacità di unirsi e presentare un fronte coeso. Tuttavia, con l’aumento del nazionalismo e del populismo in Europa, è probabile che la destra italiana continui a giocare un ruolo significativo nella politica del Paese. In conclusione, la frammentazione della destra italiana è stata una caratteristica persistente della politica italiana, con profonde implicazioni per il Paese nel suo complesso. Mentre la politica italiana continua a evolversi, sarà interessante osservare come la destra italiana si adatterà e influenzerà il futuro del Paese.

Conclusioni

Il percorso della destra italiana da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni è stato caratterizzato da continuità e cambiamento. Mentre alcuni principi fondamentali, come il nazionalismo e il conservatorismo, sono rimasti costanti, il modo in cui questi principi sono stati interpretati e presentati è cambiato nel corso degli anni. Con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, la destra italiana si trova oggi in una fase di rinnovato vigore e ambizione, giocando un ruolo sempre più centrale nel panorama politico nazionale.

Continua a leggere

Costume e Società

Famiglie allargate si o no?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Le ricerche sociologiche, oggi, vedono un forte cambiamento nell’assetto familiare. Tale condizione ha origine sia da un mutamento nel concetto di genitorialità che nel ruolo della famiglia all’interno della società: cambiano le persone, si modificano le strutture familiari, mutano le coppie, si spostano gli interessi di ogni singolo individuo, passando dalla condivisione all’individualizzazione.

Molti aspetti legati alla natura psicologica del singolo soggetto subiscono un cambio repentino: si pensa più a sé stessi che agli altri. In questo scenario, siamo di fronte a molte trasformazioni che vanno ad incidere, inevitabilmente, sulla composizione della famiglia stessa.

Quello che cambia oggi rispetto a circa 50 anni fa è legato alle cause della nascita delle nuove famiglie “allargate”, “ricomposte” o “ricostituite. Mentre un tempo le famiglie ricostituite si formavano dopo la morte di un coniuge, dagli anni ‘70, invece, con la possibilità anche in Italia di ricorrere a separazione e divorzio, si sono verificati cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad una nuova struttura di queste famiglie.

Le famiglie “allargate”, ovvero le famiglie composte da due partners che hanno vissuto l’esperienza della fine di un precedente matrimonio, da cui almeno uno ha avuto figli che attualmente vivono con loro, hanno la caratteristica di avere confini più labili e incerti rispetto alla famiglia “tradizionale”, sia in termini biologici che legali. I processi relazionali sono sicuramente più complessi, sia nella comprensione che nella gestione, sono flessibili e hanno un inizio e un’evoluzione molto rapida.

Le famiglie ricostituite sono state definite “cespugli genealogici”, per la loro ampia estensione orizzontale anziché verticale. Mentre alcuni studiosi non appoggiano totalmente questi cambiamenti, altri fanno fronte alle nuove forme familiari che non possono essere ignorate, ma devono essere comprese e sostenute.

Le famiglie ricostituite vivono la crisi di chi, con storie diverse e diversi modi di affrontare i problemi, deve trovare dei compromessi per affrontare insieme nuove situazioni.
Gli studi affermano che i precedenti rapporti coniugali e la loro chiusura siano stati rielaborati, con una buona definizione delle attuali relazioni e con confini chiari, in modo che i partner possano iniziare un nuovo rapporto senza rancori passati. È importante che i figli non abbiano un atteggiamento oppositivo verso il nuovo partner, sperando in una riappacificazione tra i suoi genitori. Questo sarà direttamente proporzionale ai livelli di chiarezza e definizione raggiunti.

L’età dei figli è importante: i bambini in età prescolare potrebbero manifestare regressioni, nascondendo il desiderio di farsi accudire. Per i ragazzi la necessità di conferme da parte del genitore biologico potrebbe invece lasciare il posto alla rabbia verso il genitore acquisito, soprattutto nella fase adolescenziale, all’interno della quale avviene il processo di costruzione della loro identità e questo totale mutamento potrebbe essere percepito come un ostacolo.
In questa fase, per i figli, il formarsi di una famiglia allargata, sancisce definitivamente la fine della relazione tra i genitori biologici, e spesso questo può portare alla paura inconscia che affezionandosi al genitore acquisito, in qualche modo si “tradisca” quello biologico. La causa che ne consegue è che ciò potrebbe portare i figli ad allearsi con quest’ultimo e sviluppare un senso di protezione morboso.

In ogni caso la genitorialità è ancora più difficile poiché i genitori dovranno imparare a gestire eventuali conflitti e gelosie tra i fratelli acquisiti. Nelle famiglie allargate è opportuno costruire nuove identità familiari, nuove stabilità ed equilibri.
A tale proposito, non si può dare una risposta definitiva alla domanda “Le famiglie allargate sì o no?”, poiché essendo in continua espansione necessitano di sostegno e di supporto. Sicuramente nelle famiglie ricostituite possono innescarsi situazioni particolari, ma dare una “valutazione” negativa o positiva non è certo il modo migliore per andare verso un processo di accettazione.

Di concerto, le famiglie ricostituite possono racchiudere al loro interno grandi risorse ed elementi di ricchezza per tutti i componenti, i quali si troveranno a contatto con abitudini, tradizioni, modelli e storie diverse dalle proprie.

Tutto questo, se integrato con nuovi “ingredienti” e abitudini comuni diviene un elemento fondamentale per la crescita e il benessere di tutti, portando alla costruzione di nuovi equilibri.

Continua a leggere

Editoriali

Riforma tributaria e abrogazione legge Pittella: l’Avvocato Lucarella presenta petizione alla Camera dei Deputati

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

La legge Pittella da ormai due anni ha cambiato le carte in tavola per migliaia di contribuenti italiani: da un giorno all’altro anni di sacrifici economici e investimenti legali andati in fumo per effetto della legge 215/2021 (partorita dal Parlamento a seguito dell’emendamento che prese il nome dal suo proponente).
La questione, molto dibattuta in ambito giuridico, ha scatenato molti effetti sul piano umano e di vita reale per singoli cittadini ed imprese soprattutto medio-piccole: in pratica la legge, prevedendo la non impugnabilità dei famosi estratti di ruolo (rilasciati dalla ex Equitalia), comporta il non potersi più difendere da atti dell’amministrazione esattoriale ritenuti illegittimi se non quando una intimazione di pagamento, un pignoramento, una istanza di fallimento dovessero essere notificati.
L’Avv. Angelo Lucarella, già vice presidente coord. Commissione Giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico, docente a.c. in Diritto processuale tributario – Università degli studi di Napoli Federico II e tra gli esperti giuristi italiani invitati dal World Justice Project 2023 (sostenuto dalla Commissione Europea), ha depositato il 30 dicembre 2023 una petizione per la riforma legislativa secondo quanto previsto dall’art. 50 della Costituzione italiana.
“Si tratta di un atto doveroso: bisogna rimettere i cittadini, che avevano promosso contenziosi per cartelle esattoriali ritenute illegittime, in condizione di difendersi.
Il fatto che una legge dello Stato, di punto in bianco, faccia blocco al diritto di difesa con un effetto retroattivo implicito è contro la Costituzione italiana perché crea disparità di trattamento e violazione del diritto di difesa. Principi e diritti, quest’ultimi, anche tutelati a livello europeo e internazionale.
Con la petizione, per quanto anzitutto fatto ed atto simbolico, si istruisce un procedimento legislativo che vedrà interessarsi della questione una Commissione parlamentare apposita.
La speranza è che si giunga alla abrogazione della legge Pittella o quantomeno ad una norma c.d. di interpretazione autentica affinché si dichiari, una volta per tutte, che non è possibile alcun effetto retroattivo implicito. Sulla scorta di questa ipotetica soluzione legiferare per la riapertura dei termini contenziosi per i contribuenti che vogliono continuare le cause all’epoca avviate o quantomeno consentire loro di conciliare con l’erario allo stato del giudizio prima della legge Pittella.
Inoltre è la stessa Corte Costituzionale con la recente decisone 190/2023 ad invitare il legislatore ad intervenire quanto prima sulla questione.
Quindi ne va dello stato di diritto e della credibilità del sistema delle leggi democratiche”.
È quanto commenta l’avv. Lucarella.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti