Meno tv e colazione più energetica: ecco la ricetta salva cuore

Le cattive abitudini possono ucciderci. Meno tv e colazione più sostanziosa sono gli ingredienti di una ricetta salvacuore. Emerge da due studi della prima clinica di Cardiologia della Università nazionale capodistriana di Atene che stanno per essere presentati alla 68esima Sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology.

Secondo queste ricerche, le persone che hanno trascorso meno tempo a guardare la tv e hanno mangiato regolarmente una colazione energetica hanno avuto meno placca e rigidità nelle loro arterie, che ha come conseguenza una probabilità più bassa di sviluppare malattie cardiache o di subire un ictus.

I ricercatori hanno valutato la salute del cuore e una varietà di fattori di stile di vita in 2.000 greci con più di 40 anni. I ricercatori hanno scoperto che quelli che guardano per più di 21 ore a settimana la tv, avevano quasi il doppio delle probabilità di avere un accumulo di placca nelle arterie rispetto a quelli che invece la vedevano meno.

Lo studio ha anche scoperto che guardare più tv era associato ad un aumento del rischio di altri fattori di rischio cardiovascolare, tra cui l’ipertensione e il diabete: rispetto a chi l’ha guardata per meno di sette ore alla settimana, quelli che guardavano più di 21 ore avevano il 68% in più di probabilità di avere la pressione alta e il 50% più probabilità di avere il diabete. In una seconda parte dello studio i ricercatori hanno scoperto che coloro che mangiavano una colazione molto energetica (che contribuiva per il 20% alle calorie del giorno) tendevano ad avere arterie significativamente più sane di quelli che mangiavano poco o che invece non facevano affatto colazione. La rigidità arteriosa era anormale nel 15% di quelli che saltano la colazione, nel 9,5% di quelli che consumano una colazione a basso consumo energetico (tra 5 e 20% di calorie giornaliere) e nel’8,7% di quelli che consumano una colazione molto energetica. Analogamente, nelle arterie carotidi è stata trovata più placca nel 28% delle persone che saltano la colazione, nel 26% di quelle che consumano una colazione a basso consumo energetico e nel 18% di quelle che consumano una colazione ad alta energia. Sempre rimanendo nell’argomento, un ampio studio condotto da epidemiologi e nutrizionisti della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston e diretto da Gang Liu, poco tempo fa, sostiene che mangiare frutta secca, in particolare noci (almeno 5 ‘manciate’ a settimana per circa 28 grammi l’una) può offrire una protezione per i pazienti diabetici, contrastando almeno in parte il loro elevato rischio cardiovascolare. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi all’alimentazione di 16.217 persone di entrambi i sessi, prima e dopo la diagnosi di diabete, in particolare i dati inerenti il consumo di frutta secca durante un periodo di diversi anni.

Durante il periodo di monitoraggio sono stati registrati 3.336 casi di malattia cardiovascolare (inclusi 2.567 infarti e 789 ictus) e 5.682 decessi (1.663 per problemi cardiovascolari e 1.297 per tumore). Dallo studio è emerso che consumare 5 o più porzioni di frutta secca a settimana riduce il rischio cardiovascolare di un paziente diabetico del 17% rispetto a un paziente che ne consumi meno di una porzione al mese (in particolare riduce del 20% il rischio di infarto, del 34% il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 31% la mortalità per tutte le cause). Inoltre, rispetto alle persone che, dopo la diagnosi di diabete, non hanno modificato le proprie abitudini alimentari relativamente al consumo di frutta secca, coloro che ne hanno incrementato i consumi presentavano una riduzione dell’11% del rischio cardiovascolare, una del 15% del rischio di infarto e una del 25% del rischio di morte per cause cardiovascolari, infine una riduzione del 27% del rischio di morte prematura per qualunque causa.