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Cultura e Spettacoli

Merano e le sue meraviglie: da visitare i giardini di Sissi

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I Giardini di Sissi a Castel Trauttmansdorff, situati ad est di Merano lungo la strada che conduce a Merano 2000, sono considerati tra i più belli al mondo. Grazie al clima mite e alla vegetazione dei paesi del sud, questi giardini possono fare miracoli per la salute e il benessere.

Già nella seconda metà dell’Ottocento, turisti provenienti da tutta Europa giungevano a Merano per godere dei suoi benefici. Tra i visitatori più illustri della città di cura figurava l’imperatrice Elisabetta d’Austria, nota come Sissi, che aveva scelto Castel Trauttmansdorff come sua residenza invernale.Nel 2013, la Garden Tourism Conference di Toronto, in Canada, ha riconosciuto l’unicità di questa meraviglia meranese assegnandole il titolo di Giardino Internazionale dell’Anno.I Giardini di Castel Trauttmansdorff si sviluppano attorno a un laghetto di ninfee come un anfiteatro, con oltre 80 ambienti botanici provenienti da tutto il mondo. Grazie alle numerose stazioni interattive, ai padiglioni artistici, ai punti panoramici, al Giardino proibito e al Regno sotterraneo delle piante, questi giardini affascinano i visitatori di tutte le età.Sul monte che sovrasta i giardini botanici si erge Castel Trauttmansdorff, maniero che oggi ospita il Touriseum, il Museo Provinciale del Turismo. Qui i visitatori possono fare un viaggio nel tempo attraverso due secoli di storia del turismo, immersi in scenografie fantasiose e suggestive.

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Cronaca

Dai Castelli Romani a Scafati: “Un Presepe Pop” di Cristoforo Russo

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Napoli – al via la personale di pittura “Un presepe Pop” di Cristoforo Russo presso la Galleria Arte Barbato (Scafati-Corso Nazionale, 327). La mostra con la critica del docente universitario Rosario Pinto, sarà visitabile gratuitamente per tutte le festività natalizie.

Cristoforo Russo riapproda così in Campania, sua terra natia, dopo il successo della tappa primaverile di Roma, tenutasi presso il prestigioso museo Venanzo Crocetti, ed il tour estivo. “Abbiamo iniziato tre anni fa con Manhattan Transfer a Piazza del Popolo – racconta l’artista -, poi il progetto è cresciuto diventando glocal – ovvero globale e locale. Oggi Un Presepe POP tenta di condensare cultura, società e religione: presentiamo il progetto qui all’ombra del Vesuvio durante l’avvento, il periodo cristiano per eccellenza di preparazione alla Natività di Cristo, alla ricerca delle nostre radici e per una rinascita autentica del nostro puer aeternus. Farlo qui grazie a Franco e Marisa è la conferma che noi tutti possiamo fare bene il bene, proprio come avviene sul presepe, una sorta di luogo in cui gli adulti tornano bambini ed i bambini si sentono adulti. Considero simbolicamente il presepe attraverso una visione fantastica e ben venga POP se si intende di matrice popolare, di lettura intuitiva ed a favore del popolo. La mia urgenza pittorica è a favore di un territorio come questo che ha ancora tanto da raccontare, attraverso il potenziale dell’arte, a tutte le età ed a tutti i livelli. Confido da sempre nell’operosità espressiva, unica vera medicina per una società sempre più omologata e priva di polarità”.

Nei dipinti esposti, l’autore analizza le opere dei grandi Maestri, attraverso il caleidoscopio della commedia dell’arte (Rugantino, Meo Patacca, Pulcinella, Arlecchino, Pantalone) e delle maschere da tutto il mondo (i supereroi, le maschere asiatiche, quelle africane).

“Nella nostra galleria accogliamo la bellezza, non quella fine a se stessa, ma quella che viene espressa dal diverso – dichiarano i curatori Marisa Nastro e Franco Barbato -. Ne comunichiamo le sfumature, che poi sottoponiamo ai giovanissimi (infatti accogliamo molte scuole) per alimentare il loro senso critico e agli intenditori. Con piacere oggi al vernissage della mostra “Un Presepe Pop” hanno partecipato gli artisti Angelo Casciello, Franco Iuliano e Antonio Carotenuto”.

La mostra “Un presepe Pop”, condivisa dalla Onlus Paolo Salvati e dal Museo di Pulcinella, ha raccolto le energie di numerosi partner da tutto il mondo, capaci di condividerne l’emozione e lo spirito benefico a favore di “Mente e Coscienza” (ODV-ETS Associazione di Volontariato per le disabilità). Tra essi la testimonianza della giornalista Maria Consiglia Izzo, Ciro Califano con le sue poesie, Paluna Erboristeria con le sue suggestioni, ed il regista Michele Monetta con le immagini gentilmente concesse per progetto ICRA.

“Questa mostra di Cristoforo Russo è un esempio di interazione tra dimensione critica, dimensione espositiva e dimensione creativa, che insieme possono costituire una prospettiva di visione complessiva all’interno della quale si giustifica la creatività nell’età contemporanea e dove chiaramente il percorso artistico non può essere spalmato sull’orizzonte né del mercato in quanto tale né di una creatività che sia completamente avulsa dai processi di comunicazione. Quindi diventa fondamentale avere un punto di riferimento, che può essere per certi aspetti connesso alle considerazioni della cultura americana degli anni ’20 e ’30, e vedere come queste cose oggi è possibile leggerle andando a recuperare motivi che fanno parte della nostra cultura, i significati locali. E, quindi, scoprire che il locale si fa globale e viceversa, in un’interazione estremamente produttiva che viene resa possibile da aspetti di contaminazione e grande fertilità”, afferma il Professor Rosario Pinto.

Un presepe Pop: un appuntamento da non perdere, rivolto a tutti gli appassionati di arte e, soprattutto, ai più piccoli da sempre destinatari della promozione delle tradizioni.

Ingresso Gratuito dal 23 novembre al 10 dicembre presso la Galleria Arte Barbato sul corso Nazionale 327 di Scafati (Salerno) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 (domenica con appuntamento).

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Cultura e Spettacoli

Il costume ciociaro in Giappone

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Terra di cultura. di antiche vissute tradizioni, rispettosa della natura nelle sue varie manifestazioni, ligia alle leggi ed alle regole e ai principi della civile convivenza, eccezionali capacità scientifiche e produttive, non ignorando arte e cultura in realtà ingredienti costitutivi della civiltà nipponica, come la quantità sterminata di musei e di biblioteche e di istituzioni culturali documentano.



 

Anche se tante contingenze e realtà quali la lingua, la cultura, le abitudini porterebbero a rendere difficoltosa ogni ipotesi di contatto, la storia pertanto richiama all’ordine e ci informa anche di alcuni fatti che, pur se di numero limitato, documentano la presenza ciociara.

 

La chiusura secolare al mondo occidentale venne addolcita e gradualmente cancellata a partire dalla metà del 1800 grazie all’Imperatore Mutsuhito (1852-1912) che nel corso della lunga presenza  rivoluzionò la vita culturale, artistica, industriale del Paese: è il periodo Meiji cioè del ‘regno illuminato’ che si fa iniziare nell’ottobre del 1868 fino alla morte dell’imperatore il 30 luglio 1912. Dopo una breve parentesi sul trono del figlio, nel 1926 fu nominato imperatore il nipote di Mutsuhito, Hirohito, protagonista della grande guerra contro gli Stati Uniti e vittima delle due esplosioni nucleari nell’agosto 1945.

 

Per rimanere nel tema dell’arte una iniziativa dell’imperatore fu anche quella di far conoscere la tecnica pittorica occidentale e in particolare la tecnica della pittura all’olio completamente sconosciuta in Giappone e la prima iniziativa fu l’invito al pittore Antonio Fontanesi ad insegnare in una scuola pubblica, a Tokyo.

 

L’opera del Fontanesi fu enormemente apprezzata e tale da aprire negli anni a venire un indirizzo pittorico di notevole successo noto come  lo stile yoga, cioè soggetti giapponesi e tecnica occidentale, alla quale gran parte degli artisti aderì, non solo all’olio ma anche al pastello e al carboncino, fino al presente.

 

E una visita del Prof. Yakou della Università Hokkaido a proposito di un quadro, nella mia collezione, di una pittrice francese della quale nella cattedrale di Nagasaki esistono due grandi opere su cui sta indagando e ricercando, mi ha aperto gli occhi su alcuni artisti giapponesi nel corso del 1800 a Roma non insensibili alle ragazze in costume ciociaro incontrate nei luoghi turistici. E dai suggerimenti del Prof.Yakou, qui appresso pur se brevemente, la presentazione di quattro di questi artisti che a cavallo tra ‘800 e ‘900 assieme allo studio delle antiche vestigia non mancarono di serbare ricordo e memoria delle ciociare di Piazza di Spagna o di Palazzo Farnese.

 

Kaneyuki Hyakutake (1842-1884). E’ il primo che incontriamo, prima  a Parigi nel 1878 e poi a Roma nel 1880. Faceva parte del servizio diplomatico e allo stesso tempo artista impegnato. A Parigi  frequentò lo studio di Léon Bonnat dal quale apprese gli elementi pittorici basilari occidentali come pure  il vivo interesse che l’artista francese nutriva per i soggetti ciociari. Infatti Bonnat fa parte della numerosa schiera degli artisti innamorati della iconografia ciociara, delle donne in particolare, tanto che a lui si debbono decine di quadri con ciociare. A Roma Hyakutake affianco all’attività diplomatica, frequenta lo studio di Cesare Maccari e ne assimila l’interesse per l’antico.  Qui presentiamo una sua opera di una ciociarella.

 

Hisashi Matsuoka (1862-1944) nel 1876-78 assieme al collega Asai Chū  frequenta le lezioni che Antonio Fontanesi tiene sulla tecnica pittorica occidentale. Nel  viaggio  a Roma nel 1880 dove  frequenta anche lui come il collega Hyakutake, lo studio di Cesare Maccari, poi  i corsi liberi all’ Accademia di Francia  e due anni  dopo all’Accademia di Belle Arti dove nel 1887 consegue il diploma  quindi, dopo il lungo soggiorno romano, ritorna in patria. Qui con il collega Asai Chū ed altri fondarono, seguendo i nuovi indirizzi yoga, l’Associazione Arte Meiji  dedicandosi all’insegnamento che portò avanti al livello di Università a Tokyo.

 

Takeji Fujishima (1867-1943).  Influenzato dal Liberty, fu uno dei massimi esponenti di pittura occidentale nel Giappone di fine XIX secolo ed artista della Casa imperiale” e considerato tra i più amati, anche per i suoi scritti sulla mitologia, l’estetica e il design.

Nel 1905 inizia il viaggio in Europa che lo porta per un paio di anni a Parigi dove frequentò le lezioni di Cormon e poi a Roma fino al 1909 dove seguì con particolare interesse gli insegnamenti di Carolus-Duran direttore all’Accademia di Francia. Quindi in Giappone dove si inserì con successo nell’insegnamento adoperandosi alla diffusione e altresì all’integrazione con quella giapponese, delle nuove metodologie e correnti pittoriche occidentali dello yoga. Si dedicò anche all’approfondimento della propria arte attraverso lo studio dei maestri del Rinascimento italiano maturando quel concetto della semplicità che gli fu guida e altresì motivo di insegnamento.

 

Hakutei Ishii (1882-1958). Studiò  pittura ad olio ed acquarello  sotto Asai Chū, allievo di Fontanesi, e successivamente sotto Takeji Fujishima; allo stesso tempo fedele alla tradizione nipponica approfondì la conoscenza della incisione xilografica che pure contribuì a promuovere con le sue numerose opere.

Soggiornò a Roma nel 1910 e poi a Parigi dove oltre al perfezionamento della  tecnica  pittorica, ampliò notevolmente la propria conoscenza  visitando e studiando le opere e mostre sul fauvismo, il futurismo, il cubismo, l’astrattismo sulle quali tematiche, tornato in patria, scrisse intensamente e per cui la Francia tributò la propria riconoscenza conferendo il titolo di Cavaliere della Legion d’Onore. Qui una sua bella ciociara dal fascino..orientale.

A Roma e a Tivoli realizzò numerose opere.

Privo di virus.www.avast.com

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Cultura e Spettacoli

Al via la 7° edizione del Castelli Romani Film Festival Internazionale

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Questo fine settimana tra Ariccia, Frascati e Lanuvio ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

Al via la 7ª edizione del Castelli Romani Film Festival Internazionale, evento ideato e prodotto dalla Fondazione Punto e Virgola, in collaborazione con i Comuni di Ariccia, Frascati e Lanuvio.

La manifestazione, giunta alla 7° edizione, negli anni ha guadagnato un seguito di appassionati, attirando cineasti, amanti del cinema e spettatori da tutto il mondo.

Un Contesto Incantevole per il Cinema

Il Festival del Cinema ai Castelli Romani è un evento unico perché si svolge in una delle regioni più affascinanti d’Italia. Le pittoresche città collinari, con le loro piazze storiche e vedute panoramiche mozzafiato, forniscono uno sfondo perfetto per la magia del cinema. E la combinazione di cinema e cultura locale crea un’atmosfera davvero magica.

Selezione Eclettica di Film

Il Festival del Cinema ai Castelli Romani si distingue per la sua selezione eclettica di film. Le proiezioni comprendono una varietà di generi, dalla commedia all’horror, dal documentario al film d’autore. Questa diversità offre qualcosa per tutti i gusti, garantendo che ogni spettatore trovi film che catturino la sua immaginazione. Inoltre, il festival dà spazio anche a registi emergenti, offrendo loro l’opportunità di condividere le loro opere con un pubblico più ampio.

Incontri con i Cineasti

Una delle caratteristiche più affascinanti del Festival del Cinema ai Castelli Romani è la possibilità di interagire con i cineasti stessi. Dopo le proiezioni, spesso ci sono sessioni di domande e risposte con i registi, che permettono al pubblico di ottenere una prospettiva unica sul processo creativo dietro ai film. Queste interazioni rendono l’esperienza cinematografica più coinvolgente e personalizzata.

Il Festival del Cinema ai Castelli Romani è molto più di un semplice evento cinematografico; è un’esperienza che unisce il fascino dei Castelli Romani con la magia del cinema. Questo festival offre un’opportunità unica per immergersi in una vasta gamma di film, interagire con cineasti talentuosi e celebrare la cultura locale.

Tutte le proiezioni saranno ad ingresso libero sino ad esaurimento dei posti

PROGRAMMA:

FRASCATI – Cinema Politeama, Largo A. Panizza 5:

Venerdì 3 novembre
ore 20:00 – Addio al nubilato 2
ore 21:30 – Follia

Sabato 4 novembre
ore 18:00 – Mamma qui comando io
ore 20:00 – Prima di andare via
ore 22:00 – Elohim

Domenica 5 novembre
ore 16:00 – Billie’s Magic World
ore 18:30 – Una preghiera per Giuda


LANUVIO – Teatro Comunale, Via San Lorenzo:

Domenica 5 novembre
ore 17:00 – Cortometraggi


ARICCIA – Palazzo Chigi, Piazza di Corte 14:

Venerdì 10 novembre
ore 19:00 – Nìpa
ore 21:00 – La caccia

Sabato 11 novembre
ore 16:30 – L’uomo che disegnò Dio
ore 18:30 – Lo sposo indeciso

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