Messina, smantellato il clan Mangialupi: 21 arresti e sequestro di beni per 10 milioni di euro


di Roberto Ragone




MESSINA – La vasta operazione del G.I.C.O., denominata 'Dominio', scattata in seguito a indagini durate due anni, coordinate dal Comando Provinciale delle GDF di Messina, ha portato all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere, oltre a tre provvedimenti di presentazione alla P.G. emessi dal G.I.P. del Tribunale di Messina, dottoressa Monia De Francesco, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Messina, operazione che ha colpito e smantellato il clan ‘Mangialupi’.




Con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso sono stati arrestati: Domenico La Valle, Paolo De Domenico, Francesco Laganà, Antonino Scimone, Alfredo Trovato, Salvatore Trovato e Giovanni Megna, tutti appartenenti al clan Mangialupi, operante a sud di Messina. Altre quattordici persone sono state arrestate per traffico di stupefacenti, estorsione, furti, rapine e detenzione illegale di armi. Le complesse indagini svolte dalla GDF hanno messo in luce attività economiche facenti capo in particolare al La valle, fiancheggiato da Paolo De Domenico e Francesco Laganà, cioè società di noleggio di apparecchi da gioco e scommesse, una sala giochi, un distributore di carburante, una rivendita di generi di monopolio e numerosi immobili, tutti intestati a prestanome. È stato anche accertato che il distributore di carburante fungeva anche da ‘cassa continua’ per l’organizzazione, mentre un  bar di proprietà del La Valle era luogo di incontro per gli elementi della banda. Sono stati anche messi in evidenza i metodi mafiosi di gestione delle attività: le videoslot non di proprietà del La Valle subivano furti continui e danneggiamenti.


 


In un caso, invece, a subire un brutale pestaggio è stato un extracomunitario, reo di aver realizzato una grossa vincita presso le macchinette del La valle. Il prestigio del La Valle era tale, che anche privati cittadini si rivolgevano a lui per avere giustizia, come il proprietario di un cane da caccia di un certo valore, che ne aveva subito il furto. Il cane fu restituito, con le scuse del ladro. Sono stati quindi apposti i sigilli a tre società di noleggio di apparecchiature da gioco e scommesse e a diciotto immobili, fra i quali una lussuosa villa con piscina e un attico a Messina, una rivendita di generi di monopolio, e  un’imbarcazione tipo gommone, per un complessivo valore di circa dieci milioni di euro. Arrestati inoltre, per reati che vanno dal furto all’illecita detenzione di armi, a plurime cessioni di stupefacenti e a reiterate violazioni delle disposizioni di sorveglianza speciale di P.S., anche Alberto e Francesco Alleruzzo, Angelo e Giovanni Aspri, Carmelo Bombaci, Nunzio e Santo Corridore, Francesco Crupi, Domenico Galtieri, Giuseppe Giunta, Daniele Mazza, Francesco e Gaetano Russo, e Mario Schepisi.