Mezzogiorno, lo sviluppo economico nella rivoluzione digitale

Il 19 Ottobre 2023, FONDITALIA in collaborazione con l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, ha svolto un seminario dal titolo “Innovazione, formazione e sviluppo
economico.

Il Mezzogiorno di fronte alla rivoluzione digitale”. Già dal titolo si può dedurre la vastità dell’argomento nonché una tematica che tocca da vicino questioni molto attuali.
Tra i relatori del seminario il Professore Marco Zaganella (Università degli studi
dell’Aquila, CNR-ISEM) che ha sviscerato un argomento davvero interessante e degno di essere citato in una testata giornalistica.
“L’obiettivo del mio intervento è quello di analizzare come il Mezzogiorno si rapporti
con gli attuali processi di modernizzazione, – ha detto Zaganella – tenendo conto delle trasformazioni che il lavoro sta registrando dall’avvio della rivoluzione digitale a partire dagli anni ’70 e ’80 del XX secolo”.

Come si può dedurre dai giornali e dalla politica, il XX secolo è stato definito come il
secolo della terza e della quarta rivoluzione industriale. Le informazioni che riceviamo,
dai media e dagli economisti, non fanno altro che ricalcare come le trasformazioni
economiche del nostro Paese stanno accelerando a fronte di un altrettanto potente
sviluppo dei processi tecnologici e di innovazione.

Il professore Zaganella a sostegno di ciò ha dichiarato che, “il mio è un intervento che trae spunto da un’indagine condotta nell’ambito dell’Osservatorio, con il supporto dei TCR di Fonditalia, finalizzata ad analizzare il rapporto esistente, all’interno delle imprese aderenti al Fondo, tra innovazione, formazione e sviluppo economico.”

Dalla documentazione dell’indagine emerge come molte imprese, soprattutto del
Mezzogiorno, faticano a comprendere i cambiamenti del mondo del lavoro a seguito
della rivoluzione digitale. In effetti, il Sud Italia registra un’economia aziendale ad alta
intensità di lavoro, ma una bassa produzione e uno scarso approccio all’innovazione.
La situazione economica del Mezzogiorno risale alle prime aziende dell’800, dove gli
aspetti peculiari erano: le materie prime e l’uso di infrastrutture legate al territorio. In
quel periodo lo sviluppo del Sud Italia non era negativo, ma con la crisi (es. motivi
politici, economici, istituzionali e internazionali) degli anni ’70 dello scorso secolo le
imprese meridionali si sono disinteressate al concetto di modernità economica.

Si sono registrati, ha detto il professore Zaganella, una serie di situazioni sfavorevoli
allo sviluppo economico del Mezzogiorno, tra cui:

  • uno scarso interesse del capitale culturale;
  • la rottura tra disponibilità di materie prime e industrializzazione;
  • la nascita di un’economia della conoscenza (l’uso della digitalizzazione);
  • l’aumento della concorrenza e la rivoluzione informatica.

Di fronte a questi elementi, il Mezzogiorno non ha saputo reagire alle nuove sfide
economiche e digitali, rilevando incapacità di organizzazione imprenditoriale (es.
mancato investimento nella formazione dei dipendenti).
Tali aspetti hanno evidenziato una forte spaccatura tra Nord e Sud Italia; mentre nelle
regioni settentrionali (es. Vento, Emilia-Romagna, Marche e Toscana) lo sviluppo della
piccola-media impresa ha rilevato notevoli risultati, nelle regioni meridionali le
aziende hanno registrato gravi difficoltà.
Tra le problematiche del Mezzogiorno si annoverano:

  • il collegamento ad una civiltà agraria;
  • sviluppi economici disgregati;
  • il peso del latifondo come sistema economico statico e per nulla innovativo.

Questi aspetti hanno messo in crisi anche la formazione imprenditoriale e la nascita di
una cultura che si muove verso l’innovazione e l’informatizzazione. Perciò, il Mezzogiorno necessita di una “restaurazione imprenditoriale” sia a livello economico che produttivo. Il Sud deve ricorrere a nuovi stimoli e a nuove prospettive per volgere il proprio sguardo verso un futuro economico più innovativo. Sarebbe opportuno investire sull’aumento del capitale umano e culturale e, inoltre, riparare le basi economiche per arrivare a vertici aziendali più competitivi sia sul piano industriale-imprenditoriale che internazionale.