MIGRANTI: L'ESODO CONTINUA, TRE NAUFRAGI IN TRE GIORNI

di Angelo Barraco
 
Roma – Sono tanti i migranti che tentano ogni giorno la traversata per approdare sulle nostre coste, il mare però è imprevedibile e le imbarcazioni da loro utilizzare non facilitano di certo queste lunghe e faticose traversate. Nella maggior parte dei casi si trasformano in vere e proprie tragedie poiché il sovraccarico di persone all’interno di imbarcazioni, omologate per un preciso numero di ospitanti, rende  il viaggio un inferno poiché si verificano malesseri dovuti alle condizioni disumane a bordo, morti a causa della fame e della sete e diffusione di malattie. Il Canale di Sicilia è ancora un cimitero a cielo aperto che silenziosamente accoglie corpi senza nome. L’ultima tragedia riguarda un barcone pieno di migranti e semiaffondato. Il repentino intervento della nave Vega della Marina Militare ne ha salvati 135, sono stati recuperati però 45 cadaveri. Il timore è che vi siamo decine di dispersi, ma la stima è provvisoria e potrebbero essere un centinaio. Ma questa non è l’unica operazione di salvataggio di migranti poiché nell’ultimo periodo sono stati salvati circa 4.000 immigrati in 22 operazioni di soccorso, con l’intervento di 7 unità della Guardia Costiera, un’unità spagnola del dispositivo Eunavformed, un’unità spagnola del dispositivo Frontex, un’unità navale della ONG Sea Watch, 4 rimorchi, 3 mercantili. Nelle 22 operazioni sopracitate rientra anche un’operazione che ha portato al recupero di 96 persone, tra cui un bambino di 5 anni in ipotermia. Nella giornata di ieri, 27 maggio, è stato recuperato un peschereccio carico di migranti, ne sono stati salvati 562, cinque sono morti ma si teme che molti altri siano rimasti incagliati nell’imbarcazione che rapidamente si è inabissata. La tragedia è avvenuta a venti miglia dalle coste libiche, già da diversi anni teatro di incidenti e inabissamenti. Quando la Marina Militare individua il peschereccio in mare lo descrive come “precarie condizioni di galleggiamento con numerosi migranti a bordo”. Quando la Marina è sul posto inizia a distribuire i giubbotti di salvataggio ma l’imbarcazione sta per affondare “dopo alcune rilevanti oscillazioni, si è capovolto a causa del repentino movimento dell'elevato numero di persone a bordo”, così hanno iniziato a recuperare i naufraghi. 
 
Analizzando i dati dell’agenzia Frontex emerge che i migranti giunti sulle coste italiane all’inizio del 2015 erano circa 36mila, nel 2014 erano 170mila e nel 2013 erano 45mila. Nei primi mesi del 2015 vi è fu uno spostamento ad est dei migranti dove circa 39 mila giunsero in Grecia contro i 50.831 del 2014. Secondo i dati emersi, in territorio ellenico sono stati registrati 2.700 migranti. Gli arrivi in Italia attraverso il Mediterranio avrebbero subito una riduzione del 13%. Il direttore di Frontex ha commentato “C’è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche, sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull’isola di Lesbo durante i mesi di picco dell’ultimo anno”
 
Il fronte politico italiano alza la voce in merito ai flussi migratori. Il leader della Lega Matteo Salvini “Di fronte alle 4.000 persone salvate ieri, ai morti annegati, agli oltre 40 mila sbarcati dall'inizio dell'anno non possiamo stare zitti e fermi. Vogliamo presentare le nostre proposte. Ci rifiutiamo di assistere a questo disastro in silenzio” e commenta la tragedia in mare scrivendo sul suo profilo facebook “Altri 45 morti in fondo al mare, altro sangue sulla camicia di Renzi. E intanto Alfano dice che io sarei un ASSASSINO…Chi li invita a partire, li condanna a morire. Senza contare i danni subiti da milioni di cittadini italiani. #‎stopinvasione”. Angelino Alfano invece “quando eravamo a 170 mila arrivi, nel 2014 e gli altri paesi a zero, la redistribuzione era a nostro vantaggio. Ma ora che ne sono arrivati tantissimi in Grecia, Ungheria, Austria non è neanche detto che saremo tra i paesi cedenti migranti con i ricollocamenti e non dovremmo invece prenderne”.