Milano, confiscati beni per quasi 10milioni di euro a boss in ombra di ‘ndrangheta

I Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Milano hanno proceduto al sequestro propedeutico alla confisca di prevenzione di 96 immobili ubicati nei comuni di Legnano, Parabiago, Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, Castellaneta, San Giorgio su Legnano, San Giuliano Milanese, Pero, Turate, Oggiono, Cassano Magnago, di due autovetture e di altri valori mobili per un valore complessivo di oltre 9.500.000 euro, in esecuzione al provvedimento emesso dal Tribunale di Milano nei confronti di P.M., imprenditore 58enne, con precedenti, al quale, contestualmente ai sequestri, è stato notificato l’avvio del procedimento per l’irrogazione della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di 4 anni.

P.M., già in passato colpito da analogo provvedimento di prevenzione che aveva sancito una pericolosità sociale la cui intensità era fondata, tra i vari illeciti commessi, anche dall’aver ricoperto un ruolo apicale in un’associazione per delinquere composta da 33 persone e dall’aver intrattenuto rapporti con soggetti condannati per associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetistico, è gravato da condanne passate in giudicato per associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta ed altri reati economici che gli hanno consentito l’accumulazione di un ingente patrimonio immobiliare ora attinto dal sequestro di prevenzione.

Gli accertamenti che la Procura della Repubblica ha svolto, attraverso i Carabinieri della squadra misura di prevenzione, sul conto di P.M. e dei suoi congiunti – condotti anche attraverso la revisione sistematica dei passati procedimenti penali che sin dal 2007 hanno visto coinvolto P.M. – hanno infatti permesso di delineare sul conto dello stesso un quadro di pericolosità  sociale ancora attuale e di ricostruire il suo ruolo di dominus e amministratore di fatto di un complesso reticolo di società intestate a prestanome, utilizzate per accumulare e schermare l’ingente patrimonio immobiliare, frutto del reinvestimento dei capitali illegittimamente conseguiti, ora colpito dal sequestro emesso dall’Autorità Giudiziaria di Milano.

In concomitanza con i sequestri dei beni di cui sopra la Guardia di Finanza di Milano e Varese ha proceduto al sequestro di oltre 265.000 euro giacenti nei conti correnti intestati ai prestanome e alle società colpite dal provvedimento del Tribunale di Milano.