Milano, in manette 4 componenti di una banda criminale: l’accusa è di sequestro di persona a scopo di estorsione

MILANO – Arrestati i 4 componenti di una banda criminale accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Milano Porta Monforte, che hanno portato avanti le indagini, hanno eseguito il mandato di arresto emesso dal GIP e trasferito i 4 banditi in carcere, due presso la casa circondariale di Milano San Vittore e due alla casa circondariale di Pavia.

I quattro, tutti egiziani di età compresa tra i 23 ed i 39 anni, residenti a Milano e Marcignago (PV), due dei quali con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, in concorso tra loro e previa scrupolosa pianificazione, avevano atteso la vittima, un 41enne loro connazionale, all’uscita di casa, lo avevano caricato con forza sulla loro autovettura, privato del telefono cellulare, gli avevano coperto il volto con un cappuccio e la bocca con del nastro adesivo per impedirgli di chiedere aiuto. Lo avevano poi portato in una cascina, sita nei pressi di Pavia, ove lo avevano trattenuto contro la sua volontà, colpendolo ripetutamente con calci e pugni, cagionandogli un trauma facciale e contusioni multiple in varie parti del corpo, minacciandolo di morte con un coltello puntato alla gola e con una piastra elettrica rovente, nonché sottoponendolo a prolungate sevizie fisiche e mentali, anche consistite nel fargli credere che gli avrebbero sparato. Tutto ciò al fine di costringerlo a firmare 5 cambiali in valuta egiziana, del valore di circa 6.000 euro, a titolo di indennizzo della corrispondente somma di denaro che, per il suo tramite, avevano precedentemente consegnato ad un altro 41enne connazionale, nel frattempo resosi irreperibile, che aveva procurato loro i nulla osta, poi rivelatisi falsi, necessari ad ottenere permessi di soggiorno per motivi lavorativi per i loro familiari.

Una volta ottenute le cambiali firmate, gli arrestati avevano condotto la vittima alla stazione F.S. di Pavia ove l’avevano liberata solo dopo averla costretta a salire sul primo treno diretto a Milano. I fatti sono accaduti tra le ore 01:50 e le ore 05:30 dell’8 ottobre 2019.