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Cronaca

MILANO, MAFIA SUGLI APPALTI DELLA FIERA DI MILANO E DI EXPO

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Tempo di lettura 2 minuti Undici persone, tra cui un avvocato, sono state arrestate. Al centro reati tributari, riciclaggio e associazione per delinquere con l'aggravante della finalità mafiosa

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Redazione
 
Milano – Reati tributari, riciclaggi e associazione a delinquere con l'aggravante della finalità mafiosa. Con queste accuse 11 persone, tra cui un avvocato, sono state arrestate nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano. Agli arrestati sarebbero riconducibili alcune aziende a cui erano stati affidati appalti per l'Expo e per l'Ente Fiera di Milano. Stando alle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto, Ilda Boccassini, e dai pm, Paolo Storari e Sara Umbra, le mani di Cosa Nostra sarebbero arrivate anche a quattro padiglioni nell'esposizione universale: quelli di Francia, Kuwait, Guinea Equatoriale e dello sponsor Birra Poretti. I finanzieri hanno eseguito anche un sequestro preventivo di diversi milioni di euro.

Gli arrestati avrebbero ottenuto in tre anni 20 milioni di appalti per l'ente Fiera di Milano attraverso la società Nolostand. Al centro dell'inchiesta c'è anche il consorzio Dominus. Le società del consorzio erano intestate a prestanomi e attraverso un sistema di fatture false creavano fondi neri. Il denaro, secondo l'accusa, era poi riciclato in Sicilia dove gli indagati avrebbero legami con la famiglia mafiosa dei Pietraperzia (Enna). Si tratta di operazioni di riciclaggio di denaro da milioni di euro. Fiumi di soldi che ottenuti con gli appalti, tornavano in Sicilia in borse di plastica, valigie e perfino in un canotto. La figura principale dell’inchiesta è Giuseppe Nastasi. Un imprenditore che si occupa di allestimenti fieristici e che, insieme ad altri soggetti che fungono da prestanome, avrebbe commesso una serie di reati tributari per importi assai rilevanti. Nell’ordinanza si legge che Nastasi è apparso subito in rapporti molto stretti con Liborio Pace (con cui è socio), già imputato per appartenenza alla famiglia mafiosa di Pietraperzia e che dalle indagini appare come elemento di collegamento con detta famiglia. Il gip Mannocci sottolinea come sia chiaro che un meccanismo quale quello emerso sia stato reso possibile da amministratori di aziende, consulenti, notai e commercialisti che non hanno voluto vedere quello che accadeva intorno a loro.

Il procuratore capo di Milano, Francesco Greco, ha parlato di vicenda inquietante che dimostra l'interconnessione fra organizzazioni criminali e realtà economica. "Qui si parla di fondi neri, operazioni estere, evasione fiscale, che è uno dei sistemi più diffusi di accumulo di proventi illeciti. Le organizzaizioni criminali sono riuscite a inserirsi nelle partecipate pubbliche. Questa è una circostanza inquitente". Mentre Ilda Boccassini, capo del dipartimento Antimafia della procura, parla della "incredibile quantità di denaro sottratto al fisco da parte di imprenditori lombardi e siciliani. Un fiume di denaro contante, prodotto e transitato in nero, che in parte da Milano arrivava in Sicilia. Imprenditori pagavano operai per farsi costruire in casa vere e proprie camere di sicurezza per il denaro contante". Sul giro di affari delle società coinvolte spiega: "In pochi mesi, le società osservate hanno generato proventi per 20 milioni di euro, in parte trasferiti in Slovacchia e Romania". Il gip Mannocci ha parlato invece di un meccanismo "desolante, con logiche e, soprattutto, condotte che si presentano in territorio lombardo con le stesse modalità con cui, da oltre un secolo, si manifestano in territorio siciliano".

Il pm di Milano Paolo Storari ha focalizzato le responsabilità: "Qua non c'è il tema che Expo non ha controllato, è Nolostand (società del gruppo Fiera Milano, ndr) che non ha controllato e questa non è un'indagine su Fiera Milano ma sul consorzio di Nastasi che si è infiltrato in Fiera, con la Fiera, che poi ha lavorato per Expo"

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Andria, blitz nei negozi e ristoranti: boom di “lavoratori in nero”

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Numerosi i controlli effettuati dai militari dell’Arma a diversi esercizi commerciali bar e ristoranti nel centro di Andria dove sono state rilevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di circa 20.000 euro.
Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Andria, coadiuvati da personale del Nucleo
Ispettorato del Lavoro eseguivano delle attività ispettive in alcuni ristoranti del comune di
Andria dove venivano riscontrate diverse violazioni del Testo Unico Sicurezza sul Lavoro,
entrato in vigore nel 2008, che costituisce indubbiamente il principale riferimento legislativo sul tema della sicurezza dei lavoratori.
Gli articoli contestati sono diversi e riguardano principalmente l’omessa sorveglianza sanitaria e la formazione dei lavoratori nonché la presenza di alcuni lavoratori senza relativo contratto, i cosiddetti “lavoratori in nero”, privi della tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie
professionali.
Sono state elevate sanzioni amministrative e ammende pari a circa 20.000 euro e nel contesto
ispettivo veniva applicato anche il provvedimento della sospensione dell’attività imprenditoriale a seguito degli accertamenti dei lavoratori irregolari e gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Continueranno nei prossimi giorni i controlli da parte dei militari in tutta la Provincia BAT al
fine di ridurre, soprattutto con l’inizio della stagione estiva, il fenomeno del lavoro a nero.

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Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Settimo Milanese, tenta di violentare due minorenni : in manette un 22enne

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A Settimo Milanese, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato, in esecuzione ad una ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, un ventiduenne di nazionalità ecuadoriana, ritenuto responsabile del reato di tentata violenza sessuale ai danni di due minori, una classe 2010 e l’altra 2012, entrambe residenti in quel centro.

La misura scaturisce dall’attività investigativa, avviata dalla Stazione di Settimo Milanese nel mese di gennaio del 2023, che ha consentito di ricostruire in maniera dettagliata due distinti episodi avvenuti rispettivamente il 30 gennaio 2023 ed il 19 febbraio 2024 e che hanno visto quali vittime le due ragazze.

Dalle indagini condotte si è accertato che la prima vittima, mentre stava passeggiando con il proprio cane, veniva pedinata dall’uomo che dopo averla raggiunta all’interno dello stabile condominiale in cui la stessa vive, la avvicinava in prossimità dell’ascensore ed improvvisamente iniziava a stringerla a sé con la forza. In tale circostanza solo la pronta reazione della ragazza che riusciva a divincolarsi dalla presa riusciva ad interrompere il proposito delittuoso dell’uomo.

Nel secondo caso gli accertamenti investigativi espletati hanno consentito di appurare che lo stesso soggetto, con un’azione criminale pressoché identica, aveva avvicinato un’altra ragazza minore all’uscita da scuola, pedinandola fino all’ingresso del condominio in cui la stessa abita e dopo essere salito con quest’ultima all’interno dell’ascensore, all’apertura delle porte l’uomo, con una mossa repentina, la afferrava per il maglione tentando di tirarla verso di sé. Anche in questo caso la pronta reazione della minore, che riusciva a guadagnare la fuga, aveva consentito di evitare ulteriori conseguenze.

L’arrestato è stato condotto presso la propria abitazione e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria.

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