Milano: maxi confisca al mago delle frodi fiscali

 

Red. Cronaca
 
MILANO – I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno dato esecuzione a un decreto con il quale il Tribunale di Milano ha disposto la confisca di 40 immobili del valore di 4.200.000 euro, nonché di 64 rapporti finanziari per un importo complessivo di 1.700.000 euro circa, riconducibili a Domenico Bianco, contestualmente sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per la durata di 2 anni.

Il Bianco, pluripregiudicato per associazione per delinquere e per reati fiscali e societari, è attualmente indagato da varie Procure – tra le quali spicca quella di Milano – per una nutrita lista di reati della stessa indole che consentono di delineare la figura di un professionista fiscale privo di scrupoli, serialmente dedito alla commissione di reati di natura societaria e tributaria attraverso i quali è stato in grado di accumulare un ingente patrimonio immobiliare che, mascherato da una fitta rete di prestanome, veniva messo ulteriormente a profitto mediante l’affitto “in nero” a cittadini extracomunitari. Un patrimonio immobiliare già aggredito, nel luglio del 2015, con un provvedimento di sequestro di prevenzione che ha trovato ampia conferma nel decreto di confisca a cui si è data esecuzione.

Gli esiti degli accertamenti svolti dai Carabinieri della squadra misure di prevenzione della Procura della Repubblica di Milano hanno permesso di ricostruire l’articolato castello di società riconducibili a Domenico Bianco, ma intestate a prestanome italiani e stranieri, e utilizzate dallo stesso per emettere fatture relative ad operazioni inesistenti con le quali realizzava enormi guadagni attraverso la creazione di fittizi crediti d’IVA fraudolentemente portati in detrazione. Il meccanismo consentiva ingenti accumuli di capitali che, mediante inesistenti pagamenti a società – intestate ai medesimi prestanome – ubicate all’estero, venivano trasferiti su conti correnti stranieri da dove rientravano clandestinamente in Italia in contanti.

Gli elementi raccolti nell’ambito dei procedimenti penali aperti nei confronti del Bianco consentono di ipotizzare che lo stesso, da molto tempo, mettesse la sua rete di società a disposizione di imprenditori senza scrupoli intenzionati a realizzare profitti sottratti all’imposizione fiscale trattenendo per se una percentuale di quanto realizzato.

Il procedimento di prevenzione ha preso le mosse dagli approfondimenti investigativi che la squadra misure di prevenzione dell’aliquota CC della sezione di P.G. di Milano ha esperito nell’ambito di analogo procedimento instaurato a carico dei fratelli Rocco e Domenico Cristodaro, sospettati essere i contabili del sodalizio criminale facente capo alla famiglia Mangano attiva in Milano e Palermo, nei cui confronti lo stesso reparto aveva proceduto alla confisca di un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare frutto di attività illecite. Nell’ambito di tale indagine Bianco era emerso quale soggetto in grado di gestire numerose società, utilizzate per emettere false fatturazioni, sulle quali transitavano ingenti somme di denaro incoerenti con l’attività effettivamente svolta  dalle stesse.

Ulteriori accertamenti consentivano di individuare il reticolo societario facente capo all’uomo e gli immobili intestati alle varie società.

L’attività di riscontro svolta successivamente ai sequestri, finalizzata ad analizzare le effettive capacità reddituali di Bianco e del suo nucleo famigliare e la reale operatività delle società, consentiva di delineare la sperequazione tra la redditività ufficiale dell’uomo e le sue reali possidenze nonché il reimpiego di capitali illecitamente accumulati che la normativa antimafia pone come basi per addivenire al provvedimento ablativo di primo grado.