MILANO, SAN RAFFAELE: INDAGATI PER TRUFFA NOVE DIRIGENTI

di Silvio Rossi

 

Milano – Ventotto milioni di rimborsi indebitamente percepiti. Con questa accusa sono state indagate nove persone, tra cui il medico personale di Berlusconi, Alberto Zangrillo, e l’amministratore delegato del gruppo Nicola Bedin. Secondo quanto affermato gli inquirenti, al termine dell’operazione «Pronto Rimborso», presso la struttura sono stati effettuati almeno quattromila interventi chirurgici senza la presenza degli specialisti abilitati secondo quanto prevedono le norme. Per ottenere i rimborsi sui registri veniva registrata la presenza di personale che non era invece in sala operatoria, falsificando i registri.


L'inchiesta. Nell’inchiesta sono stati indagati, oltre a Zangrillo, primario del servizio di rianimazione, e Bedin, anche Mario Valzecchi, che ha ricoperto il ruolo di amministratore fino al 2012, e che ha già patteggiato una condanna di 34 mesi per il crac del San Raffaele. Gli altri accusati sono il direttore sanitario Roberts Mazzuconi e cinque primari dei servizi di Cardiologia, Chirurgia Vascolare e Urologia. Non è la prima volta che la Guardia di Finanza punta l’occhio sulla struttura medica di Cascina Gobba, assoluta eccellenza sotto il punto di vista strettamente medico, ma dalla gestione che ha lasciato molti dubbi, sin dai tempi dell’amministrazione legata al suo fondatore Don Luigi Verzé. Il sostituto procuratore Giovanni Polizzi ha consegnato la conclusione delle indagini, con le accuse per i nove dirigenti, si attende ora il pronunciamento per l’eventuale rinvio a giudizio.