MONDIALI NUOTO: ARGENTO PER I 200 STILE PER LA LEGGENDARIA FEDERICA PELLEGRINI

Lacrime di tensione e gioia di Federica Pellegrini per la sesta medaglia iridata nel giorno del 27esimo compleanno. L’oro alla statunitense Katie Ledecky

di Cinzia Marchegiani

kazan – Federica Pellegrini è scoppiata in lacrime alla notizia della sua medaglia d’argento stile libero ai mondiali di nuoto a Kazan in Russia. "Sono felice" -racconta ai microfoni, ma non riesce a trattenere la tensione e le lacrime , poi continua – "Pensavo di non farcela. Tutti mi dicevano di fare i 400 perché lì la medaglia era sicura ed i 200 erano troppo veloci… E' stato importantissimo, per me, riuscire a prendere una medaglia nello stile a dieci anni dalla prima, nel mio ultimo mondiale".

Per la leggendaria Federica, amata dai suoi connazionali come la regina del nuoto, si tratta della sesta medaglia iridata nel giorno del suo ventisettesimo compleanno a dieci anni di distanza dalla prima conquistata. Oro per la statunitense Katie Ledecky in 1`55"16 davanti a Federica Pellegrini in 1`55"32, ed alla statunitense Melissa Franklin in 1`55"49.
Nel giorno del suo ventisettesimo compleanno la Divina del nuoto azzurro, un oro olimpico, quattro titoli mondiali, undici primati del mondo (tra cui l'attuale dei 200 sl in 1'52"98), si è regalata il secondo posto nei 200 stile libero ai mondiali di Kazan in 1'55"32 (27"28, 56"45, 1'26"09 i passaggi) battuta solo dal fenomeno mondiale la diciottenne americana Katie Ledecky che vince in 1'55"16.

E' l'ennesimo record della sua sconfinata e leggendaria carriera: è per la sesta volta sul podio iridato nei "suoi" 200 stile libero. Un'impresa che nasce a Montreal dieci anni fa: argento nel 2005, bronzo nel 2007, oro nel 2009 e 2011, argento nel 2013. Solo Ryan Lochte domani nei 200 misti la potrebbe eguagliare (tre ori, un argento ed un bronzo dal 2005).

Lacrime di gioia  per la Pellegrini,  e tanta tensione che solo i grandi campioni trattengono nelle fibre dei propri muscoli, pronti però a scattare e dare il meglio di se stessi nel momento unico delle gare attese anche dopo mesi e anni di allenamento.