La chiusura improvvisa dello studio della dottoressa Salvatore accende il dibattito sulla crisi dell’assistenza sanitaria locale
Monte Compatri si trova al centro di un acceso dibattito tra i suoi cittadini, in seguito al trasferimento dello studio medico della dottoressa Stephanie Salvatore a Grottaferrata.
il post che annuncia il trasferimento
La notizia, comunicata in modo inaspettato tramite un biglietto affisso sulla porta dello studio che recita “Chiedo perdono per il disagio”, ha sollevato un coro di proteste tra i pazienti, già provati dalla recente scomparsa del dottor Enrico Dandaro e dal pensionamento di molti altri medici nella zona.
I residenti esprimono il loro sconcerto per una situazione che si fa sempre più critica.
“Non ci sono più valori, è una vergogna”, afferma un paziente infuriato.
“Dopo la pandemia, tutto è cambiato: i medici si sono adeguati, ma chi ci rimette è sempre il paziente”. Questo sentimento di abbandono è condiviso da molti, che lamentano una crescente difficoltà nell’accesso ai servizi medici nella loro comunità.
Le parole di un altro cittadino risuonano come un grido di allerta: “I nuovi medici non rispecchiano il Medico di famiglia di una volta. Non hanno tempo per il paziente e, in caso di urgenza, ci si ritrova a dover prendere appuntamento come se si trattasse di una visita specialistica”.
Questa trasformazione del sistema sanitario, secondo i residenti, sta negando loro il diritto a un’assistenza tempestiva e umana.
Il malessere collettivo si amplifica in un contesto in cui l’Italia si trova a fronteggiare un invecchiamento della popolazione senza adeguate risposte da parte del sistema sanitario.
“È un paese di vecchi e, se non hai possibilità, ti attacchi”, sostiene un altro cittadino, chiedendosi perché non si pensi a misure concrete per agevolare le persone anziane.
La situazione attuale a Monte Compatri è solo un riflesso di una problematica più ampia, che tocca da vicino il cuore di molte comunità italiane. La mancanza di medici di famiglia, la difficoltà di accesso alle cure e la percezione di un servizio sanitario che non tiene conto delle reali esigenze dei pazienti sono questioni che richiedono un’attenzione urgente.
In questo clima di insoddisfazione, i cittadini di Monte Compatri si uniscono in un appello collettivo: un richiamo alla responsabilità da parte delle istituzioni e dei professionisti della salute, affinché venga ripristinato un servizio medico realmente vicino ai bisogni della comunità.
La speranza è che, attraverso il dialogo e l’impegno, si possa tornare a garantire un’assistenza sanitaria che metta al centro il paziente, riscoprendo così quei valori di umanità e disponibilità che sembrano essersi affievoliti nel tempo.