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MONTE SAN BIAGIO: INIZIATO COUNT DOWN PER LA TRE GIORNI DEDICATA ALLA SALSICCIA

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Tempo di lettura 2 minuti Pochi lo sanno, ma la patria della salsiccia è a meno di un'ora di treno da Roma.

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Redazione
Monte San Biagio (LT)
– Tre giorni dedicati alla conoscenza di questa autentica eccellenza gastronomica 6/8 marzo: il modo di prepararla e degustarla, l’atmosfera di convivialità, l’intreccio di sapori, culture e tradizioni saranno il perfetto connubio per diffondere e valorizzare il territorio. Produttori e cuochi insieme per far conoscere, anche a chi non è del luogo, la versatilità in cucina di questo prodotto: classica alla brace, tradizionale con i broccoletti locali, con i fagioli ed ancora antipasti, primi piatti, secondi e pizze per deliziare anche i palati più esigenti.

A portare da queste parti la tradizione della salsiccia furono, secoli or sono, i Longobardi. E' da allora che gli abitanti del posto condiscono la carne di maiale solo con il coriandolo. Il coriandolo è infatti un potente antibatterico e per questo ne custodisce le proprietà: i Longobardi, che la sapevano lunga, ne facevano il giusto utilizzo. Questo popolo nomade, inoltre, preferiva ricavare dai maiali solo salsicce e salami, perché facilmente trasportabili e subito commestibili. Ed ecco quindi che la gastronomia si mescola alla storia, con un processo produttivo che è rimasto praticamente immutato nei secoli. I semi di coriandolo vengono fatti essiccare o vengono abbrustoliti prima di aggiungerli alle salsicce, il cui retrogusto di fumo, dovuto al fatto che vengono fatte "maturare" per due o tre di giorni in un locale con un camino acceso con legna di lentisco, rappresenta un'altra loro caratteristica peculiare. Prima di essere insaccata in budelli naturali, inoltre, la carne viene bagnata con il vino Moscato di Terracina, mentre la conservazione sott'olio avviene preferibilmente con olio extravergine di oliva della cultivar Itrana.

Cibo di primissima qualità, insomma, ma non solo: la Sagra della Salciccia rappresenta anche una buona occasione per scoprire Monte San Biagio e il suo territorio ricco di storia, se si pensa che fino all'unità d'Italia Monticelli, questo il primo nome della località, fu il primo centro abitato del Regno delle Due Sicilie in cui si imbattevano i viaggiatori che da Roma raggiungevano Napoli mediante la Via Appia. E così dalla Porta di San Rocco, da quella dedicata a San Vito oppure dalla Porta del Castello, non c'è che scegliere la strada che si preferisce per entrare a visitare il centro storico medievale del paese, dolcemente adagiato su una collina a 133 metri sul livello del mare. Nei dintorni meritano una visita l'Epitaffio, una costruzione in pietra di stile classico che si trova al km 109,400 della Via Appia, e poco distante la Torre – costruita durante il pontificato di Sisto V – che segnò fino al 1870 il confine dello Stato Pontificio. E ancora il Castello, costruito sui ruderi di una fortezza o di un tempio romano, che domina il bacino Fondi-Monte San Biagio, il mausoleo dell'Imperatore Galba e il Passo di Portella. Per gli amanti della natura è impossibile non visitare la sughereta di San Vito, l'unica esistente in Italia con alberi di alto fusto, che si espande su una zona di circa 300 ettari e ospita sughere e lecci di oltre cent'anni.

Curiosità
Pochi lo sanno, ma la patria della salsiccia è a meno di un'ora di treno da Roma. E precisamente a Monte San Biagio, in provincia di Latina, dove questo insaccato viene preparato in modo unico, come la storia del paese insegna. La salsiccia di Monte San Biagio infatti è condita con la "petarda", ovvero con il coriandolo, così come facevano i Longobardi. Il gusto è forte o fortissimo, dipende se la si sceglie carica o meno carica di peperoncino: ma è certamente una leccornia e quando se ne prova una è difficile smettere di mangiarla.
 

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Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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