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Roma

MONTI E LA TELA DI PENELOPE

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Tempo di lettura 2 minuti L’Italia che con arroganza credeva di fare stupida una nazione, che guarda caso, è una dei maggiori paesi emergenti, oggi si trova prostrata ed umiliata davanti ai suoi partners

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Emanuel Galea

Dimentichiamo per un attimo le ragioni e le motivazioni di Penelope nell’aver escogitato lo stratagemma del “lenzuolo funebre”  passato alle cronache come la famosa tela che Penelope tesseva durante il giorno per poi disfarla la notte. Focus sul fatto: fare per poi disfare. Quando il 16 novembre 2011 Silvio Berlusconi lasciò Palazzo Chigi,  al termine della cerimonia di consegna della campanella del Consiglio dei ministri al nuovo presidente Mario Monti,  l’Italia, si disse e percepì, fece un sospiro di sollievo poiché vide nel professore bocconiano il promesso “salvatore della Patria”.

In quei giorni lo spread Btp-Bund toccò livelli record, oltre 570 punti e intanto, si fece avanti lo spettro del default seguito dal  panico a piazza affari. Titoli come “Berlusconi credibilità Italia sotto zero”, “Nessuna credibilità internazionale” apparsero sulle testate dei giornali locali ed estere e molti riproposero il sorriso sarcastico di Sarkozy e l’ammiccamento ironico della Merkel, purtroppo molto eloquenti. Questo il quadro della situazione Italia in quel momento.

Poi venne Monti, il senatore a vita, così l’Italia e non solo, a suo dire, è rifiorita.  Lentamente lo spread ha sfebbrato, l’azienda nostrana ha arretrato lievemente dal vortice che stava per fagocitarsi l’intero stivale, il panico a piazza affari si è, in un certo senso, e non tanto, dileguato. Monti, bandiera viva dell’Italia, trionfa in Europa e lo stesso Obama vede nella sua politica un format da seguire. Monti abilissimo a tessere la tela, lavora notte e giorno e mai, crediamo noi, avrebbe potuto immaginare che la tela della speranza potesse diventare il lenzuolo funebre inanellato con la credibilità di tutta una nazione. Il governo Monti inciampa sulla strana vicenda dei due marò mostrando una tela tarlata. La storia è ben conosciuta e si può fare a meno di ripeterla ancora una volta. Il governo italiano, dal professore guidato, rincorre una rissa di luoghi comuni e finisce per compromettere le relazioni diplomatiche tra due nazioni. All’inizio della faccenda le trattative transitavano su binari normali, l’onore dell’Italia, rappresentato dall’ambasciatore italiano a New Delhi, Daniele Mancini, fu alto. I due marò godevano di trattamenti particolari. Poi, qualcosa si è rotto.

Dopo la regolare venuta natalizia, i due marò tornano di nuovo a casa per le votazioni ma questi non verranno riconsegnati alle autorità indiane. Un gesto che si è concluso con una genuflessione: umiliati, i due marò, vengono accompagnati dal sottosegretario agli esteri Staffan De Mistura vengono riaccompagnati e riconsegnati nelle mani delle autorità indiane. I maligni domandano, se in tutto questo pasticcio c’entrano in qualche modo gli “elicotteri Augusta” e tutti i pasticci a loro connessi. Se questi due marò, che ormai saranno guardati con sdegno, sbeffeggiati, indicati come quelli che volevano fare i furbi, siano in qualche modo merce di scambio. Se così fosse sarebbe molto triste e grave.

L’Italia che con arroganza credeva di fare stupida una nazione, che guarda caso, è una dei maggiori paesi emergenti, oggi si trova prostrata ed umiliata davanti ai suoi partners. Monti aveva costruito una credibilità; aveva tessuto il suo governo e, non crediamo alla storiella che la responsabilità sia tutta di un semplice ministro,  ha affossato il nome dell’Italia e lo ha reso lo zimbello dell’Europa e non solo.  Qualora si verificassero fondate le chiacchiere che tutto questo pasticcio meschino ed improvvido sia stato fatto per fini di scambi commerciali, quel lenzuolo funebre che Penelope preparava per il  suocero Laerte, anche senza volerlo, rischia di avvolgere il buon nome ferito e prostrato del Bel Paese.
 

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Cerveteri, oli esausti e rifiuti pericolosi in un’autofficina: sequestrata l’intera area e denunciato il titolare

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I Carabinieri della Stazione di Cerveteri, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Forestale di Civitavecchia, nonché del personale A.S.L. e Ufficio Tecnico e Polizia Locale di Cerveteri hanno svolto un’attività ispettiva presso un’autofficina.
Nel corso del controllo sono emersi gravi violazioni, sia sul piano amministrativo che su quello ambientale: non solo l’esercizio verificato è risultato privo delle previste autorizzazioni e comunicazioni agli Enti preposti, ma l’area ove il medesimo sorge è risultata caratterizzata dalla presenza di varie tipologie di rifiuti, soprattutto olii esausti, speciali e pericolosi, non adeguatamente trattati come invece previsto dalla vigente normativa di settore.
Il titolare dell’attività, immediatamente sospesa, è stato pertanto segnalato per i vari profili di responsabilità sia all’Autorità Giudiziaria che a quella sanitaria, mentre l’intera area interessata è stata posta sotto sequestro.

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Cronaca

Monterotondo, ladre in azione: arrestate 3 giovani donne

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MONTEROTONDO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, hanno denunciato tre giovani donne di origini romene, appartenenti all’insediamento spontaneo di via Tiburtina a Roma, gravemente indiziate del reato di ricettazione.
Dopo una segnalazione di furto giunta al 112, i Carabinieri sono intervenuti in un supermercato eretino dove hanno fermato tre donne nel tentativo allontanarsi, dopo essere state notate mentre cercavano di impossessarsi di alcuni prodotti dagli scaffali.
I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di rintracciare il veicolo utilizzato dalle fermate, all’interno del quale i Carabinieri hanno rinvenuto un grosso quantitativo di prodotti alimentari asportati da un altro supermercato.
Le donne, non avendo fornito una valida giustificazione sulla provenienza della merce, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Tivoli per il reato di ricettazione, ed è stato notificato loro il provvedimento di allontanamento dal comune di Monterotondo, emesso dal Questore di Roma, con divieto di ritorno per 3 anni.

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Roma

Roma, minacciato al collo con due bottiglie di vetro e costretto a consegnare lo smartphone: in manette due uomini

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ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo hanno arrestato due cittadini romani – di 31 e 36 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine – gravemente indiziati dei reati di rapina e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Un giovane, 22enne romano, ha denunciato di essere stato avvicinato da due uomini a lui sconosciuti che, in evidente stato psicofisico alterato, lo hanno afferrato al collo e minacciato con due bottiglie di vetro, facendosi consegnare lo smartphone per poi allontanarsi, in via di Boccea altezza metro Cornelia. Richiesto aiuto al 112, tramite alcuni passanti, sono interventi sul posto i Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo che grazie alla descrizione fatta dal giovane e tramite la localizzazione del telefono asportato, hanno individuato i due sospettati nei pressi della fermata metropolitana “Battistini”.
Alla vista dei militari, gli indagati hanno spintonato i Carabinieri al fine di darsi alla fuga ma sono stati bloccati. Con loro avevano ancora la refurtiva che è stata riconsegnata al 22enne.
Presso le aule di piazzale Clodio, il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e ha disposto per i due la misura cautelare degli arresti domiciliari.

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