MONTI, I PENSIONATI E LA BEFFA DEL PRINCIPIO DI EQUITA’

Emanuel Galea

Roma – In questo carnevale che impazza, truccati da “new entry” della politica con un maquillage da fare invidia alle signore più agée, cercano di camuffarsi quei personaggi, tutti indistintamente, che alla Camera ed al Senato, votarono il decreto, così detto, “salva Italia “.

I pensionati faranno bene a ricordarsi che quel decreto, fra i vari guai, contempla il blocco dell’indicizzazione delle pensioni con importi superiori al doppio di quella sociale. Partiti di destra, di sinistra, di centro ed affini hanno fatto finta di protestare contro questo provvedimento.

I sindacati hanno indetto un paio d’ore di dimostrazioni di rito e tutti vissero felici e contenti, all’infuori dei malcapitati pensionati.

Tutti questi partiti, oggi, stanno cercando di chiamarsi fuori e credendo che i pensionati siano ormai “una classe di rimbambiti” tentano di dare qualche pacca sulle spalle salutando con il solito cliché ipocrita di “ciao bello, ciao bella”, tentando di imprimere nella mente dell’anziano, tra un salamelecco e l’altro, la propria preferenza sperando che il pensionato oggi possa dimenticare la ferita che gli è stata inflitta assieme al Governo tecnico dei professori.

Fortemente imbarazzato, il Professor Monti, che ha ormai perso la faccia e tutta la credibilità soprattutto dopo la  patacca della “seconda fase”, vorrebbe far digerire agli italiani di aver fornito indiscussa prova di equità. E’ stata una colossale debacle per lui e una delusione per tutti gli ingenui che ci credevano.

I presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani braccati dall’opinione pubblica
, avevano anche loro dichiarato di voler partecipare ai sacrifici comuni per il bene del paese e avevano promesso di tagliare i loro stipendi e quelli dei deputati entro il 31 gennaio 2012. Volevano solidarizzare con i pensionati.
Sono stati di parola. Quale parola?  La loro parola , s’intende!
.
Il 30 gennaio 2012 hanno rilasciato un comunicato stampa in cui si diceva che i tagli agli stipendi non ci sarebbero stati. In sostituzione avevano deciso di rinunciare all’aumento di circa 700 euro netti derivanti dal cambio di sistema, da vitalizio a contributivo.
 
La beffa e l’insulto all’intelligenza dei pensionati italiani si aggravava perché i parlamentari stabilivano che gli importi derivanti dal passaggio al sistema contributivo andavano conferiti in un fondo speciale.

A questo punto si è consumata la lacerazione al principio d’equità di cui il professor Monti andava fiero. Si dubita che lo sia ancora.

Il pensionato è stato costretto (con atto imperio) a rinunciare ad un aumento derivante dall’indicizzazione, impoverendo il suo già magro reddito; Il parlamentare, ritenendo di essere sopra la legge, ha stabilito che l’importo della rinuncia,  congelato,  andava a conferire in un fondo a sua disposizione.

Questo decreto smentisce, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la legge è uguale per tutti.

Il pensionato davanti alla legge non ha alcuna voce, si è visto depauperare i miseri 16-21 euro annui, logorando il proprio potere d’acquisto ma deve stare zitto e non parlare perché non conta niente. Purtroppo, triste a dirlo, sembra di ripiombare nei tempi del Marchese del Grillo. Ancora echeggia nell’aria la fatidica frase: “ io so io e voi non siete un ……………..” Sii indulgente onorevole e perdona l’ardire dei vili pensionati!!

Morale della favola che poi, tanto favola non è. Questa è una triste vicenda italiana dei tempi nostri. Le cose da fare erano due, o lei caro Professor Monti , così amante dell’equità, faceva in modo di istituire un fondo dove conferire gli importi dei pensionati bloccati dall’indicizzazione, tenendoli a loro disposizione e così facendo,  si sarebbe instaurata la parità con il trattamento dei parlamentari, oppure  faceva in  modo da far sparire quella targa dalle aule di giustizia : “La legge è uguale per tutti”, per lo meno il civilmente debole sarebbe stato perennemente  conscio del suo destino.

Pensionati d’Italia, oggi è il momento giusto per ricordare ieri. Il vissuto dei giorni passati dovrebbe servire da lezione per il domani. Nessuno si deve dare per vinto! Si può fregare tutti per un certo periodo, qualcuno per sempre, ma non si può fregare tutti in eterno. Infine, ci si deve fidare di tutti, ma mai lasciare agli altri il compito di tagliare il mazzo.  Il 24-25 febbraio prossimo, il mazzo è in mano al cittadino. Il pensionato ha un’occasione d’oro. Chiuso nella cabina elettorale può condurre il gioco. Ci si augura che lo faccia davvero  perché altrimenti c’e’ sempre il detto: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

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