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"Mostro di Firenze – Al di là di ogni ragionevole dubbio": intervista esclusiva al Prof. Francesco Bruno e Paolo Cochi

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Tempo di lettura 7 minuti Il libro verrà presentato venerdì 16 dicembre, alle ore 18.30, presso la sede dell’Università ecampus di Firenze

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di Angelo Barraco
 
Firenze – “Mostro di Firenze" – Al di là di ogni ragionevole dubbio” è un libro che racconta in modo capillare e dettagliato gli 8 terribili duplici omicidi che hanno insanguinato le campagne della toscana dal 68 all’85. Un libro scritto da Paolo Cochi, Francesco Cappelletti e Michele Bruno e rieditato in una versione aggiornata a seguito del grande successo ottenuto con la prima tiratura. Il libro verrà presentato venerdì 16 dicembre, alle ore 18.30, presso  la sede dell’Università ecampus di Firenze. All’incontro parteciperà l’autore Paolo Cochi e interverranno anche: Armando Palmegiani, l’Avvocato Antonio Mazzeo, Francesco Cappelletti, Giulia Meozzi. Gli autori hanno hanno ripercorso 48 anni di dubbi e misteri su uno dei fatti di cronaca più intrinseco di mistero che la storia italiana abbia mai avuto, una lunga scia di sangue che ha stroncato la vita ad almeno 16 vittime e morti “collaterali”. Gli autori hanno ricostruito l’intera vicenda con l’aiuto di esperti di medicina legale e di entomologia forense e criminologico. La vicenda raccontata attraverso i verbali, i rapporti giudiziari e atti ufficiali di un’inchiesta lunga e tortuosa, con il fine di una nuova valutazione e per evidenziare aspetti rimasti inediti. In questo libro viene totalmente scardinato il racconto del reo-confesso Giancarlo Lotti, che ha accusato i compagni di merende –cagionando loro la condanna- e si è autoaccusato. Il libro ridimensiona le dichiarazioni di Lotti e ne esce fuori un racconto privo di credibilità, alla luce di elementi oggettivi presenti negli atti del processo. Inoltre, tutta la cronologia degli eventi e nuove conclusioni emersi da recenti studi nel campo entomologico e medico legale che hanno portato alla luce una dicotomia inconciliabile con i risultati fino ad oggi processualmente accertati. Nel libro vi è inoltre una perizia medico legale comparativa tra il delitto del 1983 di Giogoli e il delitto di Scopeti datato 1985. Un libro che rappresenta la più dettagliata e completa opera mai scritta sul Mostro di Firenze poiché racconta in modo cronologico anni di errori giudiziari, sentenze e assoluzioni attraverso le carte processuali che fanno emergere una verità ben distante da quella convenzionale. 
 
Noi de L’Osservatore d’Italia abbiamo intervistato il Prof. Francesco Bruno, massimo esperto di criminologia, noto per essere stato il primo ad aver parlato di questa disciplina sulle reti nazionali. Bruno è stato inoltre consulente di parte nel processo Pacciani.

– Le dichiarazioni di Lotti si possono ritenere inattendibili?
Le dichiarazioni di Lotti sono inattendibili per natura ed è criminale da parte dei giudici che si sono avvalsi della testimonianza di un soggetto che era inadatto a testimoniare. Il Lotti era inattendibile per natura, chiunque si sarebbe reso conto nel vederlo e nel vedere i compagni di merende, non c’è bisogno di fare una perizia, chiunque ragazzino avrebbe visto che erano inattendibili.
 
– Nel delitto dell’85 secondo lei come mai sono stati nascosti i corpi?
Il delitto dell’85 è un delitto diverso rispetto a quelli precedenti e io interpretai all’epoca questo delitto come un delitto particolare in cui l’assassino aveva un piano che poi abbiamo visto si è estrinsecato nei giorni seguenti con i messaggi che lui ha mandato. Io ipotizzai che quello fosse l’ultimo delitto dopo il quale l’assassino ha mandato dei messaggi, visto che non aveva mai lasciato nessuna impronta digitare, nessun indizio, ha voluto dare qualche indizio in più agli investigatori per farsi catturare. Ma questi non hanno sentito niente, non hanno voluto sentire niente e sono andati a prendere i compagni di merende e hanno fatto tutt’altro. 
 
– Secondo lei ci sono delle similitudini tra il delitto del 68 e il delitto dell’85?
In questo delitto la donna era più grande rispetto al maschio così come nel primo.  Il mostro ha cercato di aprire con il coltello la tenda per poi sparare dentro ma non c’è riuscito perché la tenda aveva un’altra intercapedine dietro quindi è dovuto passare davanti alla tenda e facendo questo percorso il maschio è scappato dalla tenda, quindi lui ha avuto solo il tempo di sparare alla donna e di correre appresso al maschio che ha preso a 15 metri più o meno dal luogo. Quindi quello era un giovane che non era stato colpito e perfettamente in grado di scappare in quella situazione, il mostro è stato capace di sorprenderlo e ucciderlo a coltellate, era in una situazione di risparmiare i suoi colpi  non aveva più cartucce ne poteva comprarle e allora il problema è questo, questo mostro era inequivocabilmente come d’altro canto era stato visto dai profili che erano stati fatti già da noi e dagli americani, un personaggio di una certa capacità fisica, alto, grande, grosso, che ha colpito questo ragazzo dall’alto verso il basso e dopo averlo colpito lo ha preso e lo ha buttato di sotto buttandoci anche degli oggetti in modo da ricoprirlo parzialmente. Probabilmente perché aveva bisogno di tempo perché non voleva che questi cadaveri fossero scoperti subito e quindi ha cercato di ricoprirli un po’  
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato anche con Paolo Cochi, autore del libro, che ha voluto addentrarsi con noi nei meandri di questa torbida vicenda e ci ha parlato dei testimoni del delitto di Scopeti.
Come dato certo, abbiamo il riscontro scientifico, recentemente effettuato dai medici legali Bolino , Campobasso ed Osculati e dagli entomologi Lambiase e Vanin , oltre che alla testimonianza diretta del Prof. Marello che era presente in sala autoptica e che ha effettuato tutte le autopsie dal 1974 al 1984. 
Come gia’ nel 1985, l’equipe di Modena del Prof. De Fazio e successivamente dal Prof Introna , avevano dato una collocazione diversa rispetto a quella espressa dal Prof. Maurri “prima della mezzanotte di domenica”.
Ora , con 30 anni di esperienza e tecniche certamente piu’ evolute, Il dato scientifico ci porta a retrodatare il delitto al giorno precedente , se non addirittura al venerdi, giorno dell’arrivo dei ragazzi a Scopeti. 
Quando si affronta il problema del giorno del delitto di Scopeti, viene evidenziato da parte di taluni personaggi, che, vi furono molti testimoni che videro i ragazzi francesi in vita la domenica 8 settembre. 

Vediamo invece, che Le testimonianze, sono tutt’altro che certe ed attendibili e quasi tutte avvennero 10 anni  dopo, quando Pietro Pacciani era gia’ apparso sui giornali ed in Tv ed, ovviamente in buonafede,  quasi del tutto inattendibili dal punto di vista del ricordo. Analizziamole con i verbali alla mano: 

– Furono sentiti i spari la domenica nelle vicinanze della piazzola ?
Leggendo il verbale di deposizione della Sig.ra Petra Weber  reso nell’immediatezza dei fatti si legge: "La sera di domenica 8.09.1985, verso le 24.00 circa, mentre mi trovavo nel piazzaletto antistante all'abitazione del mio fidanzato (1km circa in linea d'aria dal luogo dove avvenne il duplice delitto di Scopeti ndr), intenta a giocare a carte, ho udito un rumore simile a quello di uno stappo di una bottiglia proveniente dal luogo ove si è verificato il delitto. Non sono in grado di precisare da che cosa sia stato provocato quel rumore per'altro molto tenuo. Non ho udito altri rumori di sorta, nè notai particolari che possano essere utili a quello che mi chiedete.
Dunque, nessun chiaro riferimento ai 9 colpi di pistola calibro 22 esplosi per uccidere Nadine e Jean Micheal 
Ascoltato il 29 giugno 1994 nel processo a Pietro Pacciani., il testimone  Mauro Buonaguidi dichiaro’ di aver visto la domenica 8, una golf bianca parcheggiata senza nessuno a bordo una decina di metri all'interno di una stradella sterrata esistente sulla destra che scendeva verso il bosco. Questo venne ritenuto un riscontro valido , anche se frutto di un ricordo di ben 9 anni prima . Come il teste, potesse realmente ricordare che fosse la domenica e non il venerdi o il sabato, dopo tanti anni,  non ci è dato sapere…..
I due ristoratori della locanda “ponte agli scopeti” ai quali fu mostrata la foto di Nadine di molti anni prima con i capelli corti,  pochi giorni dopo il delitto dichiararono di aver visto una ragazza dai capelli corti che parlava con accento straniero. Sappiamo, invece,  che Nadine aveva i capelli di media lunghezza e quindi non era lei . Versione che nel corso del processo , ben 10 anni dopo, si modifico’ con un’altra serie di particolari . I ragazzi diventarono due (c’era anche l’uomo ) e gli fu servita un’abbondante colazione .
Lorenzo Nesi, altro testimone del processo Pacciani, si rammento’ che ben 9 anni prima era passato la sera di domenica al bivio antistante la piazzola di scopeti ed aveva visto Pietro Pacciani con un’altra persona a bordo nei pressi del luogo dell’omicidio.

– Come mai le dichiarazioni di Lotti risultano inattendibili?
Sono le sue “confessioni” e le sue stesse dichiarazioni a renderlo inattendibile come reo confesso chiamante in correita’.  Innanzitutto, non aggiunge nulla a quanto gia si sapeva sui delitti, ma soprattutto quello che racconta è in contrasto con i fatti per come si sono svolti. 
Molti sono gli esempi lampanti , basta leggere le sue deposizioni , costantemente ritrattate e modificate nel corso dei dibattimenti e degli interrogatori. 
Giancarlo Lotti era una persona che non aveva fissa dimora, senza famiglia e lavoro, che si trova improvvisamente a beneficiare, senza andare in carcere ,  di una regime di protezione , percependo uno stipendio ed altri benefici previsti per legge. Norma sui pentiti che si applica nei casi di mafia, mai visto applicare tale norma per casi analoghi a delitti come quelli fiorentini. 
Al di la’ della sua difficolta’ verbale di comunicazione, ed al suo deficit mentale-culturale, Lotti ci racconta delle cose che non possono essersi verificate (vedi delitto Baccaiano e successivi) . Le motivazioni di queste sue menzogne purtroppo non ci è dato a saperlo, perche’ il poveretto mori’ dopo pochi mesi di carcere dopo l’ultima sentenza in cassazione, senza che nessun giornalista potesse “avvicinarlo”. 
L’ altro testimone oculare , Pucci, era affetto da oligofrenia al 100% . Nessuna altra fonte di prova troviamo nei processi contro Mario Vanni. 
 
– Se Lotti risulta inattendibile, Pacciani risulterebbe quindi estraneo alla vicenda?
Constatando le menzogne di Lotti, non possiamo affermare che Pacciani sia estraneo ai fatti, ma non per questo deve esser colpevole. Su di lui vi erano tutta una serie di indizi , che non arrivarono ad essere prove. Dopo la sua assoluzione (annullata da un vizio procedurale ,non nella sostanza) nacquero i cosiddetti compagni di merende , ipotesi investigativa fuori da ogni logica criminale e dalla letteratura criminale stessa. Tre anziani ubriaconi di paese a libro paga di ipotetici mandanti che gli commissionavano delitti e escissioni con annesse missive di minaccia  ai giudici inquirenti (vedi la lettera al magistrato Silvia Della Monica). 
Una indagine nata sull’input di un serial killer a scopo di libidine che vede Pacciani con il delitto del 1951 e la sua scena primaria del seno sinistro della Bugli, trasformata in una congrega di “mostri” il cui movente appare a tutt’oggi sconosciuto. 

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Politica

Centrosinistra in frantumi: Conte chiude a Renzi, Schlein tenta la mediazione

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Duro attacco a Schlein e Renzi: “Incompatibili con il progetto politico del Movimento 5 Stelle”

La tanto discussa alleanza del centrosinistra sembra destinata a naufragare definitivamente, con l’ex premier Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che certifica la rottura con il Partito Democratico e con Matteo Renzi. Le parole di Conte, intervistato da Bruno Vespa durante il programma Cinque Minuti su Raiuno, lasciano poco spazio alle interpretazioni: “Nel momento in cui il Movimento 5 Stelle dice ‘qui si è aperta una ferita’, dobbiamo constatare che il campo largo non esiste più. Questa sera lo certifico, abbiamo un problema politico vero e serio con il PD e la sua segretaria, Elly Schlein”.

Le dichiarazioni di Conte arrivano come una doccia fredda per chi, negli ultimi mesi, aveva lavorato alla creazione di una coalizione ampia e inclusiva per contrastare il governo di Giorgia Meloni. L’immagine dell’abbraccio tra Renzi e Schlein durante la Partita del Cuore, che sembrava rappresentare un segnale di collaborazione, viene ora cancellata dall’attacco frontale di Conte. “Non possiamo affidarci a un pastrocchio, a un’accozzaglia di tutti contro tutti solo per contrastare la destra. Renzi rappresenta una vera incompatibilità per i nostri obiettivi politici. È una mina a orologeria”, ha affermato Conte, senza mezzi termini.

La spaccatura sull’etica pubblica

Il nodo centrale, secondo il leader pentastellato, non è una questione di simpatie o antipatie personali, ma di etica pubblica. Conte ha ribadito la sua ferma opposizione a un’alleanza che includa Renzi, accusando l’ex premier di rappresentare l’intreccio tra affari e politica. “Io non sono disponibile ad affiancare il mio simbolo a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere, rottamare e fare lobbismo in Italia e all’estero”, ha dichiarato Conte, alzando ulteriormente il tono della polemica.

Le reazioni politiche: Schlein media, Renzi rilancia

Dal canto suo, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha tentato di gettare acqua sul fuoco, auspicando una ricomposizione del dialogo tra le forze progressiste. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Schlein ha sottolineato l’importanza di “un fronte ampio e coeso per costruire un’alternativa credibile al governo di destra”. Tuttavia, ha anche riconosciuto le difficoltà nel mantenere uniti attori così diversi: “Capisco le perplessità di Conte, ma dobbiamo lavorare per un progetto comune che metta al centro i bisogni degli italiani”.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, non si è fatto attendere nella replica, definendo le accuse di Conte “surreali”. “Mi sorprende che Conte continui a cercare nemici all’interno dell’opposizione invece di concentrarsi su Meloni e il suo governo. Il vero problema non sono io, ma un Movimento 5 Stelle che non ha più una visione chiara”, ha dichiarato Renzi durante un’intervista a Sky TG24. Ha poi rilanciato la sua proposta di un “centrosinistra pragmatico, che guardi al futuro e non al passato”.

Verso le elezioni regionali

Lo scontro politico avviene in un momento cruciale per il centrosinistra, con le elezioni regionali in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria all’orizzonte. Conte ha chiarito che il Movimento 5 Stelle intende partecipare a questi appuntamenti senza alleanze con Renzi: “Vogliamo costruire un progetto alternativo a Meloni, ma non possiamo farlo con chi ha contribuito alla contaminazione tra affari e politica”.

Le tensioni interne al Movimento 5 Stelle

Oltre allo scontro con il PD e Renzi, Conte ha affrontato anche il tema delle tensioni interne al Movimento 5 Stelle, in particolare il dibattito acceso con il fondatore Beppe Grillo. “Non vedo all’orizzonte una scissione”, ha precisato Conte, aggiungendo che “il Movimento è concentrato con entusiasmo sul processo costituente. Andremo avanti con la nostra missione di democrazia partecipativa”.

Le sue parole lasciano intendere che, nonostante le difficoltà, il Movimento 5 Stelle intende proseguire il proprio percorso in modo autonomo, senza cedere alle pressioni esterne. Tuttavia, la domanda che molti analisti politici si pongono è se questa strategia isolazionista potrà effettivamente portare a risultati concreti, o se finirà per indebolire ulteriormente l’opposizione al governo Meloni.

Il futuro del centrosinistra

La frattura tra Conte, Schlein e Renzi segna un passaggio cruciale per il futuro del centrosinistra in Italia. La sfida ora sarà capire se sarà possibile ricomporre le divisioni o se si assisterà a una definitiva frammentazione delle forze progressiste, con conseguenze potenzialmente disastrose per le prossime competizioni elettorali.

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Cronaca

L’eterna grandezza di Anna Magnani: 50 anni senza “Nannarella”

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Celebrazioni in tutta Italia per ricordare l’attrice simbolo del neorealismo. Loren: “Unica e inimitabile, la sua forza vive ancora oggi”

La giornata di oggi, 26 settembre 2024, segna il 51º anniversario della morte di Anna Magnani, una delle figure più iconiche del cinema italiano e internazionale. L’attrice, simbolo indiscusso del neorealismo, è ancora oggi ricordata per la sua intensità espressiva, la sua forza e la sua capacità di incarnare donne autentiche, radicate nella realtà, lontane dagli stereotipi di Hollywood. A mezzo secolo dalla sua scomparsa, l’Italia rende omaggio alla “Nannarella” con una serie di iniziative culturali, proiezioni speciali e testimonianze di personaggi dello spettacolo, del cinema e della politica.

Proiezioni, mostre e rassegne: Un omaggio a “Nannarella

In occasione di questo importante anniversario, diverse città italiane, da Roma a Milano, da Napoli a Firenze, stanno organizzando eventi per celebrare la memoria dell’attrice. A Roma, sua città natale e luogo di molte sue indimenticabili interpretazioni, il Teatro Sistina e il Museo Nazionale del Cinema hanno allestito una mostra fotografica che ripercorre la carriera di Magnani attraverso scatti iconici, scene dai set e immagini inedite della sua vita privata.

Le principali sale cinematografiche della Capitale hanno in programma una rassegna dedicata ai suoi film più celebri, tra cui Roma città aperta, Bellissima, Mamma Roma e La rosa tatuata, pellicola che le valse l’Oscar come miglior attrice nel 1956, la prima italiana a ricevere l’ambito riconoscimento.

Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha organizzato una maratona di film e incontri con registi e critici cinematografici che ripercorreranno la carriera di Magnani, esplorando il suo contributo alla storia del cinema mondiale.

A Napoli, città che Magnani amava profondamente, sarà allestito un concerto in sua memoria presso il Teatro San Carlo, con brani tratti dalle colonne sonore dei suoi film più noti.

I Commenti del mondo dello spettacolo e della critica

Il tributo ad Anna Magnani non si ferma alle iniziative culturali. Diversi esponenti del mondo dello spettacolo hanno voluto ricordare la grande attrice con parole commoventi.

La regista e attrice Sophia Loren, collega e amica di Magnani, ha dichiarato: “Anna era unica. Nessuno come lei sapeva portare sullo schermo la sofferenza e la bellezza delle donne italiane. Aveva una forza emotiva incredibile, che ci ha lasciato in eredità nei suoi film. Cinquant’anni dopo, è ancora il nostro orgoglio.”

Anche il celebre regista Paolo Sorrentino, noto per la sua capacità di ritrarre personaggi complessi, ha espresso il suo pensiero: “Magnani è stata un’attrice che ha saputo rendere onore alla semplicità e alla complessità della vita quotidiana. Era vera, intensa, irripetibile. Senza di lei, il neorealismo non sarebbe stato lo stesso.”

Dal mondo della critica cinematografica, Gianni Canova, storico del cinema, ha ricordato: *”Anna Magnani è stata l’interprete più autentica del neorealismo. In lei convivono il dramma e la comicità, la forza e la fragilità. La sua interpretazione in *Roma città aperta* rimane uno dei momenti più alti del cinema mondiale. È un patrimonio che dobbiamo preservare e far conoscere alle nuove generazioni.”*

Il Riconoscimento delle Istituzioni: Un simbolo della cultura italiana

Anche il mondo politico ha voluto esprimere il proprio tributo a questa grande figura del cinema. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato una nota ufficiale in cui ha dichiarato: “Anna Magnani rappresenta uno dei simboli più potenti della cultura italiana. Il suo volto, la sua voce e il suo talento hanno attraversato i decenni, influenzando generazioni di attori e registi. L’Italia le deve molto, e questo cinquantesimo anniversario è l’occasione per ribadire il nostro affetto e la nostra riconoscenza.”

Anche il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha sottolineato l’importanza di Anna Magnani: “Ricordare Magnani oggi significa celebrare non solo una grande attrice, ma una donna che ha incarnato l’essenza del popolo italiano. Le sue interpretazioni rimangono scolpite nella nostra memoria collettiva e continueranno a essere fonte di ispirazione per le nuove generazioni di artisti.”

Una stella che brilla ancora

A cinquant’anni dalla sua morte, Anna Magnani continua a essere un faro nel mondo del cinema. La sua autenticità e la sua capacità di portare sullo schermo la vera natura dell’animo umano la rendono una figura immortale. Le celebrazioni in suo onore non sono solo un tributo al suo talento, ma anche un modo per mantenere vivo il ricordo di una donna che ha contribuito a definire il cinema italiano.

Mentre i suoi film continuano a emozionare e a ispirare, Anna Magnani rimane un’icona indimenticabile, una stella che, nonostante il tempo, brilla ancora nel firmamento del cinema mondiale.

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Editoriali

Il Consiglio di Stato: “Non ci sono fondi per la disabilità” dobbiamo limitare l’inclusione scolastica

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Il titolo preannuncia una possibile “tragedia” che sta colpendo la dignità umana, questa è pura follia! L’inclusione della disabilità ha seguito un iter legislativo molto complesso che va consolidato ogni giorno con dei progetti validi a livello nazionale/europeo. Sentir parlare di limitare i fondi di bilancio che promuovono l’inclusione della disabilità è disfunzionale alla nostra etica morale.

La scuola italiana negli ultimi decenni si è impegnata sempre più in termini di inclusione, pertanto i “cantieri che si sono aperti” devono essere lavorati e non serrati. Sull’inclusione scolastica sono stati fatti numerosi studi, convegni e seminari; ad esempio l’Università Alma Mater di Bologna riconosce un grande merito al professore Andrea Canevaro, nonché il pioniere della prima cattedra di pedagogia speciale in Italia. Purtroppo, venuto a mancare da qualche anno, il professore Canevaro ha scritto i cardini su cui poggia la pedagogia speciale, ha studiato e fatto ricerca su molti punti chiave della disabilità: in particolare proprio sul concetto di inclusione.

È intervenuto con tecniche e strategie innovative tali da diffondere tre concetti chiave: il disabile non è diverso, ma tutti siamo uomini diversi, la consapevolezza dell’assenza di giudizio, il sostegno alla disabilità e le famiglie come fulcro del suo pensiero pedagogico.
Ostacolare oggi questi studi è come buttare una “mina” su tutto quello che è stato fatto da numerosi professionisti, insegnanti di sostegno e docenti. Inoltre, tutto quello che il Consiglio di Stato Italiano ha detto non ha fatto altro che creare malcontenti, delusioni e rabbia, nonché profonde ferite che colpiscono gli animi dei ragazzi/e, gli studiosi, le istituzioni e le famiglie stesse.
Il taglio dei fondi riguarderebbe non solo la disabilità certificata, ma anche le fragilità di alcuni ragazzi/e (i DSA e i BES). In tal caso, crollerebbe l’istituzione scuola, il ruolo degli insegnanti di sostegno e le progettazioni che si organizzano (es. i Piani Educativi Individualizzati).

Le famiglie sono molto preoccupate dopo la sentenza n° 1798/2024, poiché quest’ultima non riguarderebbe solo la violazione del diritto all’istruzione degli studenti disabili, ma anche di tanti altri servizi importanti come il trasposto, la riabilitazione e le cure. Le amministrazioni certificano, così, che il diritto allo studio per i disabili vale meno degli altri, riportando-ci ad un concetto terrificate: la discriminazione. Concetto, quest’ultimo, che non deve “esistere” in una repubblica democratica come l’Italia.


Se i fondi per l’assistenza scolastica stanno finendo, non bisogna certo infierire contro le situazioni più deboli. In tal caso si vanno ad infrangere i principi della nostra Costituzione Italiana quali, la dignità, l’uguaglianza, l’inclusione e le pari opportunità.

Pertanto, diciamo NO a questi possibili “tagli” ne va della nostra reputazione personale e collettiva.

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