Mostro di Firenze: si apre un nuovo capitolo

di Angelo Barraco
 
Firenze – Siamo noderatamente soddisfatti di annunciare che l’inchiesta sul Mostro di Firenze, caso che abbiamo deciso di ritrattare con documenti inediti e tesi che aprono nuovi scenari, si è nuovamente avviata a seguito di importanti sviluppi che hanno dato input positivi ad un’indagine che risultava piena di dubbi e ben distante da quella che era la verità giudiziaria. Una nuova inchiesta è dunque in corso ed è stata affidata ai Carabinieri del Ros, coordinata dal Pm Paolo Canessa. Numerosi sono stati gli elementi che hanno spintogli inquirenti a rispolverare le carte e indagare ancora: denunce anonime e gli esposti che il legale rappresentante di Jean Michel Kraveichvili ha presentato a partire dal 2013. Il giovane fu ucciso in località Scopeti nel 1985, insieme alla sua ragazza Nadine Mauriot. Ma l’elemento cardine che ha riaperto una maglia in questa intrecciata e torbida storia è il ritrovamento dell’arma avvenuto il giorno di Ferragosto. La notizie del ritrovamento però è stata resa nota il giorno dopo la pubblicazione della nostra inchiesta del duplice omicidio del 1968 a Signa, in cui persero la vita Barbara Locci e Antonio Lo Bianco. Nella Nostra inchiesta abbiamo approfondito aspetti che riguardavano la pistola. Si tratta di una Beretta Calibro 22 LR in pessime condizioni rinvenuta lungo il torrente Ensa, oltre la frazione di Ronta. L’arma è stata rinvenuta da una donna che stava passeggiando e che ha prontamente dato l’allarme alle forze dell’ordine. Emerge inoltre che l’arma è provvista di un numero di matricola. Immediatamente sono giunti sul posto le squadre speciali dei Ros e il Nucleo Investigativo e il Nucleo Operativo dei Carabinieri di Borgo che hanno provveduto al sequestro della Beretta. L’arma si trova adesso nei laboratori del Racis di Roma e saranno effettuati gli accertamenti necessari per stabilire se l’arma è la stessa degli 8 duplici omicidi. Sulla vicenda vige il massimo riserbo e si apprende inoltre – dal quotidiano La Nazione- che sarebbero state effettuate delle perquisizioni in Toscana e sarebbero stati interrogati inoltre anche i familiari di un ex dipendente di un ex imprenditore tedesco che abitava a Giogoli e che era vicino di casa di Salvatore Vinci, di cui si sono perse le tracce nel 1988. Un anno fa era emersa una novità in merito al Mostro di Firenze poiché le indagini si erano concentrate su Rolf Reinecke, un tedesco morto nel 1996. L’uomo era già entrato nell’inchiesta sui delitti del Mostro di Firenze, ovvero quando avvenne il 9 settembre del 1983, a Giogoli, l’omicidio dei due tedeschi, Jens-Uwe Rüsch e Horst Wilhelm Meyer. Un delitto atipico rispetto agli altri poiché non avvenne l’asportazione del pube e anche perché si trattava di due uomini. Rolf Reinecke era un imprenditore tedesco morto nel 1996 all’età di 59 anni e che viveva e lavorava a Vaiano. La macchina investigativa si è mossa e sono stati ascoltati amici ed ex dipendenti dell’uomo a Briglia. Le indagini dell’epoca hanno fatto emergere che l’uomo abitava a Giogoli, presso il comune di Scandicci, nelle vicinanze al luogo in cui furono uccisi i due tedeschi. E’ emerso che l’uomo possedeva una pistola calibro 22. Alla Briglia ha vissuto Salvatore Vinci dal 1963 al 1970. Salvatore Vinci è entrato nell’inchiesta del mostro di Firenze ed è stato sospettato di essere l’autore dei delitti. Quindi ritorna la pista Sarda. 
 
Non è la prima volta che salta fuori una Beretta e si punta nuovamente l’attenzione sul Mostro di Firenze: Circa tre anni e mezzo fa è stata rinvenuta una pistola con matricola abrasa e con le ultime quattro cifre “3322” e l’anno di produzione 1960. L’arma è stata rinvenuta in un bunker della Polizia Giudiziaria di Potenza. Si è pensato subito che l’arma potesse essere collegata ai delitti del Mostro e si puntò l’attenzione sulla “Pista Sarda”. Ma dalle indagini non si riuscii a risalire al proprietario e la vicenda risulta ancora avvolta da una fitta cortina di mistero.  Borgo San Lorenzo è inoltre un luogo estremamente particolare per la vicenda del Mostro poiché il 14 settembre del 1974 vennero uccisi Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini. Si tratta del secondo delitto compiuto dal mostro che con la sua Beretta Calibro 22 Long Rifle uccide con cinque colpi Pasquale e con tre colpi Stefania. La giovane viene successivamente trascinata fuori dall’autovettura e viene uccisa con tre coltellate allo sterno. Dopo il brutale omicidio, il mostro compie uno strano rituale: colpisce per 96 volte il suo corpo a coltellate, in particolar modo il seno e il pube.
 
Nella parte introduttiva dell’articolo abbiamo detto che uno degli elementi che ha portato gli inquirenti ad indagare ulteriormente sulla vicenda del mostro riguarda principalmente il numero di esposti presentati dall’avvocato che rappresenta la famiglia di Jean-Michel Kraveichvili. Noi de L’Osservatore D’Italia, nel giugno del 2015, abbiamo parlato del delitto degli Scopeti avvenuto nel 1985 e in cui persero la vita Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, pubblicando documenti inediti che gentilmente ci ha concesso il documentarista Paolo Cochi e che smentiscono quanto dichiarato da Lotti. Le novità riguardano principalmente la data in cui è stato commesso il delitto, che si colloca nella notte tra il 6 e il 7 settembre del 1985 e non l’8. I corpi dei due francesi sono stati rinvenuti lunedì 9 settembre in via degli Scopeti. Il luogo del delitto è a sud della città ed è in prossimità di Certosa. Il luogo in cui furono rinvenute le vittime è costituito da una radura sopraelevata e si trova in prossimità della superstrada Firenze-Siena e del casello autostradale Firenze-Certosa. I due francesi si erano accampati con una tenda canadese che era stata posizionata vicino la macchina. Il mostro li ha sorpresi e li ha uccisi brutalmente, la donna è stata trovata morta in posizione fetale all’interno della tenda, mentre il giovane si trovava presso l’estremo margine della radura. Il mostro ha sorpreso la coppia, ha lacerato il telo della tenda nella parte posteriore con un coltello con taglio verticale. Gli inquirenti hanno rinvenuto 9 bossoli di cui uno nel cadavere della donna e due nel cadavere dell’uomo e risultano dei bossoli mancanti, che probabilmente il mostro ha portato via. Il mostro poi ha asportato il pube e il seno sinistro alla donna. 
 
I documenti che gentilmente ci ha fornito Paolo Cochi e che pubblicammo nell’inchiesta del 15 giugno riguardano proprio quel delitto. Una su tutte riguarda la dichiarazione del Dottor Sandro Federico  – Capo della SAM Squadra mobile di Firenze dal 1984 al 1989.
“Io vidi i poveri corpi dei ragazzi e devo dire che non mi sembravano morti la sera precedente. Anche tra i miei colleghi era presente questa convinzione. Nelle indagini che facemmo, non venne assolutamente trascurato il sabato. L'omicidio venne scoperto il lunedì , io non faccio il medico , ma di cadaveri ne ho visti tantissimi in tanti anni. Pur rimettendomi al parere degli esperti in materia, se vuole sapere la mia opinione, l'omicidio di Scopeti avvenne di sabato”.
 
La tesi di Antonio Osculati – specialista in medicina legale presso l’Università di Varese 
“Possiamo ipotizzare, alla luce di tutti i dati a nostra disposizione, un intervallo tra decesso dei due giovani e primo sopralluogo (ricordiamo, avvenuto alle 17 del 9 settembre 1985) stimabile in circa due giorni e mezzo. In particolare, a nostro avviso l’omicidio è avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 settembre 1985”.
“Possiamo escludere pressoché con certezza che il decesso sia avvenuto la sera precedente il primo sopralluogo (ossia domenica 8 settembre 1985). Possiamo affermarlo sulla base dei fenomeni trasformativi presenti al momento del primo sopralluogo (ore 17 di lunedì 9 settembre 1985): enfisema, reticolo venoso putrefattivo ed epidermolisi, per quanto il clima fosse caldo, suggeriscono che non possono essere trascorse meno di ventiquattro ore. Inoltre, sebbene il rigor fosse presente al momento del sopralluogo, la sua risoluzione completa il giorno seguente (martedì 10 settembre 1985) suggerisce che il decesso sia avvenuto nel terzo giorno precedente l’autopsia”.
“Al tavolo anatomico, il giorno dopo il ritrovamento, dove è disponibile iconografia relativa anche al cadavere dell’uomo, possiamo apprezzare come i fenomeni trasformativi non abbiano grosse differenze tra l’uomo e la donna. Da ciò si può desumere che la permanenza all’interno della tenda non abbia modificato in maniera sensibile l’andamento dei fenomeni post mortali.
la presenza dei fenomeni trasformativi più avanzati (enfisema, epidermolisi, reticolo venoso) e la presenza del rigor al momento del primo sopralluogo consente di formulare l’ipotesi di un intervallo tra decesso dei due e primo sopralluogo (ricordiamo, avvenuto alle 17 del 9 settembre 1985) stimabile in circa due giorni e mezzo. In particolare, a nostro avviso l’omicidio è avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 settembre 1985.”
 
Prof. Giovanni Marello – istituto medicina legale di Firenze :
“ Mi occupai dei delitti del cosiddetto mostro fin dal 1974 e nell'85 ero in sala autoptica solo in maniera molto laterale , tuttavia posso confermare che quel caso fece molto discutere per quanto riguarda la cronologia della morte. Ci fu una grande discussione, non soltanto tra i periti , ma anche fra di noi della medicina legale. L'aver attribuito la morte alla domenica fu una spinta del Prof. Maurri che era il più esperto tra di noi ed ha avuto l'ultima parola in proposito, ma in realtà le persone che hanno partecipato all'autopsia non erano del tutto sicure, perché c'erano alcuni elementi che la facevano anticipare.
Le foto che ho potuto riesaminare dei cadaveri sono abbastanza significative per anticipare la data dell'evento alla sera del sabato, perche ci sono fenomeni putrefattivi molto avanzati e c'e' uno sviluppo di larve notevole, anche sul cadavere dell'uomo che a differenza della ragazza si trovava all'esterno della tenda, nel bosco e quindi non esposto all'eccessivo calore che fu attribuito alla tende stessa. Sull'entomologia cadaverica non avevamo una preparazione sufficiente , adesso la situazione è molto cambiata in questi ultimi anni.” 
 
Cochi ha inteso rivolgere una domanda a Marello: Quanto può essere valido , effettuare una valutazione sulla base di fotografie e delle relazioni ?
“Consideriamo due fattori. Le relazioni medico legali hanno la caratteristica di essere descrittive di quello che si sta esaminando, quindi l'operatore descrive la situazione che sta constatando e non fa diagnosi, che viene riportata solo alla fine della relazione ,per cui già la descrizione può essere utilizzabile al fine di una rivalutazione…. in più le foto che rievocano visivamente di quello che si é descritto servono in maniera preponderante a dare un quadro molto obbiettivo della situazione”.

dr. SIMONETTA LAMBIASE entomologa forense – biologa dell 'Universita di Pavia
“Ipotizzando di trovarci di fronte a delle specie di mosca comuni presenti in quell'area geografica , con quelle condizioni metereologiche e considerando che la temperatura media di quei giorni era di 23 gradi, secondo i dati meteo, ritengo , esaminando le foto dei soggetti e leggendo la relazione dei CTU, bisogna necessariamente retrodatare l'evento delittuoso. Ci sono tuttavia dei limiti nella valutazione che riguardano il mancato rilevamento della specie di larva e la situazione microclimatica all' interno della tenda, ma comunque il tempo attribuito dai CTU è troppo stretto, in ogni caso”.