Napoli, 1220 opere da non perdere al Museo e Real Bosco di Capodimonte

“Depositi di Capodimonte – Storie ancora da scrivere” al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli visitabile fino al 15 maggio 2019.

Il Museo di Capodimonte mette in mostra 1220 opere finora custodite nei suoi ben 5 depositi di dipinti, sculture e oggetti vari, l’intera esibizione costituisce circa il 20% del totale delle opere in essi contenute.

L’intento di Depositi non è solo di dare una nuova vita alle opere finora accantonate dalla selezione, dal gusto e da una ragione storica artistica, per la quale in passato si decise di non far vedere perché volta ad individuare una nuova corrente che meritava di essere vista, ma la mostra dà una nuova collocazione all’immaginario collettivo del deposito stesso dei musei, non più luoghi inaccessibili di tesori nascosti o di universi chiusi, ma luoghi pieni anche di capolavori sconosciuti.

La mostra Depositi offre la possibilità agli studiosi e appassionati di arte di tutto il mondo, grazie alla digitalizzazione delle immagini ad alta definizione delle opere, l’opportunità di fruire appieno l’opera d’arte, di interagire con il museo contribuendo alla rigenerazione stessa dell’opera, rafforza ancor di più il Museo e Real Bosco di Capodimonte nell’ottica mondiale dando ulteriori “racconti” alle opere.

L’esposizione Depositi con il progetto della digitalizzazione si scrive nuove pagine della storia dell’arte, con questa mostra si è creato un nuovo dialogo e senza barriere con il museo, con le opere e con la storia dell’arte, i fruitori potranno contribuire alla catalogazione di opere prive di notizie e alla storia dell’arte.

La conoscenza dell’arte con le immagini ad alta definizione, si diffonde in maniera esponenziale grazie anche alla campagna Google attivata dall’estate 2018, con l’immissione di oltre 500 capolavori del Museo di Capodimonte (di cui 200 sono stati fotografati con la tecnica di ultima generazione “Art camera”), sulla piattaforma dedicata Google Arts & Culture, offre agli studiosi di arte la possibilità di visite virtuali a 360° delle sale del Museo e dei viali del parco.
Il Museo di Capodimonte grazie al virtuale anticipa il reale, rende visibile ciò che è nascosto e quanto è esposto, muta grazie alla digitalizzazione la storia dell’arte, che consapevolmente, non è stata mai oggettiva, offre un nuovo Grand Tour agli appassionati d’arte che non hanno la possibilità di poter visitare il museo, a differenza dei viaggiatori del passato del settecento e ottocento in visita in Italia nei luoghi dell’arte.

La fotografia storicamente è sempre stata legata alla storia dell’arte, le immagini ad alta definizione rappresentano un’innovazione nella disciplina, infatti da casa si potrà fruire l’opera d’interesse dal proprio computer e osservare ancor meglio da vicino segni, pennellate, dettagli iconografici e consistenze materiche dei pigmenti, estendendo le possibilità visive dell’occhio umano ad una maggiore analisi e lettura dell’opera.
Walter Benjamin nel saggio degli anni ’30 del 900 con “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità” accusava la fotografia della perdita dell’aura di un lavoro artistico, con la digitalizzazione si scrive un nuovo capitolo della storia dell’arte, perché dà agli studiosi una lettura maggiore all’opera d’arte.

Il Museo di Capodimonte ha avviato, con la mostra Depositi, un progetto scientifico in collaborazione con la Regione Campania e il Mibac, finalizzato alla digitalizzazione progressiva dell’intero patrimonio storico artistico, con bibliografie articolate per facilitare le ricerche degli studiosi di tutto il mondo.

Con la mostra “Depositi di Capodimonte – Storie ancora da scrivere” si ha una nuova visione dei depositi, non più luoghi chiusi da non mostrare al pubblico perché all’interno contenenti oggetti di poca importanza, con questa esibizione la visione cambia nell’immaginario collettivo, mutando la visione del deposito in un luogo contenente tesori che hanno ancora da raccontare, perché rappresentano la testimonianza storica di un determinato momento, a prescindere dal valore estrinseco.

I musei europei sono responsabili di un patrimonio inalienabile, di un’eredità storica ed identitaria, le collezioni devono essere preservate nella loro unitarietà.

Giuseppina Ercole