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Napoli, ancora inagibile dopo quasi due anni dal crollo la stanza di San Giuseppe Moscati: chi deve ricostruire?

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NAPOLI – E’ passato ormai quasi un anno e mezzo da quel gennaio 2018 quando crollò un muro della stanza di San Giuseppe Moscati, al terzo piano dell’edificio di via Cisterna dell’Olio 10 a Napoli. La palazzina in cui abitava il medico dei poveri. Un cedimento causato da infiltrazioni d’acqua e che ancora oggi vede permanere lo stato di inagibilità con la conseguenza di non essere visitabile dal pubblico. A chi l’onere della ricostruzione? Dal Comune di Napoli fanno sapere che la stanza dove viveva San Giuseppe Moscati fa parte di un appartamento privato che non è proprietà dell’Ente locale quindi che non esiste nessun dovere a ricostruire da parte dell’amministrazione. A chi l’onere, quindi, di ricostruire e restituire alla collettività questo luogo meta di tanti visitatori fino a qualche anno fa?

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Incidente ferroviario a Milano: treno esce dai binari, un ferito e traffico in tilt

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Paura questa mattina nel quartiere Greco, coinvolti un treno merci e un treno passeggeri. Indagini in corso per accertare la dinamica

Un grave incidente ferroviario ha scosso la città di Milano questa mattina. Intorno alle 6.30, un treno è uscito dai binari in via Pallanza, nella zona nord della città, non lontano dallo scalo ferroviario di Greco. Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco e i soccorritori del 118, che hanno confermato il ferimento di una persona. Fortunatamente, il bilancio non appare critico, ma l’episodio ha causato gravi disagi alla circolazione ferroviaria.

L’incidente ha coinvolto un treno merci di un’impresa esterna al gruppo Ferrovie dello Stato e un treno passeggeri. Secondo le prime informazioni, i due mezzi si sarebbero toccati a bassa velocità, ma l’urto è stato sufficiente per far deragliare uno dei convogli. Al momento, non è chiaro se si sia trattato di un errore umano o di un problema tecnico. La dinamica esatta dell’incidente è sotto indagine.

Disagi per i pendolari e collegamenti interrotti

La circolazione ferroviaria nel nodo di Milano è fortemente rallentata, con ripercussioni per i viaggiatori diretti verso Torino e Domodossola, che sono costretti a percorrere linee alternative. Questo comporta un aumento dei tempi di viaggio di circa un’ora, secondo quanto comunicato dal gruppo FS. “Stiamo lavorando per ripristinare il traffico il più velocemente possibile, ma è necessaria prudenza e una verifica accurata delle infrastrutture danneggiate”, ha dichiarato un portavoce delle Ferrovie dello Stato.

Dichiarazioni dei politici locali e preoccupazioni dei cittadini

La reazione dei residenti della zona non si è fatta attendere. “Ci siamo svegliati con il rumore dei soccorsi e l’arrivo dei vigili del fuoco, è stato davvero spaventoso. Questa zona è densamente abitata, e un incidente del genere, se fosse avvenuto in pieno giorno, avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori”, ha raccontato Anna, una residente del quartiere Greco.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha espresso preoccupazione per l’accaduto e ha chiesto chiarezza sulla dinamica dell’incidente. “È essenziale che si indaghi a fondo per capire cosa sia successo e prevenire altri incidenti in futuro. La sicurezza dei trasporti pubblici è una priorità assoluta, e faremo tutto il possibile per garantire che simili episodi non si ripetano”.

Anche l’assessore alla Mobilità e Trasporti, Marco Granelli, ha rilasciato una dichiarazione: “Milano è un importante snodo ferroviario nazionale ed europeo. Incidenti di questo tipo mettono a rischio la sicurezza dei passeggeri e la fiducia nel sistema di trasporto pubblico. Occorre una manutenzione rigorosa e continua delle infrastrutture”.

L’impatto sui pendolari e la rete ferroviaria

L’incidente ha provocato un vero e proprio caos tra i pendolari, che hanno dovuto affrontare ritardi significativi e cambi improvvisi di itinerario. Molti hanno espresso il loro malcontento per la situazione, sottolineando come i disagi sui collegamenti ferroviari siano diventati sempre più frequenti. “Ogni settimana c’è un problema nuovo sui treni. Oggi l’incidente, domani i soliti ritardi. Non sappiamo più cosa aspettarci”, ha dichiarato Marco, un pendolare che ogni giorno viaggia sulla tratta Milano-Torino.

Le autorità e le Ferrovie dello Stato stanno collaborando per chiarire le responsabilità e per riportare al più presto la situazione alla normalità.

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Palermo, falsificava permessi sanitari mentre era ai domiciliari: arrestato 30enne

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Già agli arresti domiciliari, un uomo di 30 anni è stato scoperto a falsificare certificati medici per svolgere attività non autorizzate

I Carabinieri di San Giuseppe Jato hanno arrestato un 30enne di Palermo, già conosciuto alle forze dell’ordine, accusato di falsificazione di documenti, truffa e altri reati. Nonostante fosse ai domiciliari con il braccialetto elettronico, l’uomo avrebbe manipolato i certificati medici necessari per uscire di casa, facendo credere di recarsi regolarmente presso strutture sanitarie, quando in realtà si dedicava ad attività di svago non autorizzate.

Grazie alle indagini accurate dei Carabinieri e al controllo incrociato con le strutture sanitarie, le irregolarità sono state scoperte. L’uomo è stato quindi trasferito al carcere “Lorusso-Pagliarelli” di Palermo su ordine delle autorità.

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Tensione alle stelle tra Italia e Russia: giornalisti Rai nel mirino di Mosca

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La Russia dichiara ricercati Stefania Battistini e Simone Traini. La Farnesina convoca l’ambasciatore russo, mentre cresce la tensione internazionale

Un’improvvisa fiammata nelle relazioni diplomatiche tra Italia e Russia si è accesa dopo che Mosca ha inserito Stefania Battistini, inviata della Rai, e l’operatore Simone Traini nel suo database dei ricercati. I due giornalisti italiani sono accusati di essere entrati illegalmente in Russia lo scorso mese, seguendo le truppe ucraine nella regione di Kursk, teatro di scontri tra le forze di Kiev e quelle russe.

In risposta a questa “singolare decisione”, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha immediatamente fatto convocare l’ambasciatore russo a Roma, Alexei Paramonov, che sarà ricevuto domani alla Farnesina. Tajani ha espresso “sorpresa” per questa grave accusa, che comporta per i giornalisti rischi legali significativi. Secondo l’agenzia Tass, infatti, il reato di ingresso illegale in Russia potrebbe essere punito con una pena detentiva fino a cinque anni.

La Rai ha reagito duramente, denunciando l’episodio come “una grave violazione della libertà di informazione”. In un comunicato, l’emittente ha difeso il lavoro svolto da Battistini e Traini, sottolineando come abbiano agito con professionalità ed obiettività, documentando la guerra in corso senza pregiudizi. Viale Mazzini ha annunciato che prenderà tutte le misure necessarie per tutelare i propri inviati.

L’incidente non coinvolge solo i giornalisti italiani. Anche inviati di altre testate internazionali, come Simon Connolly di Deutsche Welle e Nick Walsh della CNN, sono stati inseriti nella lista dei ricercati da Mosca, insieme a tre giornaliste ucraine.

Questo scontro si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra la Russia e l’Occidente, alimentate dalla fornitura di missili a lungo raggio a Kiev da parte di Stati Uniti e Regno Unito. Il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che l’eventuale uso di queste armi contro il territorio russo sarebbe visto come un atto di guerra da parte della NATO, innalzando ulteriormente i rischi di un’escalation globale.

Sul fronte bellico, la situazione resta tesa, con attacchi che mietono vittime anche tra operatori umanitari. Un bombardamento su un centro di distribuzione di aiuti nella regione di Donetsk ha ucciso tre membri della Croce Rossa, un attacco definito “inconcepibile” dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, ma per cui non sono stati ancora indicati i responsabili.

Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a denunciare le azioni russe, affermando che la Russia “semina il male”, mentre l’Ucraina lotta per la vita. La tensione diplomatica, intanto, cresce, e con essa anche la paura di un conflitto sempre più difficile da contenere.

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