NAPOLI, CARCERE DI POGGIOREALE: PEGGIORA LA CONDIZIONE DELLA STRUTTURA PENITENZIARIA

di Christian Montagna

Napoli – Solo alcuni mesi fa, ci eravamo occupati della situazione terribile in cui vessano le carceri italiane. Oggi,sempre più spesso, ministri presidenti e figure religiose si interessano del problema optando,perché no , per un amnistia. Marco Pannella, in sciopero della fame e della sete da giorni,è diventato il simbolo della denuncia delle condizioni delle carceri italiane. La settimana scorsa, anche il Pontefice Francesco I, lo aveva telefonato per invitarlo ad interrompere lo sciopero e a tenere sotto controllo la sua salute ormai a rischio. La presenza di detenuti all’interno delle carceri italiane è distribuita in maniera sproporzionata. Alcune strutture risultano sovraffollate, altre semi vuote. La Corte di Strasburgo che nel gennaio 2013 aveva condannato l’Italia per la situazione delle carceri, ha chiesto che entro il 27 maggio sia individuata una soluzione.

Le proposte avanzate dal governo sono due: ridurre le entrate in carcere e aumentarne le uscite e costruire nuove strutture detentive e ristrutturarne le vecchie. Sembra facile a dirsi. Dai dati presentati al governo, la situazione rispetto al Gennaio 2013, mese della condanna italiana, ad oggi è migliorata: da 66 mila e ventotto detenuti a 60 mila quattrocento diciannove. Tra Roma e Bologna, si stanno studiando possibilità di aprire centri polifunzionali affinché si possa migliorare la vita di chi vive le carceri tutti i giorni. Uno dei penitenziari più problematici è quello di Poggioreale a Napoli.Proprio lì, pare che le cose non stiano andando nel verso giusto e che per la direttrice Teresa Abate sia in programma un trasferimento anche se ufficialmente non confermato.

Il Dipartimento della Pubblica Amministrazione l’ha infatti invitata a scegliere un’altra sede lavorativa. La relazione di una delegazione di parlamentari dell’Unione Europea, venuti nel capoluogo campano per analizzare la situazione del penitenziario, potrebbe esserne la motivazione. Al rientro a Strasburgo infatti avrebbero relazionato in questo modo: “Poggioreale è una vecchia prigione ed è molto conosciuto soprattutto a causa delle lunghe code dei familiari in visita ai detenuti».Altri punti su cui si sarebbero soffermati gli ispettori sono: la capacità di ospitare il doppio dei 1400 detenuti, numero massimo consentito; il numero di posti letto per cella; le due ore d’aria concesse ai detenuti in un cortile di esigue dimensioni; la mancanza di luce e ventilazione nei padiglioni; le situazioni igieniche scarse. Dal rapporto di chi quelle celle le ha viste, si evince la presenza di tre docce per una media di 87 detenuti, due cucine in tutto lo stabilimento e l’assenza di finestre termiche.

Dati che fanno rabbrividire e che richiamano alle immagini degli antichi lager nazisti. All’interno del carcere, risiedono 2354 detenuti di cui ottocento in custodia cautelare, ottocento cinquanta condannati in sentenza definitiva e gli altri in attesa di giudizio. A differenza delle altre strutture italiane inoltre, pochissimi detenuti sono coinvolti in attività lavorative extra. E’ palese dai dati emersi che qualcosa non vada per il verso giusto. Come se non bastasse poi bisogna fare i conti anche con la diffusione di malattie. In condizioni del genere non si può pensare che un uomo possa vivere ,infatti, molti detenuti tentano quotidianamente il suicidio. Un affronto ai diritti umani che vengono quotidianamente privati. E’ giunta l’ora di risolvere il problema.