NAPOLI, LUNGOMARE VIA CARACCIOLO: UNA DISCARICA A CIELO APERTO

di Christian Montagna


Napoli – Inutile ignorarlo se il problema c'è: per cambiare la situazione di Napoli bisogna civilizzare i napoletani. Passeggiando questa mattina per il lungomare di Via Caracciolo, laddove ogni giorno migliaia di turisti scattano foto ricordo e immortalano momenti d'amore, lo scenario che si presenta è davvero imbarazzante. Colpa del mare che trascina tutto alla riva? Troppo facile così. Ammassi di bottiglie di plastica, avanzi di pesce e crostacei, gusci frantumati, resti di fazzoletti, piatti e bicchieri, rifiuti organici e residui di pneumatici giacciono su quelle rive da anni e nessuno fa nulla. Pensate un pò se un turista per caso dovesse fotografare uno scenario del genere e postare la foto sui social; il danno di immagine per la regione sarebbe inestimabile e sicuramente migliaia di altri turisti in procinto di partire per Napoli annullerebbero le prenotazioni. Una discarica a cielo aperto che passa quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Inoltre, proprio su questo tratto di strada, albergano da anni chioschi adibiti alla vendita di bevande e snack, chalet e addirittura ristoranti che per nulla collaborano al decoro della zona. Potrebbero questi essere i rifiuti dei clienti incivili che frequentano i punti vendita? Senza dubbio, ma una buona parte è dovuta anche ai pescatori che una volta giunti a riva dopo essere rientrati dal mare, presi dalla vendita del pesce e dalla cernita, non considerano l'inestimabile danno ambientale, oltre anche al fatto che gli operatori ecologici sono latitanti in quei posti da tempo.

L'inquinamento però si estende anche alle acque che appaiono visibilmente provate dall'incuria umana: depuratori fuori uso e scarichi abusivi infatti hanno fatto sì che il bel mare di Napoli potesse conquistare la maglia nera. Basti pensare che soltanto sulla costa, in seguito ad una analisi effettuata dai biologi di Legambiente, ci sono cento trenta punti inquinati di cui venti invasi da batteri di origine fecale. I fondi stanziati per gli impianti di depurazione a questo punto viene da chiedersi dove siano finiti. Oltre al danno anche la beffa visto che in quelle acque in estate ci si tuffa e su quelle spiagge ridotte a discarica i bambini ci giocano. Per non parlare poi del cosiddetto "Lido Mappatella", alla foce del canale che sbuca sulla spiaggia, in cui un'alta concentrazione di eschericchia coli e enterococchi intestinali infestano totalmente l'area. La Regione non reagisce e non ammonisce: nessun cartello con divieti di balneazione e nessun avvertimento per i bagnanti ignari che affollano le spiagge. Non è l'unico lungomare quello di Via Caracciolo ad essere ridotto in queste condizioni: quelli di Castel Volturno, Pozzuoli, Torre del Greco, Ercolano, Castellammare di Stabia e Pontecagnano(SA) hanno conquistato tutte bandiere rosse. Un collezione che descrive indubbiamente un malfunzionamento degli enti adibiti al controllo e alla purificazione dei siti ambientali. In vista dell'estate che è alle porte, a risentirne maggiormente sono le persone che in quelle zone ci abitano e che da quei luoghi vorrebbero trarne vantaggi ma, onestamente, se foste turisti, credo che mai e poi mai visitereste un luogo ridotto in questo stato.