Napoli, matrimonio trash tra Tony Colombo e la vedova del boss Gaetano Marino: forte condanna dei sindacati SIPPE E SINAPPE

Il sindacato SIPPE (Sindacato Polizia Penitenziaria) prende le distanze dalla scelta dei colleghi agenti della polizia penitenziaria di aver partecipato come musicisti al matrimonio trash del cantante neo melodico e della vedova del boss e pertanto è totalmente in disaccordo su quanto hanno dichiarato i sindacalisti OSAPP E SAPPE che di fatto difendono una scelta sbagliata.

Il presidente SIPPE Alessandro De Pasquale e il segretario generale Carmine Olanda pertanto si dichiarano d’accordo su quanto dichiarato dal segretario generale del SINAPPE Raffaele Pellegrino che sostanzialmente condannano la scelta dei colleghi: “Abbiamo assistito – si legge nel comunicato SINAPPE condiviso dal SIPPE – al servizio messo in onda ieri sera da LA7 relativo all’inchiesta che “Fanpage.it” ha realizzato in relazione alla trasposizione televisiva del matrimonio tra un cantante
neomelodico e la vedova di ex boss di camorra.
Durante la trasmissione ampio spazio è stato riservato agli agenti della polizia penitenziaria che hanno partecipato al corteo che ha accompagnato la sposa per le vie del quartiere di Secondigliano nel giorno del matrimonio.
Dopo il vano tentativo di intervistare gli agenti in questione, il cronista di LA7 ha ricevuto una telefonata da parte della segreteria dell’O.S.A.P.P, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria: “I colleghi sono ancora sospesi e non possono rilasciare dichiarazioni ma non hanno
fatto nulla di straordinario. Erano al posto sbagliato nel momento sbagliato!”.
Il direttore di “Fanpage.it” rincarando la dose ha asserito che “nella terza puntata della nostra inchiesta, sentiamo il rappresentante del sindacato del S.A.P.Pe che dice che i poliziotti penitenziari hanno l’abitudine ad avere rapporti con chi ha alle spalle storie di questo tipo!”
Parole (tutte) senza senso per le quali il Si.N.A.P.Pe esprime con fermezza tutta la propria indignazione!
Quei sindacalisti e, prima ancora, quegli appartenenti al Corpo, hanno palesemente offeso l’istituzione che Lei rappresenta, leso l’immagine e l’onorabilità negli anni dimostrata dalle donne e dagli uomini in divisa blu.
Non può esistere fraintendimento (“il posto sbagliato al momento sbagliato”) né ricostruzione fantasiosa e teatrale di sorta (“i poliziotti hanno l’abitudine ad avere rapporti con chi ha alle spalle storie di questo tipo”).
Il nostro Ruolo nel panorama istituzionale non deve essere Cialtronescamente ridicolizzato da chi ha perso il senso della misura, il lume della ragione, dinanzi l’evidenza dei fatti.
Un conto è “garantire la speranza” perché questo “è il nostro compito” un altro è la frequentazione di certi ambiti, anche se “liberi dal servizio” (sic!), di certi personaggi, di feste in maschera e di cavalli bianchi.