NAPOLI, SAN GENNARO: IL MIRACOLO SI RIPETE

di Christian Montagna

Napoli – Alle 9,45 il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nella Cappella del Tesoro all’interno del Duomo ha proceduto all’apertura della cassaforte che contiene il reliquiario con le ampolle del sangue. Presenti alla celebrazione sacerdoti ortodossi, vescovi, arcivescovi, emittenti televisive locali, giornalisti, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris e Presidente della Regione Vincenzo De Luca. Alle ore 11,22 è stato annunciato il miracolo. Le ampolle saranno ora portate in processione sull’Altare Maggiore per esporle dinanzi ai fedeli durante la celebrazione solenne al termine della quale è stato dato l’annuncio.


“ La città si ritrova di fronte a se stessa e questa bella cattedrale in cui stiamo celebrando l’eucarestia è una casa aperta in cui ci sentiamo tutti una comunità, convocata in nome di San Gennaro” ha esordito il cardinale Crescenzio Sepe nell’omelia. In merito agli spiacevoli avvenimenti di cronaca locale e nazionale, ha poi esclamato: “Basta sangue per le nostre strade e nelle nostre famiglie, nelle nostre case, basta violenza, basta dolore e lutto, basta morti di innocenti, basta naufraghi e cadaveri di quanti cercano coraggiosamente e tragicamente un po’ di libertà , un po’ di fame, un po’ di futuro. Ci stiamo abituando alle immagini dei telegiornali. Stanno prendendo corpo l’indifferenza e il cinismo di tanti. Abbiamo il dovere di assumerci le nostre responsabilità e aprire le nostre braccia e i nostri cuori.


A Napoli è stata grande l’attesa del miracolo: i fedeli sin dalle prime ore della mattina si sono recati al Duomo in attesa del risultato più propenso che per la città indica un buon auspicio.


Il programma. Dalle 16 alle 18.30 le ampolle con il sangue verranno offerte alla venerazione dei fedeli; alle 18.30 si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo ausiliare di Napoli. Da domenica 20 a venerdì 26 settembre si svolgerà l’Ottavario di Ringraziamento: alle ore 9 esposizione delle sacre reliquie e celebrazione eucaristica nella Cappella del Santo, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18.30 in Cattedrale avverrà la venerazione delle reliquie e la celebrazione delle Sante Messe alle 10, alle 12 e alle 18.30. Quello atteso oggi è il principale dei tre “miracoli” della liquefazione del sangue di San Gennaro, avvenimento che tradizionalmente si ripete tre volte durante l’anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre.
 

Chi era San Gennaro? Protettore e patrono della città di Napoli, gli storici sono da sempre stati concordi nell’affermare che Ianuarius fosse il vero nome di San Gennaro e che la sua famiglia discendente da quella gentilizia romana (Gens Januaria), sacra al dio bifronte Janus (Giano), si fosse trasferita da Roma in Campania. Nacque nel anno 272 in un giorno di sabato del mese di Aprile, probabilmente a Benevento, dove poi divenne Vescovo; c’è chi dice invece che sia nato a Napoli, chi a Caroniti, una frazione del comune di Ioppolo, in provincia di Vibo Valentia. Anche sulla sua famiglia non si hanno notizie certe: secondo alcuni sarebbe nato povero e, orfano di madre, per la povertà venne mandato, sin da piccolo, dal padre (che nel frattempo si era risposato) a lavorare come guardiano di maiali. Fu lì che conobbe un monaco asceta, un eremita del villaggio, intuendo che quest’ultimo avrebbe potuto aiutarlo nella sua istruzione. Secondo un’altra versione, invece, Gennaro era un bimbo che sobbalzava e si dimenava nel grembo materno ogni volta che la madre si recava in chiesa per pregare, tanto da venire alla luce già con le mani giunte e le ginocchia piegate in atto di preghiera. In questa versione Gennaro discende da una famiglia illustre e agiata: suo padre si chiamava Stefano e sua madre Teonoria Amato. Sta di fatto che nella sua vita realtà e leggenda, spesso, si intrecciano e mescolano in un unico racconto. I testi attraverso cui gli storici son venuti a conoscenza della vita e della storia di San Gennaro sono gli Atti Bolognesi e gli Atti Vaticani.


Perché divenne Santo? Era l’inizio del IV Secolo, durante la persecuzione dei cristiani ad opera dell’imperatore Diocleziano, quando, Gennaro era Vescovo di Benevento e si recò insieme al lettore Desiderio e al diacono Festo in visita ai fedeli a Pozzuoli. Sossio, diacono di Miseno, già amico di Gennaro che in passato era venuto a trovarlo proprio a Miseno per discutere con lui di fede e leggi divine, che voleva recarsi ad assistere alla visita pastorale, venne invece arrestato per ordine del persecutore Dragonzio, allora governatore della Campania. Gennaro, Festo e Desiderio si recarono a far visita al prigioniero ma, avendo intercesso per la sua liberazione e avendo fatto professione di fede cristiana, furono anch’essi arrestati e condannati da Dragonzio ad essere sbranati dagli orsi nell’Anfiteatro di Pozzuoli. Ma il giorno dopo il supplizio, per assenza del governatore, impegnato altrove, venne sospeso. Allora Dragonzio comandò che a Gennaro e ai suoi compagni venisse troncata la testa. Condotti nei pressi del Forum Vulcani (l’attuale Solfatara di Pozzuoli), essi furono decapitati nell’anno 305. Il corpo di San Gennaro venne sepolto nelle catacombe napoletane di Capodimonte, dopo essere rimasto per poco più di cento anni in un altro luogo: l’Agro Marciano. Presso le catacombe cominciò la venerazione popolare delle ossa del Santo che acquistò, progressivamente, il ruolo di grande protettore della città. Ci vollero diciassette anni affinché le reliquie potessero tornare a Napoli dopo un susseguirsi di fughe e furti, grazie alla famiglia dei Carafa che si impegnò, soprattutto per l’interessamento del cardinale Oliviero e con il sostegno di suo fratello, l’arcivescovo napoletano Alessandro Carafa, affinché le reliquie tornassero a Napoli, nel 1497.

Ma cosa sarebbe accaduto se non si fosse liquefatto il sangue del Santo? La storia recente riporta diversi casi: Settembre del 1939 e del 1940, in corrispondenza con l'inizio della seconda guerra mondiale e dell’entrata nel conflitto dell’Italia; Settembre del 1943, data dell’occupazione nazista; Settembre del 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli e Settembre 1980, anno del terremoto in Irpinia. Generalmente, i periodi in cui il sangue non si liquefatto coincidono con assedi, eruzioni e pestilenze. Accade poi, in rare occasioni, che il sangue si sciolga anche fuori dalle ricorrenze stabilite, ad esempio, nel 1799. Il 23 gennaio il Generale di Napoleone Championnet entrò vittorioso a Napoli, caduta dopo una strenue resistenza da parte dei suoi cittadini. Per placare il dissenso, ordinò al clero di aprire le chiese e di predicare pace e ordine. Quindi, il giorno dopo, si recò al Duomo. E non appena l'ampolla fu consegnata nelle sue mani, ecco che avvenne il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Grande stupore fra i presenti e in città, per l'evento “anomalo”.