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Roma

NEMI, ABUSI E RIPRISTINI: PENTIMA PIZZUTA – ATTO SECONDO

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Tempo di lettura 5 minuti Che aspetta il Comune a rimettere in pristino lo stato dei luoghi addebitando i lavori al Cavaterra Renzo detto Massimo? Oltre a sanzionare con euro 10mila?

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Chiara Rai

Nemi (RM) – Non si può dire che l’elezione del sindaco Alberto Bertucci a Nemi sia passata inosservata.

Nel piccolo paese delle fragole, per la prima volta è stato eletto un sindaco rinviato a giudizio per turbativa d’asta e frode rispetto allo stesso Comune che ha amministrato da vicesindaco sotto la giunta Cocchi e che amministra attualmente ( Alberto Bertucci ha provocato la caduta della precedente giunta perché l’ex sindaco Cinzia Cocchi gli aveva tolto le deleghe per motivi legati alla sua condotta).

Fato vuole che contemporaneamente o immediatamente dopo l’elezione del Bertucci, il quale ha preso 475 voti contro i 622 voti del precedente sindaco alle precedenti elezioni, a Nemi sia scoppiata l’epidemia dell’abuso. Sono iniziati dei movimenti di terreno, più comunemente conosciuti con il termine "sbancamenti" come quello di Pentima Pizzuta per mano di uno tra i grandi sostenitori di Alberto Bertucci:  Renzo Cavaterra detto Massimo.

Oggi ci soffermeremo sull’abuso di Renzo Cavaterra detto Massimo.

L’ampia parte di costone che si affaccia sullo splendido lago di Nemi è stata oggetto di movimento di terra o più comunemente detto "sbancamento" nonostante i numerosi vincoli archeologici e paesaggistici.

L’area di Pentima Pizzuta a Nemi, posta sotto sequestro a settembre scorso, avrebbe dovuto essere ripristinata da chi ha commesso l’abuso.

Il Tar Lazio ha bocciato il ricorso del proprietario contro l’ordinanza di ripristino dei luoghi emessa dal Comune riferita alla vasta area che si affaccia sul lago di Nemi. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE IL DECRETO DEL TAR ]

Finora, non ci sembra che il ripristino dello stato naturale dei luoghi sia avvenuto. Eppure l’ordinanza del Comune di Nemi parla chiaro, se non ripristinano Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra, allora ci penserà lo stesso ente addebitando le spese al grande sostenitore di Alberto Bertucci, nonché sanzionando lo stesso Cavaterra Renzo detto Massimo per un importo pari a 10 mila euro.

Perché nulla si muove? Quando avverrà la remissione in pristino? E’ passato un anno e nulla pare sia successo.

Che aspetta il Comune a rimettere in pristino lo stato dei luoghi addebitando i lavori al Cavaterra Renzo detto Massimo? Oltre la sanzione di Euro 10mila?

Si legge nell’ordinanza di ottobre del 2012 a firma di Rosanna Galanti responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Nemi: “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta”. 

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL COMUNE DI NEMI ]

Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti a Pentima Pizzuta e ordinato a Renzo Cavaterra detto Massimo e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. “Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori”.  I 90 giorni sono passati abbondantemente. Dov’è il progetto di ripristino? Dov’è l’incasso della sanzione pari a diecimila euro per il presunto mancato ripristino dei luoghi?

Il Comune si lamenta di non avere soldi eppure i possibili incassi ci sono eccome.

Ma il sindaco Alberto Bertucci, preferisce affiggere manifesti contro la stampa per tentare di  tirare su qualche spicciolo e fare cassa. Come? Invitando i cittadini a denunciare per diffamazione a mezzo stampa un soggetto non precisato, alimentando così, attraverso questo "nobile" atteggiamento, sentimenti rancorosi e astiosi nella cittadinanza rispetto agli organi di comunicazione. Il tutto al fine di raccogliere soldi dal presunto risarcimento danni e provvedere a regalare qualche servizio in più alla cittadinanza.

Si ricorda inoltre che dal signor Renzo Cavaterra detto Massimo, sono arrivate, nei tempi in cui il nostro giornale ha seguito l'intera vicenda fino al sequstro, delle telefonate per nulla amichevoli indirizzate al direttore responsabile Chiara Rai e che la stessa ha provveduto a segnalare ai carabinieri di Nemi.

Inoltre di recente (6 febbraio 2013)  il Tar Lazio ha dichiarato perento un ricorso del Cavaterra contro la Prefettura di Roma, la Questura di Roma, il Ministero Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza per l'annullamento del decreto del Questore di Roma datato 22 marzo 1997 di rigetto dell’istanza per il rilascio della licenza di porto di pistola per difesa personale.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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