NEMI, ABUSI E RIPRISTINI: PENTIMA PIZZUTA – ATTO SECONDO

Chiara Rai

Nemi (RM) – Non si può dire che l’elezione del sindaco Alberto Bertucci a Nemi sia passata inosservata.

Nel piccolo paese delle fragole, per la prima volta è stato eletto un sindaco rinviato a giudizio per turbativa d’asta e frode rispetto allo stesso Comune che ha amministrato da vicesindaco sotto la giunta Cocchi e che amministra attualmente ( Alberto Bertucci ha provocato la caduta della precedente giunta perché l’ex sindaco Cinzia Cocchi gli aveva tolto le deleghe per motivi legati alla sua condotta).

Fato vuole che contemporaneamente o immediatamente dopo l’elezione del Bertucci, il quale ha preso 475 voti contro i 622 voti del precedente sindaco alle precedenti elezioni, a Nemi sia scoppiata l’epidemia dell’abuso. Sono iniziati dei movimenti di terreno, più comunemente conosciuti con il termine "sbancamenti" come quello di Pentima Pizzuta per mano di uno tra i grandi sostenitori di Alberto Bertucci:  Renzo Cavaterra detto Massimo.

Oggi ci soffermeremo sull’abuso di Renzo Cavaterra detto Massimo.

L’ampia parte di costone che si affaccia sullo splendido lago di Nemi è stata oggetto di movimento di terra o più comunemente detto "sbancamento" nonostante i numerosi vincoli archeologici e paesaggistici.

L’area di Pentima Pizzuta a Nemi, posta sotto sequestro a settembre scorso, avrebbe dovuto essere ripristinata da chi ha commesso l’abuso.

Il Tar Lazio ha bocciato il ricorso del proprietario contro l’ordinanza di ripristino dei luoghi emessa dal Comune riferita alla vasta area che si affaccia sul lago di Nemi. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE IL DECRETO DEL TAR ]

Finora, non ci sembra che il ripristino dello stato naturale dei luoghi sia avvenuto. Eppure l’ordinanza del Comune di Nemi parla chiaro, se non ripristinano Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra, allora ci penserà lo stesso ente addebitando le spese al grande sostenitore di Alberto Bertucci, nonché sanzionando lo stesso Cavaterra Renzo detto Massimo per un importo pari a 10 mila euro.

Perché nulla si muove? Quando avverrà la remissione in pristino? E’ passato un anno e nulla pare sia successo.

Che aspetta il Comune a rimettere in pristino lo stato dei luoghi addebitando i lavori al Cavaterra Renzo detto Massimo? Oltre la sanzione di Euro 10mila?

Si legge nell’ordinanza di ottobre del 2012 a firma di Rosanna Galanti responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Nemi: “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta”. 

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL COMUNE DI NEMI ]

Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti a Pentima Pizzuta e ordinato a Renzo Cavaterra detto Massimo e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. “Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori”.  I 90 giorni sono passati abbondantemente. Dov’è il progetto di ripristino? Dov’è l’incasso della sanzione pari a diecimila euro per il presunto mancato ripristino dei luoghi?

Il Comune si lamenta di non avere soldi eppure i possibili incassi ci sono eccome.

Ma il sindaco Alberto Bertucci, preferisce affiggere manifesti contro la stampa per tentare di  tirare su qualche spicciolo e fare cassa. Come? Invitando i cittadini a denunciare per diffamazione a mezzo stampa un soggetto non precisato, alimentando così, attraverso questo "nobile" atteggiamento, sentimenti rancorosi e astiosi nella cittadinanza rispetto agli organi di comunicazione. Il tutto al fine di raccogliere soldi dal presunto risarcimento danni e provvedere a regalare qualche servizio in più alla cittadinanza.

Si ricorda inoltre che dal signor Renzo Cavaterra detto Massimo, sono arrivate, nei tempi in cui il nostro giornale ha seguito l'intera vicenda fino al sequstro, delle telefonate per nulla amichevoli indirizzate al direttore responsabile Chiara Rai e che la stessa ha provveduto a segnalare ai carabinieri di Nemi.

Inoltre di recente (6 febbraio 2013)  il Tar Lazio ha dichiarato perento un ricorso del Cavaterra contro la Prefettura di Roma, la Questura di Roma, il Ministero Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza per l'annullamento del decreto del Questore di Roma datato 22 marzo 1997 di rigetto dell’istanza per il rilascio della licenza di porto di pistola per difesa personale.

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