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Roma

Nemi, acqua potabile, discarica e Isola Ecologica: Osmari puntualizza

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Tempo di lettura 4 minuti Lo scorso 24 aprile 2016 denunciavamo la presenza di un cumulo di ingombranti a pochi metri dal pozzo. Ma ad oggi ancora nessuno ha raccolto il grido di allarme.

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di Ivan Galea

NEMI (RM) – Discarica a cielo aperto in via della Radiosa a ridosso dello stadio comunale di Nemi dove il Comune ha intenzione di realizzare l'isola ecologica cercando di dimostrare che l'area non è boscata come invece risulta oggi dal PTPR e peraltro, il sito si trova che nelle immediate vicinanze di un pozzo che serve acqua potabile alle popolazioni.  La legge vieta espressamente la gestione di rifiuti in prossimità di pozzi d'acqua.

Questo quanto denunciato su questo giornale lo scorso 14 luglio 2016 da Vairo Canterani rappresentante locale dell'associazione ambientalista Italia Nostra e dalla Consigliera di "Partecipazione Democratica" Stefania Osmari durante il Consiglio comunale dello scorso 13 luglio. 

Sono emerse dunque due importanti questioni: La prima che da anni esiste un'area in via della Radiosa a Nemi priva di qualsiasi protezione impermeabilizzante del terreno dove si scaricano e caricano rifiuti di ogni genere, di cui non si conosce l'effettiva natura, in presenza di uno dei pozzi di acqua che servono la rete idrica di Nemi e comuni limitrofi senza che nessuno in questi anni ne abbia denunciato la presenza e la seconda realtà è che il Comune ha intenzione di realizzare proprio in quell'area l'isola ecologica nonostante la legge vieti espressamente la gestione dei rifiuti in presenza di pozzi di acqua.

Dunque abbiamo criticato la scelta del Consigliere Stefania Osmari di essersi astenuta durante le operazioni di voto dell'ultimo Consiglio comunale dove con 4 voti favorevoli e due astenuti (Osmari-Cocchi) è stato approvato il progetto preliminare di isola ecologica e della relativa variante urbanistica al vigente P.RG. di Nemi  relativamente all’area interessata dal progetto.

Non abbiamo criticato invece l'astensione della Consigliera Cinzia Cocchi in quanto stando a quanto riportato nel verbale di Consiglio comunale non ha fatto riferimenti al fatto di essere a conoscenza che esista il pozzo di acqua nelle vicinanze tantomeno al fatto che l'area è utilizzata da anni come "monnezzaio", dichiarando tra l'altro: "con rammarico e con ritardo prendiamo atto della necessità di questa soluzione che fin dall’inizio, considerate le difficoltà e le complessità prevedibili rispetto alla scelta originaria, doveva percorrersi".

In ultimo insieme all'articolo dello scorso 23 luglio 2016 abbiamo doverosamente allegato il pdf del verbale di seduta consiliare, che riproponiamo anche con questo articolo, per quei lettori interessati a leggere integralmente tutte le dichiarazioni rilasciate dal sindaco, dalla sua maggioranza e dalle consigliere di opposizione.

Dunque il giornale, come sempre fatto anche in passato, resta sensibile ad argomenti che interessano l'ambiente e la salute pubblica, tanto che lo scorso 24 aprile 2016, sempre su questo quotidiano, denunciavamo la presenza di un cumulo di ingombranti buttati sul ciglio di via della Radiosa a pochissimi metri dal pozzo di acqua potabile. Ma evidentemente nessuno ha voluto raccogliere questo grido di allarme e oggi dopo oltre 3 mesi quei rifiuti sono ancora li.

La Consigliera di "Partecipazione Democratica" ha quindi ritenuto di voler intervenire attraverso una nota in merito alla questione. Di seguito riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di Stefania Osmari Consigliere di "Partecipazione Democratica" al Comune di Nemi:

"Egregio Direttore , mi permetta una breve replica all’articolo pubblicato  dal  suo quotidiano  riguardante  quanto da me affermato durante la seduta del  Consiglio Comunale del 13 luglio, relativamente  al punto dell’ isola ecologica. Premetto che sul sito del Comune di Nemi, nella sezione Albo Pretorio, è riportato integralmente  il dibattito che si è tenuto sull’argomento nel corso del Consiglio Comunale stesso e la cronologia degli interventi. Dico questo perché leggendo l’articolo ho avuto l’impressione che esso sia stato il frutto di una errata lettura del verbale.  Infatti, è evidente, nell’articolo,  la  traslazione cronologica di alcuni miei interventi e l’omissione di altri  che modificano in modo sostanziale il senso degli stessi.  Questa replica, quindi, si rende necessaria per chiarire la mia posizione a Lei e ai lettori. Nemi,  il più piccolo dei paesi dei Castelli Romani, è il solo  comune del territorio che non ha ancora avviato la raccolta differenziata.  Sono circa 15 anni che ad ogni tornata elettorale le amministrazioni di destra la promettono, per poi disattendere penosamente le promesse fatte. Così è stato anche con l’attuale Sindaco. In campagna elettorale affermò che avrebbe risolto la questione nei primi 100 giorni  di mandato. Così non è stato. L’ostacolo sempre lo stesso:   l’isola ecologica.  Come Partecipazione Democratica  ho più volte sollecitato l’attuale giunta a rispettare quanto promesso in campagna elettorale: individuare, se possibile,  un sito idoneo, diversamente, intraprendere strade alternative (consortili)  per avviare la raccolta differenziata su tutto il territorio di Nemi. Oggi  annuncia di  aver risolto la questione attraverso il sito di via della Radiosa. Di seguito Le espongo il senso del mio intervento. Al netto del problema  pozzo, sul quale tornerò, ho chiesto ragione del perché, nonostante esistessero i requisiti necessari per il sito di via della Radiosa (presumo accertati da  una relazione tecnica in possesso del Sindaco) e, malgrado fosse nota la determina della Regione Lazio (2012) sul vincolo idrogeologico, si sia proceduto all’acquisto del terreno in prossimità del cimitero (2014). Quindi una precisa  domanda su un’operazione che continuo a non capire e che comunque è costata all’erario cittadino. Inoltre, Lazio Service utilizza da tempo  la zona adiacente a via della Radiosa come  deposito di cassonetti dove una grossa struttura cittadina e molti cittadini anche di altri comuni conferiscono i rifiuti.  La vicinanza al pozzo di Calvarione è nota a tutti: al  Comune, ai Vigili Urbani, alle forze politiche e ai  giornali. L’ho ricordata al Sindaco per mettere in risalto il fatto che mentre  si  attardava  per anni nella ricerca di altri siti, per giungere poi alla conclusione che quello di via della Radiosa (ripeto a dire dei suoi tecnici) aveva i requisiti necessari, sorgeva adiacente ad esso una specie di isola ecologica fai da te che, tra l’altro,  non ricordo essere stata mai denunciata da alcun articolo. Infine, e solo alla fine, ho espresso le mie perplessità circa i requisiti del sito di via della Radiosa proprio per la vicinanza al pozzo.  Perplessità che, essendo suffragate solo dal buonsenso, non essendo io un tecnico, e dal principio di cautela ed essendo io favorevole ad avviare finalmente la raccolta differenziata a Nemi, mi hanno indotta ad astenermi nella votazione. Lo stesso ha fatto l’altra consigliera di opposizione che, però, non ha avuto gli onori della cronaca come la sottoscritta.
 La ringrazio per l’attenzione
Stefania Osmari"

Roma

Roma, Tor Bella Monaca: violenze domestiche e minacce di morte, arrestato un uomo per maltrattamenti aggravati

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“Vivevamo con la paura che succedesse qualcosa di peggio”, raccontano i vicini, scossi dall’episodio

Nella giornata di ieri, a Tor Bella Monaca, si è consumato l’ennesimo episodio di violenza domestica. Un uomo di 47 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di maltrattamenti e lesioni personali aggravate nei confronti della sua compagna convivente, una donna di 37 anni, originaria di Roma.

L’intervento dei Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca è avvenuto a seguito di una segnalazione ricevuta in caserma. La vittima, che presentava una ferita alla testa causata da un violento colpo sferrato dal compagno, è stata immediatamente soccorsa dal personale del 118 e trasportata al Policlinico Casilino. Sebbene le sue condizioni non fossero considerate gravi, la donna è stata trattenuta in osservazione, lasciando emergere una storia di abusi che durava da anni.

Secondo quanto riferito dalla donna ai Carabinieri, le violenze erano ormai una costante nella sua vita da circa 10 anni, sin dall’inizio della convivenza con l’uomo. Il compagno, un tossicodipendente con evidenti problemi di gelosia morbosa, l’aveva sottoposta a continue aggressioni fisiche e verbali, senza che lei trovasse mai il coraggio di denunciarlo. Solo ora, dopo l’ennesimo episodio di brutalità, ha deciso di rompere il silenzio.

Tra i dettagli più agghiaccianti emersi dalle sue dichiarazioni, vi sono le minacce di morte ricevute e i danni causati all’interno della loro abitazione, segni di un clima di terrore vissuto quotidianamente. La donna ha anche ammesso di aver subito altre lesioni in passato, mai refertate, lasciando intuire una lunga scia di violenze mai denunciate.

Il vicinato: “Sapevamo che c’era qualcosa che non andava”

I residenti della via Fabrizio Chiari, luogo dell’arresto, hanno espresso il loro sgomento per la vicenda. Alcuni di loro, scossi dall’accaduto, hanno riferito ai giornalisti di aver sentito più volte urla e litigi provenire dall’abitazione della coppia. “Sapevamo che c’era qualcosa che non andava, ma nessuno si aspettava che fosse così grave”, ha dichiarato una vicina di casa, con voce tremante. “Vivevamo con la paura che potesse succedere qualcosa di peggio, ma non immaginavamo che lei subisse violenze così terribili.”

Un altro residente ha commentato: “Lui era una persona difficile, lo sapevamo tutti. Aveva problemi di droga e spesso lo vedevamo alterato. Ma lei era sempre così riservata, sembrava che volesse nascondere tutto”.

L’arresto

Dopo aver acquisito la denuncia della donna e raccolto le prove necessarie, i Carabinieri hanno arrestato l’uomo e lo hanno condotto presso il carcere di Regina Coeli. Il Tribunale di Roma ha già convalidato l’arresto, disponendo la sua detenzione in carcere in attesa di ulteriori sviluppi. Le accuse nei suoi confronti sono gravi e includono maltrattamenti e lesioni personali aggravate, reati che potrebbero costargli una lunga pena detentiva.

L’episodio ha sollevato ancora una volta il tema delle violenze domestiche, una piaga che troppo spesso resta nell’ombra, e che coinvolge numerose vittime incapaci di denunciare i propri carnefici. Le forze dell’ordine continuano a sensibilizzare sulla necessità di rompere il silenzio e denunciare tempestivamente situazioni di abuso, per evitare che episodi di violenza degenerino in tragedie irreparabili.

Un grido di allarme sociale

Questo dramma si inserisce in un contesto sociale già problematico come quello di Tor Bella Monaca, un quartiere noto per l’alto tasso di criminalità e disagio sociale. “Speriamo che questa vicenda serva a far riflettere”, ha dichiarato un altro residente. “Qui la violenza è all’ordine del giorno, ma non possiamo rimanere indifferenti. Dobbiamo fare di più come comunità per aiutare chi soffre in silenzio.”

La speranza è che la vicenda possa portare maggiore attenzione sulla necessità di proteggere le vittime di violenza domestica e offrire loro il supporto necessario per ricostruire le proprie vite.

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Castelli Romani

Nemi, “I Corsi” senz’acqua: una battaglia che non trova ascolto

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Residenti esasperati da continui guasti idrici, l’associazione locale lancia un grido di aiuto contro il silenzio di Acea

Da anni, la zona alta di Nemi, conosciuta come “I Corsi“, si trova a dover affrontare una situazione inaccettabile: l’acqua potabile, bene primario e fondamentale, continua a mancare per lunghi periodi durante l’estate a causa di guasti alle condutture idriche. Il problema, ormai cronico, ha colpito ancora una volta i residenti nel corso dei mesi estivi, lasciando numerose famiglie senza fornitura idrica per giorni interi.

Nonostante le ripetute segnalazioni, la situazione sembra essere sempre la stessa. A pagare il prezzo più alto di questa disfunzione sono le famiglie del quartiere Corsi e del Parco dei Lecci, costrette a vivere senza acqua, per più di due giorni consecutivi in diverse occasioni solo nell’ultimo mese.

La comunità locale è esausta, e l’unica risposta ricevuta dal gestore idrico Acea sembra essere una generica scusa per il disagio, accompagnata da una sterile offerta di rimborso. Un rimedio che, però, non può compensare la gravità del problema.

L’Associazione “Corsi & Parco dei Lecci”, nata oltre due anni fa proprio per far fronte a questa emergenza, ha portato avanti una lunga battaglia contro il gestore, ma senza alcun risultato concreto. A guidare questa battaglia è la presidente Rosa Lenci, che ha recentemente inviato un’ulteriore lettera di reclamo all’indirizzo PEC di Acea, evidenziando i disagi continui subiti dagli abitanti. “Con la presente sono a comunicare la mancanza di acqua a giorni alterni per più di quattordici volte nel mese di agosto e ancora a settembre per altre cinque/sei volte, compreso oggi”, scrive nella sua denuncia, sottolineando come la mancanza d’acqua si protragga spesso per oltre 48 ore.

La presidente Lenci, ha rimarcato la gravità della situazione, ricordando che l’interruzione della fornitura di acqua rappresenta una violazione del codice penale. “Ci state portando all’esasperazione,” aggiunge con forza, evidenziando come il disinteresse di Acea Ato 2 stia esasperando i residenti, che si trovano ormai stremati da anni di disagi senza una soluzione concreta all’orizzonte.

L’associazione chiede ora un incontro urgente con un responsabile di Acea per discutere una soluzione definitiva, mentre il loro grido di aiuto continua a rimanere inascoltato. La mancanza d’acqua non è soltanto un disagio quotidiano, ma un problema di salute pubblica e di qualità della vita, che le autorità locali dovrebbero prendere in carico con maggiore serietà e urgenza.

Se da un lato Acea Ato 2 continua a rassicurare i residenti con scuse formali e promesse di rimborso, dall’altro lato il problema persiste, senza che vengano prese misure concrete per evitare nuovi guasti.

È ora che le istituzioni locali intervengano in modo deciso per garantire il rispetto di un diritto essenziale e mettere fine a questa vergognosa situazione.

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Castelli Romani

Frascati: “Crolla” la pavimentazione in piazza San Rocco

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Spaventano le immagini che ci sono arrivate oggi in redazione di piazza San Rocco a Frascati.
“Frascati crolla” è il grido che ci giunge.

la foto mostra nel dettaglio la “voragine” creatasi su piazza San Rocco

I lavori che imperversano in città mostrano la fragilità del territorio dove si sviluppa Frascati.
Anni di mancate manutenzioni e di lavori, a quanto ci dicono numerosi altri cittadini, eseguiti con poca accuratezza hanno minato la stabilità del terreno e le piogge torrenziali di questi giorni sono il “colpo di grazia”.

immagini giunte in redazione

Quello che traspare è la necessità di porre in essere un accurata ricognizione della città stessa, specie nella zona più storica ed antica.
La necessità di riqualificare, in special modo, tutto il centro storico diventa sempre di più necessaria ed urgente proprio per evitare ulteriori danni a quello che resta il fragile territorio della città tuscolana.

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