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Roma

Nemi, consiglio comunale: Bertucci bis secondo atto

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Tempo di lettura 6 minuti Bertucci ha fatto riferimento all’importanza della presenza del Grembo e dell’adesione allo Sprar come maggiore garanzia di raggiungimento del numero minimo per far continuare a vivere la scuola

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di Chiara Rai


NEMI (RM) – Secondo Consiglio comunale della giunta Bertucci bis il giorno della celebrazione di San Pietro e Paolo con meno partecipazione di pubblico e l’assenza del consigliere Giovanni Libanori.

 

All’ordine del giorno, oltre alla lettura e approvazione dei verbali della precedente seduta, si è votata la concessione della cittadinanza onoraria alla bandiera del Sesto Reggimento Genio Pionieri Battaglione Nemi dell’Esercito Italiano. Nessuno dei rappresentanti del Battaglione Nemi era presente. Comunque l’idea di premiare chi si è messo al servizio della comunità di Amatrice per ben 8 mesi dopo il catastrofico sisma dell’agosto scorso in Italia Centrale è stata ben accolta da tutti, consiglieri di minoranza inclusi. Il sindaco Bertucci ne ha parlato come un evento storico “il primo nella storia” il fatto che venga attribuito un alto riconoscimento a una bandiera dei reparti delle Forze Armate: “Nel sesto Reggimento Genio Pionieri – ha detto Bertucci – ci sono due battaglioni: quello di Nemi e il Trasimeno e nei confronti di entrambi vogliamo esprimere la vicinanza dell’Amministrazione comunale onorandone l’operato”. Bertucci ha ringraziato il comandante colonnello Massimo Tuzza e il maggiore Vincenzo Criscuolo con l’auspicio di un futuro proficuo rapporto di collaborazione sul territorio di Nemi grazie all’ausilio di un’alta esperienza d’ingegneria civile che rappresentano gli uomini del sesto reggimento.


Si è passato poi all’approvazione del piano di emergenza di Protezione civile il cui Coc (Centro Operativo Comunale) precedentemente individuato in Piazza Roma è stato poi riconosciuto come attuabile e fattibile al campo sportivo comunale dove maggiori sembrerebbero le garanzie di praticabilità secondo gli algoritmi individuati dalla Regione Lazio. Le implementazioni al nuovo piano di emergenza della Protezione Civile di cui Nemi era assolutamente carente e la cui approvazione è stata una necessità inderogabile prevede una piattaforma di informazioni che riguardano una mappatura particolareggiata del territorio e puntuale censimento della presenza di persone che hanno difficoltà motorie.


Il consigliere di Ricomincio da Nemi Patrizia Corrieri pur accogliendo con piacere l’approvazione di questo piano e le sue implementazioni ha fatto presente che c’è una scarsa fruibilità del sito internet del Comune di Nemi dove la maggior parte dei documenti allegati agli atti pubblicati non possono essere aperti e quindi non si è potuta approfondire la tematica come giusto doveva essere: “Voteremo a favore di questo punto – ha sottolineato Corrieri – anche se avremmo voluto valutare meglio tutte le implementazioni che in linea generale apprezziamo ma che sarebbero potute essere condivise, non in fase divulgativa ma di stesura, con la cittadinanza magari attraverso un’assemblea pubblica che non c’è stata ma che auspichiamo ci sia in futuro”.


Anche il consigliere di Insieme per Nemi Stefano Tersigni ha votato a favore del punto all’ordine del giorno e colto l’occasione per sollecitare due questioni o meglio porre due domande: ha chiesto se fossero state preventivate delle esercitazioni nelle scuole e ha chiesto se non ritenessero urgente incaricare un tecnico esperto per monitorare e valutare lo stato delle case nel centro storico alcune delle quali appaiono vetuste e bisognose di interventi.


La vicesindaco Edy Palazzi si è limitata a dire che assemblee, corsi e convegni avverranno dopo l’avvenuta approvazione del Piano di Emergenza e il sindaco ha aggiunto che verrà anche effettuata una “tabellazione del territorio con segnaletica verticale già predisposta” e che le esercitazioni nel plesso scolastico vengono già effettuate ma che comunque l’educazione all’emergenza deve essere costante e non è mai abbastanza. Inoltre ha confermato che ci sono delle criticità in alcuni “stabili vetusti” del centro storico e case non abitate e che l’amministrazione approfitterà dell’operazione del Governo che prevede degli investimenti in favore di ristrutturazione di stabili nel centro storico anche per adeguamenti antisismici ecc.


In ultimo si è passati all’approvazione, anche questa avvenuta all’unanimità, di una mozione a favore del mantenimento della dotazione organica della scuola di Nemi.
Una vicenda ormai che si ripete di anno in anno e che prevede quest’azione di consiglio comunale volta, ha detto Bertucci a “sensibilizzare gli enti preposti per ottenere ancora una deroga che era stata concessa inizialmente per tre anni ma che poi è stata rimessa in discussione con la Riforma della buona scuola che è saltata. Ci vogliono almeno un minimo di 18 alunni per le scuole medie e di 14 per le scuole elementari. Nel passato si è scongiurato il deficit ma la situazione è sempre più complicata e ci si ritrova oggi, ha ribadito Bertucci, “con questa spada di Damocle fino a settembre”.

 

Bertucci ha fatto riferimento all’importanza della presenza del Grembo e dell’adesione allo Sprar come maggiore garanzia di raggiungimento del numero minimo per far continuare a vivere la scuola di Nemi e quindi prevedere soprattutto grazie allo Sprar un aumento del numero degli iscritti. Il sindaco ha poi ribadito l’importanza di ottenere una deroga definitiva anche con l’inserimento di Nemi come comune montano date le rispondenze di caratteristiche del territorio. Questo scongiurerebbe quest’affannosa e difficoltosa ricerca di iscritti entro settembre per scongiurare, anno dopo anno, la chiusura della scuola a Nemi.


Il consigliere di Ricomincio da Nemi Carlo Cortuso ha evidenziato come la presenza della scuola rappresenti un presidio democratico e civile fondamentale per una comunità e che la sua assenza rappresenterebbe una grossa frattura: “Uno dei problemi però – ha detto Cortuso – è che non si è fatto abbastanza per sensibilizzare le famiglie al concetto che una comunità si deve riconoscere intorno alla scuola. Ogni anno si ripresenta questa problematica divenuta ciclica. È mancata l’iniziativa per scongiurare la perdita di un bene così prezioso. Si, c’è stato un tentativo di assemblea ma bisognava insistere. Ora l’emergenza ci impone un atto di responsabilità ma non possiamo non evidenziare queste mancanze”. Riguardo lo Sprar ha sottolineato Cortuso che come gruppo hanno presentato una richiesta di accesso agli atti per capire i particolari di questa adesione, i numeri, il tipo di progettualità per avere perlomeno coscienza di quello di cui si sta parlando: “Abbiamo una difficoltà oggettiva di poter lavorare in questo modo – ha aggiunto Cortuso – non abbiamo avuto risposte e questo dimostra il poco rispetto che viene portato ai consiglieri ma di riflesso è il poco rispetto per la cittadinanza che rappresentiamo. Non si può essere sempre così estemporanei”.

 

Bertucci ha subito bollato l’intervento di Cortuso come fuori luogo per il fatto che si reclama una risposta all’accesso agli atti a distanza di 48 ore (ndr la richiesta è stata presentata in data 26 giugno 2017): “Si tratta di un intervento – ha detto il sindaco – che necessariamente andava stoppato. L’amministrazione ha fatto tanto per la scuola e non so se l’opposizione ha fatto altrettanto. Con i cittadini abbiamo fatto opera di convincimento anche attraverso incontri con i docenti, le famiglie. Non è consentito l’intervento di Cortuso per mancanza di fotografia della realtà dei fatti”.


Tersigni ha fatto una riflessione: chiedersi i motivi che hanno portato a questa situazione e migrazione degli iscritti verso altre scuole. “Probabilmente c’è stata scarsa attenzione o tempestività di azione anche rispetto a problematiche di diversa natura come quella igienica. A queste carenze si potrebbe far fronte con una maggiore capacità di ascolto. Poi – ha aggiunto Tersigni, è la seconda volta che sento parlare di Sprar e ribadisco la mia contrarietà perché lo ritengo un ricatto di stato. Quindi non auspico, come invece ha fatto il sindaco, che la situazione di carenza di iscritti nella scuola possa essere risolta con l’arrivo degli immigrati”.

 

Dopo l’intervento di Tersigni, Bertucci si è ancora più acceso tornando sempre sul solito cliché di “fatti falsi” diffusi da alcuni giornali che perpetuano “nelle azioni sterili e negative”. “Questo gruppo di residenti – ha detto Bertucci – che hanno fatto e scritto critiche sono i primi ad aver portato i loro figli via dalla scuola di Nemi sperando in una nefasta conclusione della situazione di vedere finita la scuola”. I fatti di cronaca a cui si riferisce Bertucci sono un chiaro riferimento alla nostra testata giornalistica che in passato ha raccolto le lamentele di docenti, genitori e studenti e che si è basata su verbali sanitari e operazioni di pulizia straordinaria effettuate in fretta e furia dall’amministrazione nel plesso scolastico. Adesso ci manca che si metta a dire che la foto di un gatto sopra al cibo della mensa è un fotomontaggio e che le denunce sporte e/o paventate da alcuni genitori sono frutto dell’immaginazione dei cronisti de L’Osservatore Laziale.

 

Spiace assistere sempre al solito teatrino di un sindaco che si abbassa a chiamare in causa con epiteti di bassa lega un organo di informazione che fa soltanto il suo lavoro: critica e cronaca come la Costituzione della Repubblica italiana sancisce. Eppure questo sindaco non si stanca mai di nominare quello che per lui sembra essere divenuta una ossessione che lo segue ovunque e in ogni luogo. Il suo è uno sfogo continuo contro “quel giornale che dice falsità e fa azioni sterili e negative”. Eppure la diagnosi è una sola: volontà di mettere il bavaglio rispetto a chi fa il suo lavoro senza attaccare l’asino dove vuole il padrone.

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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