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Nemi, Consiglio comunale blindato e a senso unico

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NEMI (RM) – Un Consiglio Comunale con un blindato della polizia, carabinieri e vigili, è andato in scena ieri pomeriggio a Nemi. Tanto rumore per nulla o meglio tanta attenzione solo perché in realtà è successo qualcosa che non si vedeva da dieci anni: diversi cittadini hanno partecipato al Consiglio comunale per sentire con le proprie orecchie la versione “ufficiale” del Sindaco Alberto Bertucci sull’isola ecologica che intende realizzare in via della Radiosa a Nemi.

Nei fatti, Bertucci, in Aula, ha dovuto autoritrattare le tante versioni discordanti profuse a macchia di leopardo ai residenti di Nemi convocati personalmente a palazzo comunale. La modalità di convocare i cittadini singolarmente e di non discutere in una assemblea pubblica è davvero singolare.

Come è singolare che oggi pomeriggio siano stati convocati in Comune dal Sindaco altri residenti firmatari per “fare chiarezza” chiusi nella stanza del primo cittadino. Perlomeno se avesse voluto informare i suoi elettori avrebbe potuto farlo prima del Consiglio comunale e prima ancora di presentare un progetto definitivo che deve ricevere soltanto l’approvazione degli altri enti.

I giochi sono quasi fatti, non ci vorrà un’eternità

Per di più, se solo ci si soffermasse a guardare le carte, si scoprirebbe che il progetto definitivo del Comune di Nemi è uno soltanto e non è soggetto a interpretazioni.

Il Comune, lo ha detto ieri in Aula il Sindaco, intende realizzare una isola ecologica con gli scarrabili per le seguenti tipologie di rifiuti: rifiuti ingombranti, vetro, carta e cartone, plastica e metallo, verde e rifiuti da costruzione e demolizione.

Insomma manca solo l’umido! Il progetto è in netto contrasto con quanto raccontato dal sindaco ai cittadini convocati singolarmente e in contrasto anche con quanto dichiarato ieri su Il Messaggero: non sono soltanto “3 sabati al mese” ma si tratta di una struttura fissa con scarrabili, vicino al pozzo, vicinissima alle abitazioni dove gli autoveicoli e camion della società Minerva transiterebbero quotidianamente e troverebbero ricovero nell’ormai devastato stadio comunale di Nemi, ridotto a parcheggio dei mezzi dei rifiuti. Un via vai quotidiano, un inquinamento acustico devastante per la zona residenziale, un traffico viario insostenibile oltre al pericolo di inquinamento della falda dovuto alla eccessiva vicinanza del sito con il pozzo. Soli 60 metri.

Tornando alla seduta di ieri. Probabilmente la volontà popolare di partecipazione al Consiglio comunale ha lasciato tutti sorpresi e forse spaventati altrimenti non si spiega come mai ci fosse ieri uno spiegamento di forze degno di una manifestazione “no Tav”. A Nemi non è mai successo, neppure quando sono avvenuti terremoti politici dall’effetto cabriolet.

Andiamo per gradi. In apertura seduta il consigliere comunale Giovanni Libanori che in passato era uscito dalla lista civica del sindaco sbattendo i pugni dai banchi della maggioranza ha dichiarato di essere rientrato sia lui che Edy Palazzi aderendo nuovamente alla lista civica “Uniti per Nemi”.

Un’azione forse coerente con il fatto che Libanori sebbene per un periodo sia uscito dalla civica di Bertucci (in concomitanza con la “cacciata” della Responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti), di fatto non lo ha mai contrastato, ne manifestato una palese opposizione allo stesso. Quindi, come si dice, tanto valeva rientrare in quel ruolo che non ha mai abbandonato.

Edy Palazzi, poi, non essendo presente all’approvazione della variante finalizzata alla realizzazione dell’isola ecologica potrà dire la verità in un futuro elettorale: “Io quel giorno non c’ero”. Mosse un po’ scontate ma che fanno parte del gioco della politica, come pure scontato a breve sarà il fatto che dopo il rientro dei due soldati, ricicci fuori il vicesindaco. Del resto la politica ha delle regole molto precise basate sul “do ut des” (do a te perché tu dia a me).

E sempre del resto, Libanori è consigliere metropolitano, unica posizione ricoperta e Palazzi aspetta pazientemente il suo turno per potersi candidare a sindaco e proseguire la linea fin ora chiaramente delineata dall’amministrazione alla cittadinanza.

Dopo due mandati, le cose fatte sono note a tutti e non c’è bisogno di ulteriori commenti

Rimarranno a testimonianza dello stato di salute di Nemi soltanto gli innumerevoli servizi sui Tg nazionali e mondiali. È come promuovere la foto di un bel vestito nuovo e poi ritrovarsi di fronte a un abito da lavoro malconcio. Questo concetto è stato ripreso in altri termini dall’intervento della consigliera Patrizia Corrieri del gruppo consiliare “Ricomincio da Nemi” sul bilancio, una Corrieri che ha ben capito che è inutile stare a confutare i numeri, tanto i conti bene o male, si fanno sempre quadrare, quanto più, al contrario è importante far emergere la situazione reale e attuale di Nemi: i giovani non hanno punti di aggregazione, non c’è una biblioteca comunale, non c’è polo sportivo ma uno stadio pieno di mezzi dell’immondizia, non c’è un piano turistico adeguato e neppure una prospettiva per sostenere le micro imprese, l’economia locale, ci sono soltanto gli spot autocelebrativi sui giornali…. Nessuno ha dato una risposta nel merito.

La carta che si è giocato Libanori è quella della vecchia politica: tirare fuori dal cilindro “fascisti e comunisti”, ci mancava che parlasse della storia che i comunisti si mangiano i bambini

Insomma l’unica via d’uscita dall’empasse è stata quella di andare a toccare corde di appartenenza politica che ormai nei piccoli paesi non hanno più aderenza: si scelgono le persone a prescindere dall’appartenenza politica e si valutano le idee condivise e la capacità di portarle avanti.

Apriti cielo quando è arrivato il famoso punto 6 da discutere: i flash della macchina fotografica (concessa soltanto a un giornale locale online che peraltro beneficia di pubblicità da parte del Comune di Nemi) direzionati sul sindaco e lui pronto a dire che è disposto a concertare e a parlare perché “è tutto in fase embrionale” e il progetto definitivo deve andare in conferenza dei servizi.

Imbarazzante che lui stesso si è autosmentito: ma non aveva già raccolto tutti pareri? È così che aveva detto ai singoli cittadini chiamati a uno ad uno

Non appena il sindaco ha manifestato la volontà di confrontarsi, un cittadino in aula ha alzato la mano e chiesto cortesemente di poter parlare. Forte del fatto che il regolamento non lo prevede, il sindaco non gli ha concesso tale facoltà: “Il Sindaco – dice Marco Borzi, residente di Nemi e aderente al comitato presente in Aula – ha puntato sull’apertura al dialogo e per questo ho alzato la mano ma sono rimasto basito dalla volontà della maggioranza di ignorare le nostre istanze. Anche il consigliere Libanori che ha detto “noi siamo la maggioranza e vinciamo” è parso davvero all’antitesi di una volontà di dialogare. Insomma il tentativo di dialogo si è rivelato solo una scusa perché ha messo noi residenti di fronte ai fatti compiuti. Il sindaco ha alzato la mano ignorando completamente le nostre istanze. Questo ha suscitato rabbia e continua a suscitare dissenso. Noi condividiamo tutti la necessità di realizzare una isola ecologica ma non di farlo vicino a un pozzo in un sito vietato dalla legge, vicino le nostre case, vicino a uno stadio distrutto che invece potrebbe essere un fiore all’occhiello per Nemi.

L’arroganza ha dominato la scena

Quando il consigliere Carlo Cortuso, capogruppo in consiglio comunale di “Ricomincio da Nemi”, gli ha proposto l’istituzione di una Commissione per approfondire il tema e trovare soluzioni alternative, il sindaco si è messo al telefono. Che cosa possiamo fare se di fatto non veniamo ascoltati? Fortunatamente abbiamo la legge, gli atti e la ragione dalla nostra parte”.

Il consigliere Cortuso ha evidenziato la “pochezza” degli argomenti a sostegno di una ennesima azione che comporterebbe gravi conseguenze. Cortuso ha chiesto una Commissione ad hoc per trovare una soluzione condivisa che non preveda la realizzazione dell’isola ecologica vicino a un pozzo che fornisce acqua potabile all’intera cittadinanza di Nemi: “Sono tutti interessati a questo problema – ha detto – non soltanto chi abita a ridosso del sito perché l’acqua arriva nelle case di tutti”. Oltre al problema del pozzo ha evidenziato quello delle case “troppo vicine” e della viabilità. Cortuso ha ricordato che c’è un intervento della Garante del Servizio Idrico e una interrogazione del consigliere regionale Marco Cacciatore.

Presente in Aula anche il Consigliere di minoranza Stefano Tersigni di “Insieme per Nemi” il quale ha ribadito la contrarietà alla realizzazione dell’isola ecologica in via della Radiosa, chiedendo al Sindaco se fosse possibile cedere i suoi minuti di intervento a un cittadino espressione del Comitato. Anche questa richiesta è stata categoricamente ignorata dal primo cittadino.

Le domande “provocatorie” di Libanori

Libanori ha ripreso la parola e ha continuato con fare provocatorio: “In che veste è venuta sabato scorso la Garante del Servizi o Idrico?”, “di che colore politico è Cacciatore?”. Domande per cui la risposta è molto semplice: Cacciatore è il Presidente della commissione regionale Rifiuti e quindi il soggetto più deputato a ricevere segnalazioni da parte dei cittadini e la Garante regionale del Servizi Idrico Integrato è venuta nella sua piena veste e facoltà a rendersi conto personalmente della distanza del sito dal pozzo.

Il sindaco Bertucci ha manifestato chiaramente in un tavolo tecnico convocato dalla stessa Garante avvocato Paola Perisi, a dicembre scorso, di non voler avere nulla a che fare con cittadini, giornalisti e opposizione ed è per questo motivo che non è stato coinvolto nel sopralluogo di sabato scorso, proprio perché ha ufficialmente manifestato la sua indisponibilità.

Fatto sta, che per un motivo o per un altro, si è usciti dal Consiglio comunale con un sentimento di sgomento e sconforto per le modalità comportamentali del primo cittadino che parla ad interlocutori che non hanno facoltà di rispondere e che afferma tutto e il contrario di tutto, plasmando le sue dichiarazioni a seconda del “pubblico” che si trova davanti.

E intanto il progetto definitivo per l’isola ecologica ha avuto i pareri favorevoli di tutta la maggioranza consiliare ed è passato. Adesso si apre la fase della conferenza dei Servizi a cui il Comitato chiederà a gran voce di poter partecipare.

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Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

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Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

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Monte Compatri, consegna i fiori da 30 anni a uno storico negozio: “l’alt” della Comandante dei Vigili

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“I miei adorati fiori sono la mia vita professionale”

“La comandante dei vigili urbani non mi ha permesso di scaricare la merce mandando via il camion dicendo che era troppo grande e di attrezzarmi con un carrello da qui ad un chilometro di distanza” .

Questo in sintesi quanto riportato su un post facebook di una delle attività commerciali di Monte Compatri, dalla storica fiorista Francesca, a cui venerdì 12 aprile è stato impedito lo scarico dei suoi “adorati fiori” – come li chiama nel post.

Affianco al negozio è presente – come mostra la foto – un’area riservata proprio allo “scarico e carico merci” in ottemperanza a quanto previsto dal Codice della Strada.


Una situazione a dir poco inconsueta in quanto tale contesto, all’interno del codice della strada, viene contemplato solo nel disposto dell’articolo 158 dove viene indicato che “la sosta è vietata sulle aree destinate al mercato e ai veicoli per il carico e lo scarico di cose, nelle ore stabilite” senza, in apparenza, nessuna indicazione riguardante il peso del veicolo effettuante la stessa consegna senza per giunta indicare nessuna limitazione sulle tipologie di mezzi a parte che tutto ciò non “ostacoli” la circolazione degli altri veicoli ma ovviamente tutto questo è legato anche al buon senso ed alla educazione di coloro che effettuano tale servizio.

Sabato 13 aprile, all’indomani del fatto, abbiamo incontrato la signora Francesca Catoni che, da oltre 30 anni, ha questo importante ed ormai “storico” negozio nel comune di Monte Compatri.

Signora Catoni ci spiega cosa è successo?

Guardi come tutte le settimane, di solito il martedì ed il venerdì, i miei fornitori mi consegnano fiori e tutto quello che è necessario per il mio negozio.
Quella mattina, come sempre, il camion è arrivato sostando nello spazio delimitato per il carico e scarico merci. È giunta la comandante che con fare abbastanza duro ha “costretto” il mio fornitore ad andarsene motivando il tutto con “Questo mezzo è troppo grande”.

Una domanda è doverosa: ma è sempre lo stesso fornitore?
Certo che si. Non c’è mai stato nessun problema del genere. Sono qui oltre oltre 20 anni, credo anche più di 30 ma mai, glielo giuro, è successo qualcosa di questo genere.
Non glielo nascondo: mi sono sentita mortificata.
Sono una persona ligia alle regole che cerca sempre di unire la propria professionalità ad un sorriso e davvero, glielo ripeto, mi sono sentita davvero mortificata.

Ma lei ha cercato di far capire alla comandante che il mezzo era nel punto laddove la norma consente le operazioni di carico e scarico?

Certo che si. Lo usiamo da sempre io e tutte le attività che si sono succedute affianco a me. Davvero ho rischiato di dover chiudere il negozio in quanto la mancanza di materiale con consegne programmate, ordini programmati rischiava di farmi avere un grosso danno economico oltre che di immagine.

Lei ha postato sulla sua pagina Facebook questo suo disagio. Ha avuto attestazioni da parte della stessa Amministrazione Comunale sempre attenta a garantire alle attività commerciali di esercitare la propria professione?

Certo che si. Lo stesso sindaco (Francesco Ferri n.d.s.) mi ha chiamato e mi ha garantito che avrebbe fatto luce su questa questione. Io, ripeto, sono una donna che non ama alzare polemiche o gridare. Chiedo solo che mi venga consentito, nel rispetto della Legge, di poter continuare a svolgere la mia attività. L’ho scritto, i fiori i miei adorati fiori, sono da 38 anni la mia vita professionale.

Lo dice guardandoli con quei suoi occhi che non smettono mai di sorridere e con quella serenità che la caratterizza da sempre.

Abbiamo inviato sia al sindaco Francesco Ferri che alla comandante, Marta Sodano, un messaggio per avere una loro versione dei fatti e capire cosa effettivamente sia successo e quali sono state le motivazioni che hanno portato a tutto ciò.

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Velletri, ucciso a suon di botte per il reddito di cittadinanza: in manette un uomo e una donna

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I Carabinieri della Compagnia di Velletri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare personale, nei confronti di due indagati, un uomo ed una donna di Velletri rispettivamente di 54 e 46 anni, gravemente indiziati di avere commesso il delitto di estorsione ed omicidio preterintenzionale ai danni di Salvatore Terrusa classe 1972, deceduto lo scorso 21 gennaio presso l’ospedale di Velletri.
 
Salvatore Terrusa venne trovato agonizzante fuori dalla sua casa di Velletri lo scorso mese di dicembre. In condizioni disperate morì dopo un mese di agonia. Un omicidio preterintenzionale per cui sono finiti in manette un uomo e una donna, una coppia, anche loro residenti a Velletri.
 
Una coppia diabolica, lui 54 lei 46 anni, che avevano vessato con le medesima modalità due pensionati per estorcergli del denaro.
 
Ucciso per il reddito di cittadinanza
Sono stati i carabinieri della compagnia di Velletri a ricostruire l’omicidio. L’indagine ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che i due indagati avrebbero utilizzato indebitamente la tessera del reddito di cittadinanza del 54enne Salvatore Terrusa, di cui si erano impossessati dopo minacce e percosse, lo scorso mese di dicembre 2023. Dopo le ultime percosse subite, il 23 dicembre 2023, la vittima era stata ricoverata presso l’ospedale di Velletri, dove era poi deceduta il successivo 21 gennaio 2024.
 
Vessazioni a due pensionati di Velletri
Dalle attività investigative è emerso come il presunto assassino, nel corso del 2023, si era reso responsabile di altre estorsioni ai danni di due pensionati di Velletri (uno dei quali ultranovantenne), facendosi consegnare, nel complesso, la somma di mille euro.
 
La complessa e articolata attività di indagine ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che i due indagati avrebbero utilizzato indebitamente la tessera del reddito di cittadinanza della vittima di cui si erano impossessati dopo minacce e percosse, lo scorso mese di dicembre 2023. Dopo le ultime percosse subite, il 23 dicembre 2023, la vittima era stata ricoverata presso l’ospedale di Velletri, dove era poi deceduta il successivo 21 gennaio 2024.
 
A distanza di quattro mesi dal pestaggio mortale, la mattina dello scorso venerdì 12 aprile i carabinieri della compagnia di Velletri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare personale nei confronti della coppia.
 
L’uomo è stato portato al carcere di Velletri, mentre la donna è stata posta ai domiciliari.
 
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, ha recepito integralmente gli esiti investigativi ottenuti dai militari operanti nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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