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Nemi, Consiglio comunale: nessuna risposta su Sprar, Cas e niente diretta streaming

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NEMI (RM) – Giovedì di fuoco a Nemi durante il Consiglio comunale che purtroppo non è stato ne registrato, ne mandato in streaming e neppure è possibile leggere sul sito istituzionale del Comune di Nemi alcun resoconto della seduta, in barba ai soldi pubblici spesi dai cittadini per la comunicazione (ndr l’addetto alla comunicazione prende 1.850 euro al mese).

Quest’ultimo giovedì, durante la riunione di Consiglio comunale i consiglieri di maggioranza del Comune di Nemi non hanno ammesso al voto le mozioni del consigliere di opposizione di “Insieme per Nemi” Stefano Tersigni su Sprar e Cas  giustificando la mancata volontà di votare le mozioni perché, a dire del sindaco, Tersigni starebbe strumentalizzando la questione.

 

Nessuna risposta ufficiale dal Consiglio comunale di Nemi sull’accoglienza ai migranti (Sprar e Cas)

Il consigliere Comunale di “Insieme per Nemi” ha seriamente espresso, attraverso le mozioni, la preoccupazione di diversi cittadini chiedendo espressamente alla massima assise di Nemi di impegnarsi riguardo il rispetto della proporzionalità, di persone accolte in base al numero della popolazione residente e quindi che non si possano superare le 6/8 unità, in caso di adesione allo SPRAR da parte dell’amministrazione comunale e che in nessun caso si possa verificare l’apertura di un centro di accoglienza straordinario (CAS) sul territorio del Comune di Nemi.

Grande disappunto è stato espresso da Stefano Tersigni riguardo la decisione di non voler accogliere la mozione sullo Sprar: “Ribadisco che sono contrario sia allo Sprar che al Cas – dice Tersigni – ma è evidente che ho toccato nel vivo una questione che a questo punto denuncio essere poco chiara: Bertucci non mettendo ai voti la mia mozione espone di fatto i cittadini al rischio che possa essere imposto anche il Cas che, intendo ricordare, è un centro di accoglienza straordinario per migranti. E non è fantascientifico che possa essere aperto anche a Nemi, visto che ci sono diverse grandi strutture che insistono sul territorio. Bertucci è stato incastrato dalla mia mozione e pur di non dire come stanno le cose in tema di immigrati ha preferito non far arrivare la mia mozione ad essere votata”

 

Nessuna diretta streaming a Nemi per i Consigli comunali

Stessa musica per l’altra mozione di Tersigni riguardo la possibilità di riprendere in diretta streaming le sedute di Consiglio Comunale così come succede ormai in tanti diversi comuni dei Castelli Romani, Lanuvio compreso. La mozione sulla diretta streaming non è stata ammessa a votazione perché la maggioranza compatta ha votato per la non ammissione ai voti:

“Bertucci ha detto – ha continuato Tersigni – che non c’è bisogno della diretta streaming perché c’è già un addetto stampa che provvede a far sapere ai giornali cosa succede in Consiglio Comunale. Peccato però che questo non accada affatto e Alberto Bertucci abbia dimostrato ancora una volta che non ci tiene alla partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, altrimenti non ci sarebbe stato nulla di male a trasmettere in diretta o a far registrare, siamo nel 2017, le sedute di consiglio comunale e di trasmetterle poi integrali sul sito internet del Comune. I cittadini attraverso la visione delle sedute di Consiglio Comunale anche tramite pc o tablet o smartphone avrebbero potuto sentire tutti i consiglieri e farsi una propria opinione sul livello di democrazia e partecipazione e discussione che c’è a Nemi. Inoltre non mi sono affatto sorpreso dei termini offensivi che il sindaco ha rivolto verso la mia persona perché del resto non si può pretendere che il primo cittadino possa esprimersi con un linguaggio a lui sconosciuto”.

 

Non è che cambi di molto il commento dei consiglieri di “Ricomincio da Nemi 2017” Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri. In una nota degli stessi si legge: “Ha avuto un non so’ che di surreale il Consiglio comunale ultimo scorso. Da una parte la maggioranza, dominata dal sindaco, molto confusa e approssimativa nei contenuti; dall’altra un’opposizione che si trova continuamente a impattare contro un muro di gomma. Di certo il nostro è un giudizio di parte. Tuttavia è un giudizio che troverebbe conforto se la cittadinanza partecipasse alle sedute del consiglio comunale, riempiendo le sedie riservate al pubblico (che rimangono sempre vuote) e ascoltasse. Toccherebbe con mano la miopia politica e di proposta del sindaco e della sua maggioranza. Al netto dei modi arroganti e maleducati con cui si gestisce la discussione che il signor Bertucci adotta, poco rispettoso per il proprio ruolo e per quello dei consiglieri.

Al primo punto dell’ordine del giorno quella che noi consideriamo una delle pochissime iniziative di spessore sul nostro territorio: il rinnovo della convenzione tra il Consorzio Sistema Bibliotecario Castelli Romani (SBCR) e la Locanda Specchio di Diana per la biblioteca diffusa. Naturalmente il nostro voto è stato favorevole. Riteniamo fondamentale un’iniziativa di questo genere per il nostro paese e meritorio che un privato abbia tanta sensibilità tale da mettere a disposizione, gratuitamente, gli spazi necessari per l’attuazione del servizio. Ma… Il “ma” ci porta al terzo punto dell’Odg. Riporto testualmente: “Attestazione dell’interesse pubblico in deroga allo strumento urbanistico generale ai sensi dell’art. 14 comma 1-bis del DPR 380/2001 Ditta Locanda Specchio di Diana SRL”. In pratica si tratta “… di un permesso a costruire in deroga alle destinazioni d’uso per la chiusura permanente delle due terrazze di pertinenza del ristorante, da destinarsi a “sala lettura”…”. Si stabilisce l’utilità pubblica che giustifica la deroga. Il tutto si basa sul rinnovo della convenzione con il  Consorzio SBCR. La convenzione però racconta ben altro. Il progetto “Biblioteca diffusa” lanciato dal Consorzio, cui la convenzione fa riferimento, prevede “una collaborazione con attività imprenditoriali, esercizi commerciali, e associazioni disponibili ad effettuare un servizio basilare di richiesta e di ritiro libri e materiale multimediale.” Non si fa minimamente menzione a sale letture. In pratica la biblioteca diffusa è solamente un punto di accesso al sistema bibliotecario. Sulla base di questo ragionamento abbiamo dichiarato irricevibile la delibera e chiesto al sindaco di ritirarla in quanto  non suffragata da nessun tipo di giustificazione. Il sindaco, naturalmente, non ha sentito ragioni e la disciplinatissima maggioranza ha votato a favore della deroga. Questi i fatti. Lasciamo a chi ci legge la possibilità di farsi un’opinione. Da parte nostra continueremo la nostra battaglia affinché non si determinino pericolosi precedenti per il nostro centro storico.

Il sublime lo si è raggiunto nella discussione del sesto e settimo punto all’Odg, ovvero le due mozioni con richiesta di voto presentate dal consigliere Tersigni. La prima, sull’impegno del comune ad aderire al bando SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ), ha visto un gustoso rovesciamento di posizioni. Da una parte il sindaco che, dopo aver mentito sull’adesione al progetto SPRAR da parte del comune, continua a non dare chiare indicazioni sulla sua volontà di aderire o meno, dall’altra il consigliere Tersigni, che in campagna elettorale tanto si era speso contro qualsiasi ipotesi di accoglienza, ad incalzare il sindaco affinché si attivasse per l’adesione al bando. Il tutto si è risolto con la decisione del sindaco di non mettere ai voti la mozione perché non ricevibile con motivazioni che francamente nessuno ha capito. La disciplinatissima maggioranza, neanche a dirlo, ha approvato.

Sulla seconda mozione, possibilità della diretta streaming dei consigli comunali, la reazione è stata ancor più brutale: esiste già un addetto alla comunicazione in Comune, fatevelo bastare (per ragioni di spazio ho sintetizzato il concetto). Se poi l’addetto alla comunicazione in Consiglio comunale non si è mai visto e quindi non si capisce come possa riportarne la cronaca, è un dettaglio che il nostro sindaco non ritiene particolarmente significativo. Naturalmente la disciplinatissima maggioranza non ha avuto nulla da eccepire. Non aggiungiamo nessun commento. Lasciamo a chi legge la possibilità di farsi un’idea”.

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Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

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Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

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Monte Compatri, consegna i fiori da 30 anni a uno storico negozio: “l’alt” della Comandante dei Vigili

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“I miei adorati fiori sono la mia vita professionale”

“La comandante dei vigili urbani non mi ha permesso di scaricare la merce mandando via il camion dicendo che era troppo grande e di attrezzarmi con un carrello da qui ad un chilometro di distanza” .

Questo in sintesi quanto riportato su un post facebook di una delle attività commerciali di Monte Compatri, dalla storica fiorista Francesca, a cui venerdì 12 aprile è stato impedito lo scarico dei suoi “adorati fiori” – come li chiama nel post.

Affianco al negozio è presente – come mostra la foto – un’area riservata proprio allo “scarico e carico merci” in ottemperanza a quanto previsto dal Codice della Strada.


Una situazione a dir poco inconsueta in quanto tale contesto, all’interno del codice della strada, viene contemplato solo nel disposto dell’articolo 158 dove viene indicato che “la sosta è vietata sulle aree destinate al mercato e ai veicoli per il carico e lo scarico di cose, nelle ore stabilite” senza, in apparenza, nessuna indicazione riguardante il peso del veicolo effettuante la stessa consegna senza per giunta indicare nessuna limitazione sulle tipologie di mezzi a parte che tutto ciò non “ostacoli” la circolazione degli altri veicoli ma ovviamente tutto questo è legato anche al buon senso ed alla educazione di coloro che effettuano tale servizio.

Sabato 13 aprile, all’indomani del fatto, abbiamo incontrato la signora Francesca Catoni che, da oltre 30 anni, ha questo importante ed ormai “storico” negozio nel comune di Monte Compatri.

Signora Catoni ci spiega cosa è successo?

Guardi come tutte le settimane, di solito il martedì ed il venerdì, i miei fornitori mi consegnano fiori e tutto quello che è necessario per il mio negozio.
Quella mattina, come sempre, il camion è arrivato sostando nello spazio delimitato per il carico e scarico merci. È giunta la comandante che con fare abbastanza duro ha “costretto” il mio fornitore ad andarsene motivando il tutto con “Questo mezzo è troppo grande”.

Una domanda è doverosa: ma è sempre lo stesso fornitore?
Certo che si. Non c’è mai stato nessun problema del genere. Sono qui oltre oltre 20 anni, credo anche più di 30 ma mai, glielo giuro, è successo qualcosa di questo genere.
Non glielo nascondo: mi sono sentita mortificata.
Sono una persona ligia alle regole che cerca sempre di unire la propria professionalità ad un sorriso e davvero, glielo ripeto, mi sono sentita davvero mortificata.

Ma lei ha cercato di far capire alla comandante che il mezzo era nel punto laddove la norma consente le operazioni di carico e scarico?

Certo che si. Lo usiamo da sempre io e tutte le attività che si sono succedute affianco a me. Davvero ho rischiato di dover chiudere il negozio in quanto la mancanza di materiale con consegne programmate, ordini programmati rischiava di farmi avere un grosso danno economico oltre che di immagine.

Lei ha postato sulla sua pagina Facebook questo suo disagio. Ha avuto attestazioni da parte della stessa Amministrazione Comunale sempre attenta a garantire alle attività commerciali di esercitare la propria professione?

Certo che si. Lo stesso sindaco (Francesco Ferri n.d.s.) mi ha chiamato e mi ha garantito che avrebbe fatto luce su questa questione. Io, ripeto, sono una donna che non ama alzare polemiche o gridare. Chiedo solo che mi venga consentito, nel rispetto della Legge, di poter continuare a svolgere la mia attività. L’ho scritto, i fiori i miei adorati fiori, sono da 38 anni la mia vita professionale.

Lo dice guardandoli con quei suoi occhi che non smettono mai di sorridere e con quella serenità che la caratterizza da sempre.

Abbiamo inviato sia al sindaco Francesco Ferri che alla comandante, Marta Sodano, un messaggio per avere una loro versione dei fatti e capire cosa effettivamente sia successo e quali sono state le motivazioni che hanno portato a tutto ciò.

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Velletri, ucciso a suon di botte per il reddito di cittadinanza: in manette un uomo e una donna

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I Carabinieri della Compagnia di Velletri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare personale, nei confronti di due indagati, un uomo ed una donna di Velletri rispettivamente di 54 e 46 anni, gravemente indiziati di avere commesso il delitto di estorsione ed omicidio preterintenzionale ai danni di Salvatore Terrusa classe 1972, deceduto lo scorso 21 gennaio presso l’ospedale di Velletri.
 
Salvatore Terrusa venne trovato agonizzante fuori dalla sua casa di Velletri lo scorso mese di dicembre. In condizioni disperate morì dopo un mese di agonia. Un omicidio preterintenzionale per cui sono finiti in manette un uomo e una donna, una coppia, anche loro residenti a Velletri.
 
Una coppia diabolica, lui 54 lei 46 anni, che avevano vessato con le medesima modalità due pensionati per estorcergli del denaro.
 
Ucciso per il reddito di cittadinanza
Sono stati i carabinieri della compagnia di Velletri a ricostruire l’omicidio. L’indagine ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che i due indagati avrebbero utilizzato indebitamente la tessera del reddito di cittadinanza del 54enne Salvatore Terrusa, di cui si erano impossessati dopo minacce e percosse, lo scorso mese di dicembre 2023. Dopo le ultime percosse subite, il 23 dicembre 2023, la vittima era stata ricoverata presso l’ospedale di Velletri, dove era poi deceduta il successivo 21 gennaio 2024.
 
Vessazioni a due pensionati di Velletri
Dalle attività investigative è emerso come il presunto assassino, nel corso del 2023, si era reso responsabile di altre estorsioni ai danni di due pensionati di Velletri (uno dei quali ultranovantenne), facendosi consegnare, nel complesso, la somma di mille euro.
 
La complessa e articolata attività di indagine ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che i due indagati avrebbero utilizzato indebitamente la tessera del reddito di cittadinanza della vittima di cui si erano impossessati dopo minacce e percosse, lo scorso mese di dicembre 2023. Dopo le ultime percosse subite, il 23 dicembre 2023, la vittima era stata ricoverata presso l’ospedale di Velletri, dove era poi deceduta il successivo 21 gennaio 2024.
 
A distanza di quattro mesi dal pestaggio mortale, la mattina dello scorso venerdì 12 aprile i carabinieri della compagnia di Velletri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare personale nei confronti della coppia.
 
L’uomo è stato portato al carcere di Velletri, mentre la donna è stata posta ai domiciliari.
 
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, ha recepito integralmente gli esiti investigativi ottenuti dai militari operanti nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



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