Connect with us

Roma

NEMI DEGRADO PALAZZO RUSPOLI: INTERVIENE IL PD

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 6 minuti Il consigliere regionale Pd Simone Lupi presenta una mozione che impone al presidente di giunta regionale ad istituire un tavolo per il recupero del palazzo

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 6 minuti
image_pdfimage_print

 

Intanto, a riguardo, proponiamo una intervista al segretario Pd di Nemi Massimiliano Conte

 

Redazione

Nemi (RM) – Un tavolo con Regione, proprietari, Beni Culturali, Comune di Nemi ed altri soggetti eventualmente competenti per avviare una discussione sul recupero e valorizzazione di Palazzo Ruspoli.

E' quanto chiede il Consigliere Regionale del Partito Democratico Simone Lupi, Vice Presidente della Commissione Bilancio, con una mozione presentata in Consiglio Regionale. “In occasione di una iniziativa con il circolo del Partito Democratico di Nemi ho avuto modo di conoscere meglio la storia e lo stato di conservazione di Palazzo Ruspoli – racconta Simone Lupi – e, prendendo atto dell'urgenza di un intervento complesso sulla struttura, ho voluto presentare la mozione per avviare un percorso che porti, coinvolgendo istituzioni e privati, al pieno recupero di uno dei gioielli architettonici dei Castelli Romani” “La notizia delle Langhe inserite nel patrimonio dell'UNESCO non può non farci pensare a quanto sia importante la valorizzazione della nostra storia e del nostro paesaggio, in tutta Italia e ancor di più nei Castelli Romani – sottolinea l'unico consigliere democratico proveniente dall'area dei Castelli Romani – In questo contesto noi dobbiamo investire sul recupero e miglior uso del nostro paesaggio e dei nostri edifici storici. In questo senso va il mio emendamento alla legge di spending review regionale approvato pochi giorni fa per sostenere il Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani ed un esempio positivo è stato il recupero di Palazzo Sforza Cesarini e dei suoi giardini a Genzano di Roma, con la giunta di Enzo Ercolani, ora serve uno sforzo del territorio per Nemi”. “Infatti, Palazzo Ruspoli è uno degli elementi caratterizzanti dell'immaginario dei Castelli Romani per tutti i turisti che si avvicinano al Lago di Nemi, alla sua storia, al Museo, ai suoi prodotti. Non è possibile disgiungere il paesaggio del Lago di Nemi da Palazzo Ruspoli – rimarca Lupi – pertanto non possiamo lasciarlo in una deriva verso il degrado e l'abbandono, oppure limitandoci all'utilizzo di una sola piccola parte. Dobbiamo creare le condizioni per rendere Palazzo Ruspoli fulcro della vita culturale, sociale ed economica di Nemi e punto di riferimento anche per l'area vasta dei Castelli Romani.” “Lo sforzo necessario per un pieno recupero dell'edificio e per ideare e realizzare un progetto di valorizzazione, che renda efficace e sostenibile nel medio periodo il recupero stesso, è molto grande, insostenibile dal solo privato o dal solo comune di Nemi – continua Lupi – per questo penso sia necessario partire dalla Regione e coinvolgere quanti più soggetti possibile, istituzionali e non. Mi auguro che quanto prima sia possibile calendarizzare la discussione e intanto far partire un utile dibattito nel territorio, perché questo progetto sarà forte se risponderà alla visione di futuro di una comunità e non solo di qualche burocrate regionale o ministeriale. Su questo c'è il mio impegno!”

Dietro le quinte una mossa che forse nessuno si aspettava. "Recupero e valorizzazione di palazzo Ruspoli", questo è quanto richiede il consigliere regionale Simone Lupi attraverso una mozione che vuole impegnare il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ad istituire un tavolo di confronto tra Regione, Amministrazione Comunale e Beni Culturali al fine di arrestare il decadimento dell'imponente struttura che domina Nemi e che viene utilizzata di frequente dal Comune con il benestare del privato società Poligest pur con molte limitazioni e nonostante il visibile stato di precarietà dello stesso palazzo.

E' una iniziativa che porta la firma del Partito Democratico ma il rischio è che tale paternità potrebbe essere anche scippata in particolare da uno degli attori istituzionali che parteciperanno al tavolo promosso dal consigliere Lupi.

Comunque il Pd terrà, si presume gli occhi abbastanza aperti da evitare strane e imbarazzanti dinamiche.

Comunque, tra meriti, opportunità e demeriti, l'importante è che un bene del genere non continui a deteriorarsi sotto gli occhi di tutti senza che alcuno si muova. Intanto proponiamo una intervista al segretario Pd di Nemi Massimiliano Conte.

E’ uscito il comunicato del Gruppo PD del Consiglio Regionale del Lazio relativa alla Mozione presentata da Simone Lupi per la riqualificazione, promozione e recupero del Palazzo Ruspoli di Nemi. Come siete arrivati a questa importante azione?

E’ molto semplice. Si chiama “lavoro di squadra”. Come molti cominciano a capire, a Nemi il PD non è defunto ma esiste e lavora, nonostante le tantissime difficoltà, per la Comunità nemese. Tra gli obiettivi della mia segreteria e dell’attuale Direttivo, c’era, c’è e ci sarà sempre al centro dell’attenzione Palazzo Ruspoli. Abbiamo lavorato ad una istruttoria del caso, sensibilizzato i nostri referenti presso la Regione – Paris e Cesaroni – dello staff del Consigliere Lupi, e di qui la presentazione di una Mozione – che definisco una pietra miliare – indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, On.le Leodori. Il merito va sicuramente alla squadra ma in particolare a chi ci ha creduto e ha agito con convinzione nelle sedi istituzionali.

Perché solo ora una iniziativa del genere mentre in questi due decenni poco o nulla è stato fatto per il recupero del Palazzo?

Dovrei chiederlo io a lei! Io sono andato via nel 1996 da Nemi e sono ritornato non molto tempo fa. Nulla è cambiato, anzi, tutto è peggiorato! A parte la battuta che mi perdonerà, credo che questo immobilismo sia frutto della combinazione di tre fattori: l’idea che il Palazzo potesse diventare un oggetto commerciale come un albergo o qualcosa del genere, snaturando il suo valore simbolico di punto di aggregazione culturale e turistico. Il secondo aspetto riguarda sicuramente gli investimenti economici, significativi, che la proprietà forse non ha voluto rischiare. Il terzo, determinante, l’utilizzo parassitario da parte delle amministrazioni di centro-destra passate e presenti, che non hanno voluto “far curare” un gigante moribondo come il Palazzo, salvo chiedere il permesso alla proprietà per l’uso di alcune sale che, sembra, ancora si reggono in piedi. Basterebbe guardare i tetti del Castello e quasi tutte le facciate per porsi il problema della sicurezza dell’immobile. Chiederne lo stato di ripristino, immagino, creerebbe non pochi problemi, mi passi la parola, “relazionali” tra amministrazione comunale e proprietà.

Quindi, come pensate di procedere? Il PD nemese portabandiera di una nuova battaglia politica?

Direttrice, ancora mi devo abituare alle sue domande un po’ scivolose! Lei crede che il PD che io rappresento a Nemi abbia la vocazione bulgara e narcisa di dire “se non c’ero io” o del “grazie a me le cose si muovono” o “ghe pensi mi”? Le rispondo con franchezza: no. Sarebbe un atto di tracotanza che non mi appartiene e non appartiene al mio Direttivo ma forse ad altri. Certo, sono contento di dire, con assoluta modestia, che il gruppo ha lavorato bene dentro un percorso che non era a priori scontato. Perché negarlo? Ma non posso non ricordare che a Nemi c’è chi, meritoriamente, ha tentato negli ultimi anni di sensibilizzare il Comune e gli Enti preposti sulla questione. Mi riferisco alla sezione dei Castelli Romani di Italia Nostra che, con sforzo e competenza tecnica, ha studiato il caso ed evidenziato il grado di progressivo dissesto di Palazzo Ruspoli. Detto questo, ritengo sia giunto il momento di riannodare un filo rosso spezzato all’epoca del primo tentativo di acquisizione di questa perla di Nemi operato, guarda caso, da una giunta di sinistra. Quella di Palazzo Ruspoli è, a mio parere, la “madre di tutte le battaglie” che i cittadini di Nemi, insieme al PD e alle altre aggregazioni politiche progressiste locali – penso a Partecipazione Democratica – devono sostenere “senza sé e senza ma” per ridare lustro al nostro borgo.

Mi scusi Segretario, ma ancora non ho ancora capito dove vuole portare il “suo” PD nemese?

Glielo dico subito con estrema chiarezza: il “mio” PD ha messo un primo mattone o, se vuole, buttato un sasso nello stagno. La sua funzione è e sarà quella di sollecitare e vigilare affinchè il Comune di Nemi faccia finalmente la sua parte su cose serie e non su quisquilie da bassissimo impero. L’operazione di recupero non è una passeggiata e richiede una visione prospettica, razionalità, trasparenza, investimenti, garanzie, e attori convinti che il futuro culturale ed economico di Nemi passa inevitabilmente da Palazzo Ruspoli. Se l’attuale giunta comunale riuscirà a realizzare almeno lo start-up avrà fatto soltanto il suo dovere, e senza alcun merito aggiunto. E se riuscirà a far poco, stia certa che saremo noi e la futura compagine di centrosinistra, con o senza trattino, o di sinistra doc, a completare l’opera. Io voglio che i nostri ragazzi possano frequentare nelle sale del Palazzo un corso di avvio professionale, vorrei elevare la qualità delle mostre ad oggi realizzate dalla giunta, creare spazi per la convegnistica nazionale e internazionale, avere un centro di formazione, una sala concerti che non ci propini solo musica commerciale o da strapaese, avviare una stagione di teatro, una scuola di musica….e, perché no, utilizzare gli ambienti anche per delibare matrimoni! Potrei continuare nell’evidenziare l’indotto che ne deriverebbe da un restauro funzionale del Palazzo, ma mi fermo qui. I cittadini di Nemi devono sapere e convincersi che il futuro economico del nostro paese passa da Palazzo Ruspoli e non solo dalla “spremitura” stagionale di lombardi, tedeschi e russi. Nemi deve lavorare e dare un’offerta turistica e culturale dodici mesi all’anno, ai livelli di Comuni che visitiamo quando andiamo nel Chianti, o al lago di Garda o nel Tirolo. Chiedo a chi ci legge: cosa abbiamo da invidiare a tutte queste località? Abbiamo forse un limite culturale che ci impedisce di realizzare un sogno ? Nemi può essere il cuore del mondo, non una enclave di nostalgici che aspettano barricati l’arrivo dei Tartari. Diamoci una mossa, tutti quanti, lo chiedo per favore a tutti i cittadini nemesi di buona volontà !

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

Continua a leggere

Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti