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Nemi, dimensionamento scuola: ne prendi un po’ dal Grembo, un po’ dallo SPRAR e il gioco è fatto

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Scuole di Nemi a rischio dimensionamento per l’anno scolastico 2018/2019

 

NEMI (RM) – E’ infatti arrivata al Comune di Nemi la nota della Città Metropolitana di Roma Capitale, inviata a tutti i comuni di competenza dell’Ente sovracomunale, in cui viene richiesto agli amministratori di formulare una proposta articolata riguardante le istituzioni scolastiche della scuola d’infanzia, primaria e della scuola secondaria di 1° grado, funzionanti nel proprio territori.

 

Gli amministratori comunali di Nemi, in riscontro alla richiesta della Città Metropolitana di Roma Capitale hanno deliberato durante la sessione di Giunta comunale dello scorso 23 ottobre, l’intenzione del Comune di Nemi di voler mantenere l’attuale condizione scolastica invariata anche per il prossimo anno 2018/2019 e per gli anni futuri, con almeno la presenza di una sezione per ogni classe. Oggi a Nemi ci sono due sezioni della scuola dell’Infanzia, una sezione per ogni classe della scuola primaria e una sezione per ogni classe della scuola secondaria di primo grado.

Diverse i motivi secondo i quali non bisognerebbe cambiare nulla alla scuola di Nemi

mantenendo così una situazione di fatto in bilico ormai da anni. Un equilibrio precario a cui nessun amministratore ha ancora messo mano e che causa, ogni anno, quella condizione di instabilità, incertezza e insicurezza sul futuro dell’istituzione scolastica nel piccolo paese castellano. Perché dunque lasciare tutto come sta? Perché, ribadiscono gli attuali amministratori, c’è la presenza sul territorio comunale di una Casa Famiglia all’interno della quale sono ospitati minori che vengono assegnati alla struttura – Il Grembo – anche ad anno scolastico iniziato, ai quali ospiti va’ garantita l’istruzione nella struttura scolastica di Nemi.

E ancora si legge tra le cause “le condizioni di particolare isolamento del Comune di Nemi in quanto gran parte della zona residenziale si trova sopra i 600 metri; che i tempi di percorrenza per raggiungere con i mezzi pubblici l’altra sede scolastica ubicata nei Comuni limitrofi sono difficoltose per via della carenza funzionale del sistema di trasporto pubblico locale; che il sistema di percorrenza prevede per alcuni residenti anche tripli collegamenti nel sistema di trasporto pubblico”.

Ma non è tutto. Oltre ai minori del Grembo bisogna tenere conto dei migranti

Gli amministratori comunali infatti, mettono nero su bianco di aver aderito allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), tema quest’ultimo sul quale a Nemi, di recente, sono state presentate dai consiglieri di minoranza interrogazioni e mozioni perché sostanzialmente non si trova traccia di questa adesione e c’è poca informazione a riguardo. Lo scorso 6 ottobre, infatti Patrizia Corrieri e Carlo Cortuso di “Ricomincio da Nemi 2017” hanno reso noto di essersi rivolti al Prefetto di Roma e di aver appreso da questi la notizia che il Comune di Nemi non ha presentato ancora domanda di adesione allo SPRAR. Ma dal 6 ottobre alla data della delibera sono trascorsi 17 giorni e potrebbe essere che in questo lasso di tempo gli amministratori comunali abbiano presentato domanda.

 

Quest’ultimo passaggio potrebbe di fatto essersi concretizzato perché lo stesso Comune, tra le motivazioni per cui lasciare invariata la scuola ha scritto che ha aderito allo SPRAR e pertanto, nei prossimi mesi, si troverà ad ospitare famiglie con figli in età scolare che necessariamente dovranno essere inseriti nelle scuole di Nemi, determinando così “un incremento degli iscritti che al momento non è quantificabile”. Da evidenziare il fatto che il sindaco Alberto Bertucci, durante la trascorsa campagna elettorale parlava di 2 o 3 famiglie di immigrati al massimo: possibile che tale esiguo numero di migranti possa ribaltare la situazione precaria della scuola di Nemi?

In ultimo gli amministratori comunali chiedono che il Comune di Nemi venga considerato quale comune montano

Un escamotage che con gli anni si è visto che non funziona ma forse al livello mediatico fa ancora notizia quando si indicono sedute straordinarie per “salvare la scuola”. Infatti, per poter essere riconosciuti come comune montano è necessario che la sede legale dell’Ente locale sia collocata sopra i 600 metri dal livello del mare. E purtroppo per Nemi l’altitudine del centro, dove è situata la sede comunale, si trova a 521 metri sopra il livello del mare (dato Istat), ben al di sotto del requisito richiesto per poter essere riconosciuto come Comune montano. Perciò non è proceduralmente possibile ottenere questo riconoscimento nonostante una piccola parte del territorio si trovi sopra i 600 metri, come per esempio la zona dei Corsi.

 

Comunque, qualora succedesse un miracolo e madre natura dovesse innalzare la sede comunale al di sopra dei 600 metri, Nemi potrebbe vedersi derogare il numero minimo degli iscritti per classe ed evitare la formazione di pluriclassi. Insomma il futuro della scuola di Nemi è nelle mani di futuri ipotetici nuovi iscritti che deriverebbero anche dal centro per disagiati sociali Il Grembo e dai figli dei migranti.

 

Intanto, da quando anche quest’anno si è votata la mozione per la scuola (all’unanimità) non si sono viste massicce campagne di sensibilizzazione, appuntamenti, conferenze pubbliche. Nulla. Insomma se la scuola di Nemi fosse un’eccellenza a saperlo sarebbero soltanto gli stessi nemesi che la vedono colare a picco anno dopo anno.

Ivan Galea

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Montecompatri, neonato morto dopo circoncisione: in manette due donne accusate di omicidio preterintenzionale

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Indagata anche la mamma del piccolo
 
MONTECOMPATRI (RM) – Sono state fermate dai Carabinieri della sezione Operativa della Compagnia di Frascati e della Stazione di Colonna, su decreto di fermo del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Velletri, per i reati di omicidio preterintenzionale aggravato ed esercizio abusivo di una professione, due donne nigeriane gravemente indiziate di avere operato l’intervento di circoncisione sul bambino nigeriano morto la mattina del 24 marzo scorso.
 
Anche la madre del bambino è indagata in stato di libertà, gravemente indiziata per concorso in omicidio preterintenzionale. L’autopsia accerterà le cause della morte del bimbo. L’ininterrotta attività di indagine svolta dai Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri, dal momento in cui il bambino era deceduto, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che la madre del neonato avesse richiesto per il tramite di una delle due donne l’intervento della seconda al fine di praticare la circoncisione al figlio presso la propria abitazione di Montecompatri; che la seconda donna avesse effettuato l’intervento con l’aiuto della prima. La mattina del 24 marzo scorso la mamma disperata, dopo il malore del bambino, ha chiamato il 112 e ha chiesto aiuto a una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Colonna che stava eseguendo un posto di controllo in via Casilina, all’altezza del capolinea della metro C; inutile la corsa in ospedale dell’ambulanza scortata dai Carabinieri. Sono stati sequestrati i cellulari di tutti i coinvolti nella vicenda e, presso l’abitazione della seconda donna, la somma di euro 4.240, ritenuta provento dell’esercizio abusivo della professione, numerose siringhe e medicinali vari. Entrambe le donne fermate sono state tradotte presso la casa circondariale di Roma Rebibbia-Femminile in attesa della convalida.
 

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Colonna, un borgo pieno di strade dedicate alle donne

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Il Comune ha deciso di cambiare la toponomastica per ben sei vie cittadine e contrastare così la forte disparità di genere

Ci sono storie di donne che hanno contribuito a rendere ricca di valori la società. Vanno ricordate e il fatto che esistano amministrazioni talmente sensibili da intraprendere un percorso virtuoso in questa direzione è qualcosa che dona speranza e desiderio di coltivare ancora quei valori che un tempo erano molto floridi. Ci sono sei strade dedicate alle donne che si sommano alle altre quattro già esistenti . È  nel piccolo borgo di Colonna ai Castelli Romani che il Comune ha deciso di cambiare la toponomastica per ben sei vie cittadine e contrastare così la forte disparità di genere che, censimento alla mano, esiste nelle titolazioni. 

Da oggi nella cittadina che conta poco più di 4 mila abitanti, troveremo via Rosalia Marazzano, la storica levatrice di Colonna e poi via Rita Atria, la collaboratrice di giustizia che si uccise pochi giorni dopo la strage di via D’Amelio e via Eunice Kennedy, figlia della famiglia stanutitense Kennedy impegnata nel sociale e nella disabilità e fondatrice di Special Olympics.

Oltre a queste tre grandi donne le cui storie sono ricche di valori, ci sono tre strade che omaggiano tutte le lavoratrici della terra di Colonna, terra ricca di vigneti e di uliveti: via delle Sermentatrici, via delle Scacchiatrici e via delle Legatrici: «Ci alzavamo alle quattro e andavamo nei campi – ha raccontato una donna di 96 anni –oggi i ragazzi che fanno i vandali dovrebbero andarea lavorare in campagna per capire bene il valore della vita». 

Sabato alla presentazione di queste sei nuove strade c’è stata una grande partecipazione da parte della comunità colonnese, donne e uomini del territorio che hanno apprezzato: «Ci siamo mossi – ha detto il sindaco Fausto Giuliani – ancor prima che l’Anci esortasse in maniera virtuosa i Comuni a dedicare tre aree a tre donne, una di rilevanza locale, una nazionale e una straniera. Noi questo percorso lo abbiamo già intrapreso diverso tempo fa, oggi abbiamo cambiato la toponomastica di sei strade e possiamo raccontare le storie delle donne che abbiamo scelto».

E  l’assessora alla Scuola e Pari Opportunità Valeria De Filippis insieme all’assessora alla Cultura Serena Quaglia hanno aggiunto: «Il nostro percorso teso a colmare il divario di genere – dice – non si esaurisce con questa iniziativa perché intraprenderemo prossimamente un progetto con le scuole per titolare alcune classi alle donne costituenti».

Chi era Rosalia Marazzano? La levatrice del paese che tra il 1950 e il 1975 fece nascere a Colonna 625 bambini e bambine. Oggi la strada a lei intitolata si trova in pieno centro storico, sotto palazzo Colonna e ha sostituito una parte di via Della Madonnella che continua ad esistere. Una donna, tra le prime negli anni ’60  a prendere la patente, costantemente aggiornata e soprattutto empatica con le famiglie e con le donne che ha aiutato a partorire: «dare il nome di una strada alla levatrice del paese – ha detto l’insegnante Rossana Laterza dell’associazione Toponomastica Femminile – significa contribuire a dare una identità a questo luogo. La media di strade intitolate a donne va dal 3 al 5 per cento e sono in prevalenza sante, mentre quelle dedicate agli uomini sono circa il 40 per cento. C’è ancora molta strada da fare».

E poi l’assessora alla Cultura serena Quaglia ha fatto un passaggio su via Via Rita Atria, che si trova nella parte superiore di Colle Sant’Andrea: «È stata una testimone di giustizia – ha detto – che ha 17 anni si è tolta la vitauna settimana dopo che venne ucciso il magistrato Borsellino. Era una donna che ha deciso di mettersi contro la mafia e di credere nella giustizia».

Via Eunice Kennedy prende una parte di via Colle Sant’Andrea di Sopra e un pezzo di via dei Mattei: «Una donna che ha fatto la differenza per le persone con disabilità intellettive – hanno detto l’insegnante Gabriella Giuliani e la responsabile di Special Olympics Silvia Merni – ha coltivato una cultura del rispetto e inclusione che passa anche per una pratica sportiva condivisa».  

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Ariccia, la Locanda Martorelli partecipa alle Giornate Nazionali delle Case dei Personaggi Illustri italiani

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Sabato 1 e domenica 2 aprile 2023, la Locanda Martorelli-Museo del Grand Tour di Ariccia partecipa alla seconda edizione delle Giornate Nazionali delle Case dei Personaggi Illustri italiani, patrocinata dal MIC e dall’Icom Italia. Una giornata dedicata ai luoghi che custodiscono la memoria e il lascito dei “Grandi” alla quale parteciperanno ben 114 case museo.
 
È per celebrare questi luoghi carichi di suggestione che l’Associazione Nazionale Case della Memoria ha deciso di promuovere in tutta Italia la Giornata nazionale delle Case dei personaggi illustri, in programma per il prossimo sabato 1 e domenica 2 aprile. Piccole case o ville storiche, abitazioni o veri e propri musei, residenze stabili o “rifugi” estivi, in cui si respira un’atmosfera diversa, in cui la Storia si mescola con il presente, per mantenere vivo il ricordo di chi, pur non essendo più in vita, ha ancora molto da dire. Tutte unite idealmente per due giorni sotto la stessa insegna: valorizzare la memoria del passato per tramandarla alle nuove generazioni.
 
“Due giorni di porte aperte per riaccendere l’attenzione sulle tantissime case di personaggi illustri di cui è disseminato il nostro Paese – spiega Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Un modo per ‘unire le forze’ e dire: noi ci siamo. Quello che da quasi vent’anni anima la nostra associazione è proprio la voglia di non lasciare indietro nessuno, ma anzi fare il più possibile rete per arrivare a un fine comune: che si parli delle case dei ‘Grandi’, per alimentare la voglia di scoprirle e immergersi nella loro atmosfera”.
L’Associazione Nazionale Case della Memoria è in Italia l’unica rete museale di case museo di personaggi illustri a livello nazionale, partecipa alla Conferenza Permanente delle Associazioni Museali Italiane di ICOM Italia ed è “istituzione cooperante” del Programma UNESCO “Memory of the World” (sottocomitato Educazione e Ricerca).
 
La Locanda Martorelli, di proprietà del Comune di Ariccia – (Roma), è un edificio storico sul corso Garibaldi ad Ariccia ed affaccia sulla Piazza di Corte realizzata nella seconda metà del ‘600 su progetto di Gian Lorenzo Bernini. Nella seconda metà del ‘700 era di proprietà dell’artista Giovan Battista Stazi e a questo periodo risalgono le tempere murarie a carattere storico mitologico opera del pittore polacco Taddeo Kuntze e degli artisti suoi collaboratori. Il pregevole ciclo pittorico si compone di 11 tempere murarie che raccontano la storia dell’antica città di Aricia e dei suoi culti quali Diana e Ippolito.
 
Il Casino Stazi nell’800 viene acquistata da Antonio Martorelli che la trasforma in un albergo che ha ospitato numerosi artisti quali Massimo D’Azeglio, Nino Costa, William Turner, Camille Corot, Henry Wadswort Longfellow e tanti altri. Dal 2009 il Comune di Ariccia ha affidato il servizio di custodia e visite didattiche all’Associazione Archeoclub Aricino Nemorense aps (iscritta al Registro Unico del Terzo Settore) che ha musealizzato alcuni ambienti con un percorso dedicato al Grand Tour e all’Appia Antica.
 
“Sono estremamente soddisfatta – ha commentato la consigliera comunale Irene Falcone – per essere riuscita, insieme alla collega Anita Luciano e a tutta l’amministrazione comunale, a portare la Locanda Martorelli all’interno della rete nazionale delle Case Museo. Questi due giorni di visite guidate saranno importanti per continuare quel processo di marketing culturare del territorio che stiamo portando avanti da qualche anno e che sta mettendo Ariccia sempre più al centro dell’area dei Castelli Romani, non solo per le sue eccellenze enogastronomiche ampiamente riconosciute, ma anche per il valore storico, artistico e culturale del proprio territorio”



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