Nemi, ecomuseo: un'opportunità per rilanciare il territorio e il turismo di qualità

 

di Ivan Galea


NEMI (RM) – Vagliare la possibile istituzione dell’Ecomuseo di Nemi e della valle del Lago. Questo il tema forte del convegno che si è tenuto ieri a Nemi e che ha visto come relatori la deputata Pd Ileana Piazzoni, il consigliere regionale Pd, tra l’altro firmatario della Legge "Riconoscimento e Valorizzazione degli Ecomusei Regionali", Eugenio Patanè e l’archeologo e dottore in Storia Antica Paolo Garofalo. Un’opportunità importantissima per la valorizzazione del territorio di Nemi, quindi, che è prevista nelle linee programmatiche presentate dalla lista “Ricomincio da Nemi” del candidato sindaco Carlo Cortuso.

 

Paolo Garofalo ha quindi spiegato come tradurre queste opportunità nel territorio di Nemi. Uno degli obiettivi che si prefigge quindi la compagine di “Ricomincio da Nemi” è proprio la costituzione dell’ecomuseo di Nemi costituito da un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione.


Arrivare ad una progettualità che possa attingere a dei fondi. Ha detto Ileana Piazzoni esprimendo una grande soddisfazione per le qualità della lista “Ricomincio da Nemi” a sostegno del candidato sindaco di Nemi Carlo Cortuso che “fanno ben sperare che la politica recuperi un senso”.  550mila euro per la costituzione degli Ecomusei: questa la cifra messa in campo dalla Regione Lazio per il triennio 2017/2019 per la costituzione di Ecomusei grazie alla legge di cui lo stesso Patanè è firmatario. Si calcola che nel Lazio gli ecomusei alla fine saranno circa una dozzina e quindi potranno beneficiare, ognuno, di una sovvenzione annua di circa 50mila euro.


Il consigliere regionale ha ricordato quello che è un esempio di ecomuseo che riesce a svolgere una eccellente attività sul territorio con circa 20mila euro di sovvenzioni annue: l’ecomuseo di Ostia, dove vengono organizzate mostre documentarie su vari temi ed aspetti del territorio, incontri e convegni sull’analisi storica e ambientale di 2000 anni di evoluzione, sulle trasformazioni geomorfologiche del territorio, sulle bonifiche idrauliche e agrarie, sulla nascita e sviluppo del Lido dalla bonifica alla seconda guerra mondiale; portualità alla foce del Tevere; malaria e lotta antimalarica; colonizzazione delle terre nell’area portuense-aurelia.
Patanè ha spiegato che un ecomuseo, diversamente da un normale museo, non è circondato da mura o limitato in altro modo, ma si propone come un'opportunità di scoprire e promuovere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, della associazioni e delle istituzioni culturali e che inoltre si può dichiarare che il museo diffuso appartiene alla comunità, che è essa stessa parte integrante dell'ecomuseo.


“La nostra proposta è quella di vagliare la possibile istituzione dell’ “Ecomuseo di Nemi e della valle del Lago” – ha detto Carlo Cortuso – si tratta di una nuova concezione museale che individua quale centro di interesse, non già un singolo sito o una singola collezione di reperti, bensì l’intero territorio di una comunità, valorizzando, quindi, sia il patrimonio storico e archeologico, architettonico, sia il paesaggio stesso, ma anche le tradizioni locali; tutto deve fondersi assieme a creare un unico distretto culturale. Ovviamente tutto questo non può prescindere da un serio recupero del centro storico, per il cui sviluppo ulteriore occorre mettere in campo tutte le sinergie possibili al fine di restituire alla pubblica fruizione Palazzo Ruspoli (una delle tante promesse non mantenute dalle precedenti amministrazioni). Questo ed altri interventi in programma, su tutti lo studio di collegamenti sostenibili tra borgo e valle del lago, sono alla base della nostra idea di rilancio turistico – ma non solo – di Nemi. Il paese può e deve puntare ad un’offerta turistica di alta qualità. Ciò non significa guardare ad un turismo di élite, ma semplicemente operare lo sforzo di ottimizzare tutti i livelli dell’accoglienza al fine di rendere il più possibile piacevole – e ripetibile – la visita non solo “mordi e fuggi” del borgo: dalla gestione dei parcheggi, al traffico limitato ad una adeguata cartellonistica e così via”.