Nemi, gestione rifiuti vicino al pozzo dell'acqua: il Parco si è mosso ma non è il solo


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di Chiara Rai

 

NEMI (RM) – Apri cancello, riempi i cassonetti di rifiuti, chiudi cancello. L’attività di gestione della “monnezza” continua in quel di Nemi in via della Radiosa in un territorio naturale protetto a circa 50 metri dal pozzo dei Corsi che serve acqua potabile ai cittadini.

 

L’area con i cassonetti che poggiano direttamente sul terreno si trova ancora qui nonostante i numerosi tabella sul giornale che si susseguono da luglio a oggi. Eppure qualcosa si muove perché siamo stati contattati dal direttore del Parco dei Castelli Romani Maurizio Fontana il quale ci ha informati di aver già sollecitato, più di un mese fa, il Comune di Nemi sia personalmente e sia tramite delle informative di servizio protocollate in cui si chiedeva al Comune di rimuovere i cassonetti dal sito e di bonificare l’area. A quanto ci risulta sta lavorando sul caso anche il Corpo Forestale dello Stato.

 

Le prossime azioni del direttore del Parco dei Castelli Romani Inoltre il Parco ha effettuato in loco le misurazioni di distanza dal pozzo, appurandone la vicinanza con l’area rifiuti. “Adesso – ha ribadito Fontana – provvederemo a fare un altro sopralluogo per verificare se effettivamente la situazione è rimasta tal quale e nel caso così fosse saremo costretti ad inoltrare una denuncia nei confronti dell’Amministrazione comunale”.

 

La competenza è dei Comuni Il direttore del Parco dei Castelli Romani, Maurizio Fontana, ha ribadito come la responsabilità dei rifiuti sia di esclusiva competenza dei Comuni che ricadono nell’area naturale protetta e che i Guardiaparco non sono autorizzati alla rimozione degli stessi. La sollecita opera che il Parco dei Castelli Romani continua a portare avanti è quella di “responsabilizzare” le Amministrazioni locali a tenere pulite le aree di propria competenza, soprattutto quelle più periferiche e non soltanto i centri storici che invece vengono maggiormente curati. È pur vero che Fontana ha riconosciuto che il Comune di Nemi è in una condizione di difficoltà nell’individuazione di un area dove collocare i rifiuti perché ricadente in un territorio pieno di vincoli e che comunque dovrà essere trovata una soluzione volta a garantire la tutela dell’area protetta ma anche il servizio di raccolta rifuti: “Per l’area al cimitero, individuata come possibile destinataria di un’isola ecologica – ha detto il direttore del Parco – e probabilmente più idonea perché distante dai centri abitati – il Parco si era espresso favorevolmente ma la Regione ha dato il diniego. Adesso riguardo l’individuazione del sito in via della Radiosa per la realizzazione dell’isola ecologica è chiaro che il responsabile della salute pubblica è comunque il sindaco e sarà lui a dover garantire che il percolato – liquido che fuoriesce dai rifiuti ndr – non permei nel terreno ”.

 

Di fatto, in questo momento non si parla ancora di isola ecologica perché la questione è ancora oggetto di una conferenza di servizi che ha visto soltanto una seduta. La questione fondamentale, a nostro dire, è che questo sito non può essere concepito nelle vicinanze di un pozzo e non esistono precauzioni che tengono. Per di più contingente al momento è proprio questa gestione rifiuti non autorizzata che continua a consumarsi giorno dopo giorno mettendo a rischio la contaminazione della falda acquifera. E il punto non è se il cancello che delimita l’area sia chiuso o meno o sei cassonetti siano pieni o vuoti ma piuttosto che quei cassonetti e quel sito non è legittimato ad esistere in via della Radiosa a circa 50 metri da un pozzo di approvvigionamento dell’acqua all’intera cittadinanza.

 

Il prossimo sopralluogo del Parco dei Castelli Romani Dunque il sopralluogo del Parco dovrebbe essere finalizzato a constatare l’esistenza o meno di quest’area a prescindere se in quel dato momento i cassonetti siano pieni o vuoti o se vi sia un lucchetto o meno. Diciamo questo perché l’attività di gestione rifiuti è sempre “in movimento”. Anche questa mattina – lunedì 3 ottobre 2016 – come del resto tutte le altre, alle 9:13 i cassonetti si presentavano semivuoti di rifiuti e il cancello era aperto ma già alle 9:33, ben 20 minuti dopo, il cancello si presentava chiuso e i cassonetti pieni di immondizia con ingombranti poggiati sul terreno. Dunque l’esito di un sopralluogo non può dipendere dallo specifico momento in cui si effettua la verifica perché la gestione prevede diversi fasi nell’arco della giornata: apri cancello riempi i cassonetti di rifiuti, chiudi cancello e poi si ricomincia.