Nier Replicant ver.1.22474487139, la forma finale del capolavoro di Yoko Taro

Nier Replicant è tornato, dopo 11 anni l’opera del visionario Yoko Taro torna su Pc e sulle console con una riedizione che migliora gran parte delle imperfezioni della versione originale. Ma andiamolo a scoprire più da vicino. In diretto collegamento con il finale E di Drakengard, il mondo così come lo conosciamo oggi (nel gioco ndr.) inizia un declino terribile verso la scomparsa del genere umano. Una terribile malattia virale infatti sta colpendo il Giappone, ma non troppo tardi ha iniziato a colpire anche la Cina e gli Stati Uniti. Il degrado è totale e già dai primi minuti si assiste ad una Tokyo completamente devastata, deserta e colpita dalla neve in piena estate. Il giovane NieR e la piccola Yonah si ritrovano a cercare aiuto e rifugio attraverso le strade deserte, ma la dolce sorellina del protagonista è afflitta da questo terribile morbo che sta colpendo il mondo, e questo richiama le “shades”, ossia delle ombre antropomorfe che sono comparse poco dopo l’inizio della pandemia. Un attimo dopo questo breve momento, che funge anche da tutorial, la linea temporale si sposta di 1412 anni nel futuro, dove il giovane NieR aiuta il suo umile villaggio di mercanti a trovare sicurezza dalle shades, in cambio di aiuti economici e salutari per la malattia terribile della sua sorellina Yonah, che la sta pian piano portando via dal mondo dei vivi. Ma rispetto a prima, tante cose sono diverse. E’ bene precisare che la trama di NieR Replicant ver.1.22474487139 è veramente fuori dai classici schemi presenti in altri titoli action-gdr degni di nota. Nelle prime ore è facile sentirsi confusi e persi, ma basterà dargli un po’ di fiducia, che dopo vi sentirete in colpa per non aver creduto in ciò che Yoko Taro sia stato capace di scrivere. Non è il caso di entrare ulteriormente del dettaglio della storia del gioco, sarebbe veramente una cattiveria spoilerare tutte le sorprese che NieR Replicant ver.1.22474487139.. ha da offrire, ma basti sapere che ogni personaggio presente in gioco avrà qualche aspetto memorabile che resterà impresso nella memoria di chiunque viva l’avventura, dalla dolcezza di Yonah al coraggio di NieR, dalla terribile sfacciataggine di Kainé alla saggezza di Grimoire Weiss, senza dimenticare Emil. Esattamente come al momento della sua uscita, risalente ormai a 11 anni fa, l’opera di Yoko Taro è ammantata di un fascino unico, che solo NieR Automata è stato in grado di riprodurre e sublimare. Questa revisione, a metà strada tra remake e remastered, recupera interamente la carica emotiva del gioco originale, e riesce a smussarne la maggior parte degli spigoli del gameplay per rendere l’Action RPG del 2010 qualitativamente più coeso e omogeneo. NieR Replicant è un ri-arrangiamento fedele e innovativo al contempo, che non rinuncia quasi mai all’autorialità, a volte un po’ eccessiva, di alcune soluzioni ludiche e narrative, ma che diviene fortunatamente più “comunicativo”: una volta vissuto e rivissuto, proprio come accade dopo aver ascoltato più e più volte una bella canzone, rimarrà impresso nella memoria dei giocatori molto a lungo e ogni volta che il pensiero ripercorrerà le imprese di Nier un brivido accompagnerà il suo ricordo, ne siamo certi.

NieR Replicant è una sinfonia di dolore e disperazione. La perdita, l’abbandono, il sacrificio sono temi costanti che scandiscono un intreccio fatto di fragorosa epicità e delicato lirismo, dramma immenso e malinconica speranza. Parte lenta, la storia di NieR: si muove a piccoli passi, tra un dialogo troppo lungo e qualche commissione di poco conto. Ma poi il suo canto inizia a farsi più intenso, fino a esplodere in un boato di destabilizzante potenza. La penna di Yoko Taro, che frammenta il racconto, lo dilata e lo contrae a piacimento, potrebbe non risultare immediatamente accattivante per ogni tipo di videogiocatore: per apprezzare le sfumature simboliche di cui si nutre NieR c’è bisogno di molta pazienza e perseveranza, occorre soprassedere dinanzi a discutibili scelte narrative. Ma, dopo aver interiorizzato i meccanismi della storia e averne ricollegato i pezzi come se fosse un puzzle, Replicant si farà irrefrenabile. Le vicende personali dei singoli personaggi, il quadro offuscato del loro triste passato e la voglia di rivalsa che li spinge ad agire sono parte integrante di un racconto molto più corale di quanto appare inizialmente. NieR è il ritratto di vite distrutte, corrose da discriminazione e odio, paura e rimorso, ma anche risanate da amicizia e perdono; è la memoria residua di un mondo al collasso, un terreno arido su cui è stato sparso troppo sale, ma sul quale può germogliare ancora un po’ di amore, di qualunque natura esso sia. In questo remake di Nier Replicant non c’è l’eleganza di Automata, né si intravede la medesima, strabiliante stratificazione concettuale che caratterizzava la missione delle unità YorHa, eppure Replicant ne possiede la stessa poetica agrodolce, di quelle che non si cancellano tanto facilmente dai ricordi. Come da tradizione non è sufficiente una sola partita per comprendere l’intero ordito narrativo di NieR. Sarà necessario infatti rigiocarlo diverse volte per avere una visione più o meno integrale dell’opera orchestrata da Yoko Taro: a differenza di quanto avviene in Automata, tuttavia, le successive run, ludicamente parlando, sono tutte pressoché identiche. Le variabili non modificano le porzioni di gioco, come nel capolavoro di Platinum Games, ma rappresentano aggiunte legate solo al racconto, con nuove scene d’intermezzo che arricchiscono la trama di dettagli inediti, approfondiscono alcuni protagonisti e ci aiutano a ricollegare i fili del tessuto narrativo, a tratti modificando in modo radicale la prospettiva da cui osservare le vicende. Al termine di ogni avventura sarà il gioco stesso a chiedere al giocatore di ripartire, suggerendo quali azioni compiere per sbloccare correttamente tutti i finali. Preferiamo non rivelarvi il numero esatto delle conclusioni disponibili, e vi basti sapere che in questa riedizione di Replicant c’è una sorpresa decisamente accattivante. Affrontare ancora e ancora l’esperienza, senza che i cambiamenti appaiano realmente percettibili, non è certo la più stimolante delle intuizioni di Yoko Taro, e a lungo andare potrebbe far affievolire l’appeal che sorregge l’impianto del racconto. Ci vorranno circa 25 ore, escludendo alcune missioni secondarie, per completare Replicant la prima volta, ma non abbiate troppo timore: le successive run, che assumono la forma di un New Game Plus, partiranno da circa metà gioco per ragioni squisitamente narrative, rendendo meno gravoso rivivere il viaggio di NieR, Kainé ed Emil. Benché la ridondanza rischi di prendere il sopravvento, consigliamo comunque di non demordere: il vero finale, anche a costo di qualche sforzo merita davvero di essere scoperto.

Ciò che rende NieR Replicant ver.1.22474487139 un’opera di grande spessore è proprio la sua componente intrinseca. Giocare a questo titolo è come inserirsi in una spirale discendente di emozioni e dolori, ma anche sorrisi e altri valori non meno importanti. L’incredibile storia che si cela dietro il gioco non fa altro che avvalorare la tesi di cui sopra: tutti dovrebbero giocarlo almeno una volta, anche solo per godere di momenti incredibili e di conoscere un quartetto davvero eccezionale. La scrittura dietro ogni singola parola detta dai personaggi è perfettamente bilanciata e sensata: nulla è lasciato al caso. Ovviamente all’inizio non ci si rende conto di ciò che sta accadendo, e anche il finale A di gioco potrebbe non aiutare a capirci granché, ma completare i vari finali B, C, D e il nuovissimo E daranno una più chiara visione delle cose, sul perché alcuni personaggi hanno dei comportamenti, perché in determinati momenti accadono cose assurde. I momenti shock non finiranno presto, anzi, saranno il motore che spingerà il giocatore a voler completare ogni singolo parte del gioco. Sicuramente uno dei principali problemi che affliggeva l’originale opera di Yoko Taro. In questa remastered il sistema di combattimento è stato modellato sulla base dell’originale e dalle influenze di NieR: Automata. Il risultato è molto positivo, con una struttura più veloce e rapida, più istantanea e in linea con gli action-gdr moderni. Per quanto concerne le parate e le schivate, come già accennato, sono fruibili in maggiori circostanze e risultano essere un valore aggiunto e non più un’aggravante come lo erano in passato. A livello grafico c’è da dire che il gioco vuole innanzitutto proporre una fluidità maggiore su ogni console: Xbox One riesce a gestire ad una risoluzione sub-hd i 60fps solidi, mentre su Xbox One X il gioco viaggia a 1440p e 60fps solidi come una roccia. Inutile da dire che su Xbox Series X|S il gioco funziona in retrocompatibilità, quindi rispecchiano praticamente le controparti della vecchia generazione, anche se Xbox Series S riesce in qualche modo a migliorare la resa visiva grazie alle feature incredibili della retrocompatibilità. In comparazione all’originale del 2010, sul versante grafico sarebbe assurdo negare i cambiamenti, soprattutto all’illuminazione e alle texture, ma nel 2021 ci si aspettava un miglioramento generale migliore e magari più in linea con alcune produzioni moderne. Questo è abbastanza sorprendente, ma è probabile non fosse una particolare priorità per gli sviluppatori. Per quanto riguarda la colonna sonora possiamo assolutamente dire che è veramente impossibile non apprezzare le melodie di NieR Replicant ver.1.22474487139. Creata da Keiichi Okabe, ogni traccia è perfettamente bilanciata sul personaggio e mostra i suoi segni di forza e i suoi punti deboli con una perfetta sintonia, aiutata anche da cutscene e dialoghi veramente d’impatto. Rimanere folgorati è quindi alla base del gioco, grazie anche allo stile artistico decadente del mondo di gioco. Nel mercato occidentale il gioco arrivò nel 2010 soltanto con il doppiaggio e i sottotitoli inglesi. Chiunque all’epoca volesse giocarlo o conosceva bene l’inglese oppure doveva sperare in traduzioni scritte fatte da alcuni eroi del web, che hanno fatto questo senza profitto alcuno ma solo per amore del gioco. Oggi abbiamo finalmente un doppiaggio giapponese anche nel nostro mercato, ma soprattutto i sottotitoli italiani che aiuteranno chiunque a godersi il gioco al meglio, soprattutto nelle fasi in cui il gioco cerca di stupire con dei colpi di scena assolutamente d’effetto. Tirando le somme, non giocare a Nier Replicant in questa sua nuova veste sarebbe un errore enorme, specialmente per chi non ha mai potuto avvicinarsi alla versione 2010 o per chi ha amato Automata.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 10

Gameplay: 9

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise