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Cronaca

NUOVE SCOSSE DI TERREMOTO IN CAMPANIA: ECCO LE ZONE INTERESSATE

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Tempo di lettura 2 minuti La zona colpita dallo sciame sismico è interessata dal sollevamento del suolo a partire già dagli Anni 70

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di Christian Montagna

Napoli – Una notte di panico è quella appena trascorsa per gli abitanti di Pozzuoli. Tra le 23.30 e mezzanotte si sono registrate piccole scosse a Pozzuoli che hanno gettato nel terrore la popolazione. Sebbene di magnitudo inferiore a 2 e perciò di piccola entità, sono state comunque avvertite dalla popolazione perché in superficie.


L’ epicentro si è registrato tra la Solfatara e i Pisciarelli e fortunatamente, non si registrano danni a cose o persone.


Il precedente. Soltanto lo scorso 7 Ottobre, gli abitanti della zona di Pozzuoli avevano avvertito numerose scosse, lievi per fortuna. Secondo i dati diffusi dall'Osservatorio Vesuviano, le scosse furono di 2.3 gradi della scala Richter ma bastarono a paralizzare l’intera regione in preda al panico. Le aree colpite maggiormente dalle scosse che fecero pensare ad un ritorno del bradisismo, furono la Solfatara, Arco Felice e Toiano. Fortunatamente, anche in quel caso non si registrarono danni a cose e persone. Alcune scuole nella zona Flegrea furono evacuate in via preventiva.


L’allarme degli scienziati. “Fino a quando ci sarà questo continuo sollevamento del terreno, la zona dei Campi Flegrei sarà interessata da scosse di terremoto o da sciami sismici”: è questo il punto di vista di alcuni scienziati dell’Osservatorio Vesuviano dopo che, il precedente sciame sismico di circa 30 scosse, aveva terrorizzato Napoli e la provincia. Restano ancora , indelebili, i ricordi di quegli attimi in cui, chiunque, avrebbe pensato al peggio. Agnano, Pozzuoli e Napoli non vivevano un evento sismico da anni.


“Il suolo si sta sollevando”. La zona colpita dallo sciame sismico, è interessata dal sollevamento del suolo a partire già dagli Anni 70. Per oltre un decennio, precisamente fino al 1984 ha subito un susseguirsi di terremoti o sciami sismici che hanno generato un importante sollevamento del terreno, talvolta anche superiore ad un metro di altezza. Fino al 2005 poi uno stop dei movimenti del sottosuolo ma, negli ultimi dieci anni è ripresa l’attività nel sottosuolo che ha portato ad oggi all’innalzamento di 30 centimetri.


I dati dell’Osservatorio Vesuviano. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Vesuviano, la superficie del suolo nell'area dei Campi Flegrei ha subìto un aumento della velocità. Nell’area in cui sorge il supervulcano più pericoloso d'Europa, il dossier riporta anche l'attività sismica degli ultimi 12 mesi nella zona, escludendo però le 3 scosse verificatesi lo scorso 7 ottobre sul territorio i Pozzuoli, Agnano e Bagnoli il cui epicentro è stato identificato proprio nella fascia tra Bagnoli e la Solfatara di Pozzuoli, a una profondità di circa 2 chilometri.


L’allarme dello scienziato Kir’janov. Lo scienziato Kir’janov, geologo russo docente della facoltà di geologia dell’Università statale di San Pietroburgo, ha dichiarato alla Voce Russa: “ La camera magmatica si sta riempiendo: se il sollevamento avviene in maniera regolare, afferma, allora è probabile che sia in corso il riempimento della camera magmatica e per questo si sta sollevando il terreno sopra di essa. I Campi Flegrei sono un super vulcano, come anche Yellowstone negli Stati Uniti e Toba in Indonesia, che eruttano più di mille chilometri cubici di magma che provocherebbero eruzioni catastrofiche. Nella regione dei Campi Flegrei è avvenuta una grande eruzione circa 30-40 mila anni fa. La cenere vulcanica che ne risultò si trova ancora adesso nel Mar Mediterraneo, in Bulgaria, in Ucraina e persino nel territorio russo. Ora sta avvenendo l’ennesimo riempimento della camera magmatica e prima o poi l’eruzione potrebbe succedere”.

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Zelensky in Vaticano: nuovo incontro con Papa Francesco tra speranze di pace e diplomazia

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L’incontro, il terzo tra i due, avviene in un momento cruciale per la diplomazia internazionale

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è giunto questa mattina in Vaticano, dove è atteso per un’udienza privata con Papa Francesco. Questo incontro rappresenta il terzo faccia a faccia tra Zelensky e il Pontefice, dopo le precedenti udienze dell’8 febbraio 2020 e del 13 maggio 2023, seguite anche da un altro confronto, avvenuto il 14 giugno 2023 in occasione del vertice del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia.

L’incontro di oggi si inserisce in un quadro diplomatico delicato e cruciale, mentre l’Ucraina continua a fronteggiare il conflitto con la Russia. Papa Francesco ha ripetutamente espresso la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina e ha cercato di promuovere dialoghi di pace attraverso i suoi interventi internazionali. Da parte sua, Zelensky ha sempre cercato di sensibilizzare la comunità internazionale sui drammi del suo Paese, sottolineando la necessità di un sostegno concreto e di una risoluzione diplomatica che metta fine alle violenze.

Prima dell’incontro con Zelensky, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez. Entrambi i leader, Sanchez e Zelensky, sono arrivati in Vaticano attraverso Piazza San Pietro e l’Arco delle Campane, accolti al loro ingresso nel Cortile di San Damaso dal reggente della Casa Pontificia, mons. Leonardo Sapienza. Da qui, hanno proseguito verso la Terza Loggia per salire alla Sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico, dove si sono svolti gli incontri con il Papa.

L’appuntamento tra il Pontefice e Zelensky arriva in un momento particolarmente delicato per l’Ucraina. Nonostante i numerosi appelli della Santa Sede alla pace, la guerra continua a devastare il Paese, mentre i tentativi di mediazione diplomatica non sembrano aver ancora prodotto risultati concreti. Tuttavia, l’incontro di oggi potrebbe rappresentare un’occasione per rinnovare il dialogo sulla pace e per rafforzare la cooperazione umanitaria, con l’obiettivo di alleviare le sofferenze della popolazione ucraina colpita dal conflitto.

Papa Francesco, già in passato, aveva offerto la disponibilità della Santa Sede a favorire il dialogo tra Ucraina e Russia, anche se finora senza successo. Zelensky, da parte sua, ha costantemente ribadito che una pace duratura non può essere raggiunta senza il rispetto della sovranità ucraina e la completa cessazione delle ostilità.

L’incontro di oggi rappresenta, dunque, un nuovo passo nella complessa rete diplomatica che circonda la guerra in Ucraina. L’udienza con Papa Francesco, noto per il suo ruolo di mediatore internazionale, potrebbe aprire spiragli di speranza, anche se le sfide rimangono enormi.

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Femminicidio nel cuore della notte: marito uccide la moglie davanti ai figli

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Una lite finita in tragedia: i bambini sotto shock

Un altro tragico caso di femminicidio scuote la comunità di San Felice a Cancello, nel Casertano, dove stamattina si è consumato un terribile delitto familiare. Erano circa le 5 del mattino quando un uomo di origine albanese, 30 anni, ha strangolato sua moglie, una connazionale di 24 anni, davanti agli occhi atterriti dei loro due figli, di appena 4 e 6 anni.

Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, il dramma si è verificato al culmine di una lite scoppiata per ragioni ancora da chiarire. La tensione è rapidamente degenerata in violenza estrema, con l’uomo che ha afferrato la moglie fino a toglierle la vita, mentre i due piccoli assistevano impotenti alla scena. L’allarme è stato dato da alcuni vicini, svegliati dalle urla provenienti dall’abitazione.

Subito dopo il delitto, i carabinieri sono intervenuti prontamente, fermando l’omicida che non ha opposto resistenza. L’uomo è stato portato in caserma e attualmente si trova sotto custodia, in attesa dell’interrogatorio da parte del magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che dovrà chiarire i dettagli dell’accaduto.

La vittima, una giovane madre di appena 24 anni, era arrivata in Italia insieme al marito in cerca di una vita migliore. Tuttavia, la loro relazione era segnata da tensioni e conflitti, come confermato da alcuni conoscenti della coppia. Al momento, non risulta che la donna avesse mai sporto denuncia per violenze domestiche, ma il contesto familiare verrà esaminato attentamente dagli inquirenti.

I bambini, testimoni involontari di questa brutale tragedia, sono stati presi in carico dai servizi sociali. La comunità locale è sotto shock, mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio e solidarietà verso i piccoli orfani e i parenti della vittima. Le autorità locali hanno già espresso l’intenzione di avviare una raccolta fondi per sostenere i bambini e garantire loro assistenza psicologica adeguata.

L’episodio si inserisce in un quadro allarmante di violenza domestica che continua a colpire il Paese. Solo nel 2024, secondo i dati del Viminale, sono stati registrati più di 80 femminicidi, un numero in crescita rispetto agli anni precedenti. Le vittime sono spesso donne giovani, con figli, che vivono in contesti di disagio e solitudine. Le istituzioni stanno cercando di intervenire con misure più incisive, ma il fenomeno resta radicato e difficile da contrastare.

Le associazioni femministe e i centri antiviolenza della zona hanno lanciato un nuovo appello affinché si rafforzino le politiche di prevenzione e protezione per le donne che vivono situazioni di pericolo. Tuttavia, casi come quello di San Felice a Cancello dimostrano che spesso le denunce non vengono fatte in tempo, o addirittura non vengono fatte affatto, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

Il femminicidio di San Felice a Cancello ha subito riacceso il dibattito pubblico sulla necessità di azioni più concrete per prevenire la violenza di genere. Personalità politiche locali e nazionali si sono espresse sull’accaduto. Il sindaco di San Felice a Cancello ha dichiarato: “Siamo di fronte a una tragedia inaccettabile. Dobbiamo lavorare tutti insieme, come comunità, per non permettere che simili orrori continuino a ripetersi.”

Nel frattempo, la vicenda sarà seguita con attenzione nei prossimi giorni, mentre si attendono ulteriori sviluppi sul fronte delle indagini e delle decisioni giudiziarie.

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Omicidio dell’imprenditore Vincenzo Urso: giustizia dopo 15 anni di indagini

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I killer condannati a ergastolo e 21 anni di carcere

Vincenzo Urso, imprenditore di Altavilla Milicia, fu assassinato il 25 ottobre 2009, vittima di un’oscura vicenda legata alla mafia locale. La sua impresa di movimento terra faceva concorrenza alle attività gestite da clan mafiosi, un ostacolo che pagò con la vita. Dopo anni di indagini, i Carabinieri di Bagheria, Termini Imerese e Vercelli, supportati dalla Procura Generale di Palermo, hanno arrestato due uomini, già noti alle forze dell’ordine, identificati come gli esecutori materiali del delitto.

Gli investigatori hanno ricostruito la dinamica dell’omicidio, determinando che i killer furono ingaggiati per una somma di 20.000 euro, in seguito a ordini provenienti dalla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia. Le operazioni antimafia “Argo” e “Reset” avevano già smantellato la cosca, portando all’arresto del capo clan Francesco Lombardo e di suo figlio Andrea, ma solo grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia è stato possibile ottenere ulteriori prove decisive.

Le ultime novità hanno visto la Suprema Corte confermare le condanne per i due responsabili: uno sconterà l’ergastolo, l’altro una pena di 21 anni. Questo epilogo rappresenta un passo avanti per la giustizia, offrendo finalmente una risposta alla famiglia di Urso e alla comunità di Altavilla Milicia, segnate da anni di dolore e incertezze.

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