OLIO D'OLIVA SPACCIATO PER EXTRAVERGINE: BUFERA SU 10 AZIENDE INDAGATE DALLA PROCURA DI TORINO

Redazione
 
Torino – Rappresentanti legali di  diverse aziende nel settore dell’olio di oliva sono accusati di frode in commercio poiché in seguito a un’indagine svolta da una testata giornalistica specializzata nel settore sono stati esaminati dei campioni prelevati dai carabinieri del Nas, è emerso che l’olio non era extravergine, malgrado fosse indicato specificatamente.
 
Il Ministro delle Politiche Agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina ha commentato quanto accaduto: “Seguiamo con attenzione l'evoluzione delle indagini della Procura di Torino, perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell'olio d'oliva italiano”, il Ministro sottolinea inoltre “'Da mesi abbiamo rafforzato i controlli soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014, il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro. È importante ora fare chiarezza per tutelare i consumatori e migliaia di aziende oneste  impegnate oggi nella nuova campagna di produzione”.
 
Ma la notizia ha scosso tutti, la Coldiretti ha affermato che occorre  fare al più presto luce per difendere l'olio, un settore strategico del Made in Italy con l'Italia che è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni, con un fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Secondo Coldiretti a favorire le frodi è il record di importazioni con l'arrivo dall'estero nel 2014 di ben 666 mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38 per cento rispetto all'anno precedente. “L’Italia è però anche il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Un comportamento che favorisce le frodi che vanno combattute anche con l'applicazione della disciplina del settore”. Aggiunge Coldiretti.